mercoledì 29 febbraio 2012

I marziani / 2


Spero che il Manifesto chiuda, e con lui l'Unità e Europa. E in generale, tutte le pubblicazioni che ricevono i cosiddetti "contributi diretti" (questo l'elenco per il 2009).

Nel corso di economia dei media che insegno all'Università di Bologna insisto sul fatto che i media, e il pluralismo dei media, sono essenziali per la democrazia. Per questo, un intervento pubblico di sostegno a mio avviso non soltanto è giustificato, ma è doveroso. Ma la situazione attuale è insostenibile: Europa, per esempio, stampa 11 copie per venderne una (dati FIEG 2009, pg. 69). La legge attuale è fatta apposta per favorire chi già c'è, ed è per questo che nessuno dei referenti politici di Unità, Europa, eccetera, ha mai tentato di cambiarla. Vivacchano, ma tirano avanti, e mantengono attorno a loro il deserto. Sono un'espressione in più dell'Italia bloccata e dei nomi noti e immutabili. Rent seeking, come direbbero gli economisti.

Che questi giornali chiudano, allora. I marziani del PD (inter alia) magari capiranno che il gioco è finito e almeno per cinque salutari minuti considereranno le esigenze del paese, e non le innervature della loro capsula prossemica romana. E noi italiani non ammanicati con questo o con quel partito vedremo se questo paese è in grado di esprimere dei progetti editoriali più avanzati della solita pappa fritta e rifritta di Unità, Manifesto, Europa, eccetera.

Detto con rispetto per chi in quei giornali lavora, ma non vedo perché, in nome del pluralismo, questi signori debbano tenere in ostaggio una parte importante del mercato editoriale e delle idee, bloccandone una possibile evoluzione.

La vignetta è apparsa l'altro giorno sull'ultimo numero di Público, quotidiano spagnolo, obbligato dalla crisi alla chiusura dell'edizione stampata. Il proprietario di Público è il gruppo spagnolo Mediapubli, che sta sul mercato. La mia solidarietà al giornale, ai lavoratori, e alle famiglie dei lavoratori.

I marziani / 1


In Val Samoggia (Bologna) stanno cercando di accorpare 5 insignificanti (per dimensioni) comuni in uno. Bravi.

Per semplificare la governance pubblica non basta dire "togliamo le province". Si deve anche aggiungere: "portiamo il numero dei comuni da 8100 a 2500". In questo modo, i comuni acquisiscono peso per dialogare in modo efficace con le Regioni, senza il livello provinciale in mezzo. In questo modo, il numero di amministrazioni pubbliche in Italia passa dalle 13 mila attuali (!) a circa la metà. In questo modo, si riduce la dimensione della classe politica, per poterla selezionare meglio. E per ultimo, al livello comunale si possono cercare competenze tecniche migliori - per i servizi e per il procurement pubblico.

Quando racconto queste cose a Roma, magari in ambienti di centro-sinistra, sgranano gli occhi. "Ma no, ma si possono gestire i servizi complessi su scala sovracomunale". Certo: altri enti di coordinamento, altri posti dove parcheggiare elefanti dismessi. Hanno totalmente perso il contatto con la realtà, sono marziani: del resto, se così non fosse, ora avremmo un governo politico, non Monti.

Val Samoggia verso la fusione da 5 comuni ne nascerà uno, di Valerio Varesi, La Repubblica, cronaca di Bologna, 29 febbraio 2012.

martedì 28 febbraio 2012

La Maroma / 2


La Maroma misura 2066 metri, ma io, là in cima, sono almeno a duemila e settandadue. E son cose.


In cima, l'allegra brigata pranza, guardando il mediterraneo a est di Malaga. Nella foschia si intravedono le prime alture del Marocco.


Salendo, incontriamo un po' di neve.


Molta più neve si vede sulle cime della Sierra Nevada, in lontananza.


Non ci si stanca a salire La Maroma - un venti chilometri in tutto. Ma andando con calma, al ritorno il sole è già basso.










lunedì 27 febbraio 2012

Sevilla post-PSOE

Il PSOE ha perso Sevilla, e il 24 marzo, dopo 35 anni di governo socialista, perderà anche il governo dell'Andalusia. L'epoca che si chiude, malgrado tutto, ha un bilancio positivo. Chi ha governato, ha modernizzato.


Las setas, i funghi - che belli.


La Torre Pelli sta crescendo. Più alta della Giralda, offende la Sevilla santa y casposa. Anche per questo, io sono a favore.


Ecco un'altra buona cosa: il parco dell'Alamillo ora è ancora più grande, e hanno sistemato parte della zona fluviale che era andata in malora dopo l'Expo. Ci son voluti vent'anni, troppo, ma almeno l'hanno fatto.


Rimangono i vecchi strati. Quartiere della Pañoleta, subito fuori città: mi avevano parlato della Bodegas Gaviño, ma non c'ero mai andato prima dell'altro giorno.


E in una piazzetta del centro, due giovani teppisti tirano la palla che, immobile, si ferma nell'aria.

domenica 26 febbraio 2012

La Maroma, 1



In cima a La Maroma, sabato. In inglese (alto), spagnolo (basso), misto (in mezzo). L'azzurro che contorna il testo è il cielo sopra di noi. E' che siamo molto romantici.


martedì 21 febbraio 2012

Italiani di San Diego


Il Salk Insitute è nella direzione del glider port, lo strapiombo sull'oceano da dove partono i deltaplani e i parapendii per sfruttare la corrente ascensionale che viene dal mare. Li vedevo volare dalle vetrate dell'aula 205, durante le lezioni dei primi due anni di dottorato. Inverni assolati e secchi e gite nel deserto: quella vista assurda di gente che svolazzava ad infinitum sopra lo strapiombo completava la mia percezione di una realtà sintetica e di plastica, che allora accompagnavo spesso con la musica, anche lei sintetica e di plastica, di Brian Eno.

Il Salk Institute, così legato all'invenzione del vaccino contro la poliomelite, è una delle opere di Louis Kahn, uno dei più grandi architetti del ventesimo secolo (Paul Golberger, il critico di architettura del The New Yorker, ne ha scritto belle pagine nel suo "Why Architecture Matters" - Yale Univ. Press, 2009).

Non sapevo chi fosse Kahn e per me il Salk Institute era soltanto "quello della polio", luogo di lavoro di amici e conoscenti che facevano ricerca in questo o quello dei tanti istituti che circondano il campus dell'Università di California a San Diego. Molti di loro erano italiani, come Renato Dulbecco, che è morto ieri, e che al Salk era distinguished Professor and President emeritus.

Convinsi Il Manifesto ad accreditarmi come giornalista presso la Coppa America - Gardini contro i neozelandesi, Il Moro di Venezia, un gran circo pittoresco. Per me, party crashing d'alto bordo: c'erano delle belle feste, e la Moët & Chandon era sponsor ufficiale.

Alla fine, per Il Manifesto scrissi anche un articolo, in cui raccontai questa comunità. Si intitolava, "Italiani di San Diego", e si trova ancora su Internet (qui).

lunedì 20 febbraio 2012

Kutuzov cinese


Anni fa lessi il Traité de l'efficacité di François Jullien. La sintesi della sintesi: dai greci in poi, in occidente i risultati si raggiungono modificando attivamente la realtà - pensant l'efficacité à partir de l'abstraction de formes idéales, édifiées en modèles, qu'on projetterait sur le monde et que la volonté se fixerait comme but à réaliser. Al nostro modo di vedere si contrappone il punto di vista cinese, dove l'efficacia è vista come "potenziale della situazione": il suffirait, nous disent les anciens Chinois, de savoir tirer parti du déroulement de la situation pour se laisser "porter" par elle.

E vero che noi ci concentriamo sull'eroe individualista che con le sue mani cambia la storia, andando, più o meno in linea retta, da A a B. Ma in parte questa è esteriorità, e la distinzione è meno netta, perché anche in occidente c'è una tradizione, per così dire, orientale.

In Guerra e Pace, il Principe Andrej, dopo un incontrato col generale in capo Kutuzov - i francesi sono alle porte di Mosca - riflette: «Как и отчего это случилось, князь Андрей не мог бы никак объяснить; но после этого свидания с Кутузовым он вернулся к своему полку успокоенный насчет общего хода дела и насчет того, кому оно вверено было. Чем больше он видел отсутствие всего личного в этом старике, в котором оставались как будто одни привычки страстей и вместо ума (группирующего события и делающего выводы) одна способность спокойного созерцания хода событий, тем более он был спокоен за то, что все будет так, как должно быть. У него не будет ничего своего. Он ничего не придумает, ничего не предпримет, — думал князь Андрей, — но он все выслушает, все запомнит, все поставит на свое место, ничему полезному не помешает и ничего вредного не позволит. Он понимает, что есть что-то сильнее и значительнее его воли, — это неизбежный ход событий, и он умеет видеть их, умеет понимать их значение и, ввиду этого значения, умеет отрекаться от участия в этих событиях, от своей личной воли, направленной на другое." (qui).

(Prince Andrew could not have explained how or why it was, but after that interview with Kutuzov he went back to his regiment reassured as to the general course of affairs and as to the man to whom it had been entrusted. The more he realized the absence of all personal motive in that old man- in whom there seemed to remain only the habit of passions, and in place of an intellect (grouping events and drawing conclusions) only the capacity calmly to contemplate the course of events- the more reassured he was that everything would be as it should. "He will not bring in any plan of his own. He will not devise or undertake anything," thought Prince Andrew, "but he will hear everything, remember everything, and put everything in its place. He will not hinder anything useful nor allow anything harmful. He understands that there is something stronger and more important than his own will- the inevitable course of events, and he can see them and grasp their significance, and seeing that significance can refrain from meddling and renounce his personal wish directed to something else.) (qui)

Il generale Kutuzov è un vecchio che a malapena si regge sul cavallo. Forse, in occidente, si diventa orientali con l'età, quando si impara che il mondo, effettivamente, più o meno funziona così come dicono loro, i cinesi.



La gran nevada de los tres ochos (1888)

"La nevadona. Nunca hubo otra igual"

Il 14 febbraio 1888 in Cantabria e in Asturia iniziò a nevicare. Nevicò per sei giorni. IL 24 riprese a nevicare, sino ad inizio marzo. L'8/9 marzo la temperatura si alzò, molta neve si sciolse e i fiumi si ingrossarono e ruppero i ponti. Verso metà mese riprese a nevicare, soprattutto nelle zone interiori.

Nelle case si entrava dal secondo piano; villaggi interi furono letteralmente sepolti di neve. Certi villaggi rimasero isolati sino a maggio inoltrato. Moltissime persone morirono, sepolte dalla neve, o dalle valanghe, col disgielo.

Qui e qui.

domenica 19 febbraio 2012

3 Idiots



Ieri ho visto 3 idiots, del 2009. Un budget sotto gli 8 milioni di dollari - ordine di grandezza, come "Habemus Papam" di Moretti (un film costoso per gli standard italiani) e un decimo di una qualsiasi produzione di Holliwood. Incasso, il più alto nella storia di Bollywood: 85 milioni di dollari.

E' un film intelligente e divertente. Era molto che non vedevo una produzione di Bollywood: i balletti sono sempre loro, ma ora nei film ci si può baciare - solo alla fine però, e dopo dieci anni di astinenza.

Davvero, un bel film. Su youtube c'è tutto. Grazie Massimo per la segnalazione.

venerdì 17 febbraio 2012

Finmeccanica e la politica estera


E' di ieri la notizia che Israele ha scelto di comprare una trentina di Alenia-Aermacchi M346 per addestrare i suoi piloti da combattimento. La decisione (che dovrà essere ratificata e perfezionata) chiude a vantaggio di Finmeccanica, e dell'Italia, una lunga contesa con la Corea, produttrice dell'aereo concorrente.

La borsa sta premiando Finmeccanica con un rialzo del titolo che, al momento, è dell'ordine del 16%. Il mercato, seguendo gli analisti, considera che il successo in Israele avvantaggi Finmeccanica nella futura "gara della gare", per vendere agli Stati Uniti i suoi prossimi addestratori - si parla di trecento esemplari, con contratti che si protrarranno per decenni.

Per convincere gli israeliani a sceglierci, il governo italiano si è accordato per acquisti di armamenti israeliani in compensazione, per un valore, pare di capire, pari al costo degli aerei - circa un miliardo di dollari. Con questo doppio legame e con l'approfondimento della collaborazione militare, Israele compra (o scambia) non soltanto delle armi, ma in qualche misura anche un nostro orientamento in politica estera - da Tel Aviv, alla Palestina, a Teheran.

E' un esito in un processo che viene da lontano. La Finmeccanica di Guarguaglini perseguì la strategia dei "tre mercati domestici": USA, UK, e Italia, coronata, nel 2008, con l'acquisto della statunitense DRS Technologies, che da sola vale quasi il 20% del fatturato consolidato del gruppo. Negli anni precendenti, del resto, l'Italia aveva scelto di non partecipare allo sviluppo dell'Airbus A400M, puntando sul J27 Spartan, compatibile con l'Hercules C-130 - nuovamente, una strategia "atlantica". Nel 2003 appoggiammo gli USA in Iraq, non certo a causa di Finmeccanica ma, senz'altro, all'interno di un certo orientamento complessivo nella nostra politica estera (e militare-industriale, aggiungo io) che, secondo il mio amico Osvaldo Croci, è sostanzialmente costante nel tempo (*).

Finmeccanica, che è in crisi, è uno dei pochi "campioni nazionali" rimasti. Il lungo processo di deindustrializazione, che si è approfondito in questi ultimi anni di crisi, toglie ulteriori gradi di libertà alle politiche industriali nazionali: vogliamo perdere anche Finmeccanica? E, rivoltanto la medaglia, approfondisce il solco dentro al quale si muove la nostra politica estera.

In questa cornice dovremmo porre il dibattito sull'acquisto degli F-35. Dal punto di vista delle esigenze di difesa, se ne poteva fare a meno (con l'esclusione della variante a decollo verticale per la Cavour): si spieghi agli italiani in quale scenario c'è bisogno degli F35. Ma ha ragione Valerio Briani (su Affari Internazionali) quando afferma che ci vorrebbe più maturità nel considerare il procurement militare. Per primo, perché "un dibattito trasparente ed informato non potrebbe che migliorare la qualità delle scelte in materia di armamenti, a volte discutibili e comunque assunte quasi sempre nella completa inconsapevolezza da parte dell’opinione pubblica e a volte, purtroppo, anche della classe politica. Come disse anni fa un (allora) membro della Commissione Difesa del Senato, “se i militari venissero a chiederci delle mongolfiere per la difesa antimissile, noi compreremmo le mongolfiere”.

Inoltre, aggiungo io, perché Finmeccanica è un pezzo della storia lunga del capitalismo italiano, che nacque e si sviluppò legato a filo doppio allo stato e anche alle commesse militari. Tutto questo si può cambiare, e magari si deve. Ma allora riconosciamo che, quando parliamo di F-35, in realtà stiamo parlando d'altro.


(*) Croci, O. (2004). "La fine del consenso bipartisan? La politica estera italiana e la guerra in Iraq" in Vincent Della Sala and Sergio Fabbrini (eds.), Politica in Italia. I fatti dell'anno e le interpretazioni. Edizione 2004. Bologna: Il Mulino, pp. 125-144.

Warholize Corruption


Come l'anno scorso, la Corte dei Conti apre l'anno giudiziario e i giornali titolano sulla corruzione e su quanto ci costa. La Repubblica: "Corruzione, ci costa 60 miliardi l'anno". L'Unità: "La corruzione dilaga ancora: 60 miliardi l’anno". La Stampa: "Il presidente Giampaolino: «L'illegalità dilaga, per il Paese il costo è di 60 miliardi l'anno».

La Corte dunque ha fatto i conti? Giammai. Ne' il presidente Giampaolino (nella foto), ne' la Corte dei Conti, han fatto due più due. Come del resto riferisce l'articolo de La Repubblica, "il procuratore generale aggiunto della Corte dei Conti, Maria Teresa Arganelli, nella sua relazione [ha sottolineato che] "Se l'entità monetizzata della corruzione annuale in Italia è stata correttamente stimata in 60 miliardi di euro dal SAeT del Dipartimento della Funzione Pubblica rispetto a quanto rilevato dalla Commissione Ue [...] l'Italia deterrebbe il 50% dell'intero giro economico della corruzione in Europa". Tuttavia, secondo Arganelli, si tratta di un dato "che appare invero esagerato per l'Italia, considerando che il restante 50% si spalmerebbe senza grandi problemi negli altri 26 Paesi dell'Unione Europea" (qui la relazione della Arganelli - La sezione in questione in realtà è opera di Alfredo Lener, vedasi a pg. 103).

I conti (coi quali la Corte non sarebbe d'accordo) li avrebbe allora fatti il Servizio Anticorruzione e Trasparenza (SAeT), ora presso il Dipartimento della Funzione Pubblica. Ma nella sua più recente relazione al Parlamento si legge: "le parole del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Kimoon, a Vienna il 2 settembre 2010, in occasione dell’inaugurazione della Accademia Internazionale Anticorruzione, hanno confermato l’infondatezza della fantasiosa stima di 60 miliardi di euro, o anche “…ben superiore …” secondo alcuni, quale costo della corruzione ogni anno in Italia." (a seguire, pg. 6, per la continuazione del discorso).

Il procuratore Arganelli ha letto Lener, che ha interpretato male la relazione del SAeT (full kudos in ogni caso per averla aperta: un atto di coraggio e di ammirevole abnegazione al dovere), e i giornalisti hanno stravolto le peraltro chiare parole della Arganelli.

Così nascono i titoli dei giornali in Italia. Così nasce l'utilizzo retorico dell'informazione quantitativa - crocianesimo nell'età di Internet, con venature barocche, e sottofondo pop: Warholize Corruption.

giovedì 16 febbraio 2012

Soft belly power


Alla larga dalla primarie americane; scarso interesse per la Spagna di Rajoy; l'ibernazione di Berlusconi toglie sfogo alla perversa curiosità verso il bizzarro e il deforme. Conseguenza: ho spostato i pezzi verso oriente. La Russia, che si è mossa, e la Cina, che ormai è sulla mappa.

Le grand résumé:

Xi Jinping, prossimo presidente della Cina, è nello Iowa a sorridere. Sorridendo si carica di soft power, che in Cina scarseggia - se ne rende conto il Presidente Hu Jintao: "the international culture of the West is strong while we are weak..

Olimpiadi, regalie e Istituto Confucio: la Cina ci sta provando ad ingraziarsi il mondo. Ma, "What China seems not to appreciate is that using culture and narrative to create soft power is not easy when they are inconsistent with domestic realities.".

Poi c'è tutto un côté gastronomico. A Xi Jinping nello Iowa offriranno bacon-wrapped pork tenderloin, Angus beef tenderloin, bacon-lettuce-and-tomato bites, and potatoes stuffed with white cheddar. Anche questo fa parte della "narrativa", ricordando il viaggio di Nikita Khrushchev, che nel 1959 entrò "potbelly-first into a cornfield in Coon Rapids, Iowa".

Potbelly-first Xi Jinping lo sarà dopo il pranzo. E ricorderà allora con rammarico quanto affermò alcuni anni orsono“a few foreigners, with full bellies, who have nothing better to do than try to point fingers at our country…. China does not export revolution, hunger or poverty; nor does China cause you any headaches. What else do you want?”

E' tutto collegato, è una cosmo-teleologia circolare.

Teoría de las 3 capas


Qui c'è tutto, incluso la teoria dei tre strati.

La teoria dei tre strati, e come si prepara uno zaino, dovrebbero essere argomento obbligatorio nelle nostre scuole. Al posto di religione: la trinità dei tre strati, ecco.

mercoledì 15 febbraio 2012

Intervallo


La tradizionale pulitura dei cornicioni: Forlì si prepara per la stagione balneare.


Forlì, il paradiso del gruista.



martedì 14 febbraio 2012

El poeta es guay



Continuiamo con l'arte spagnola.

"una version de un fragmento del poema de David Barberá "Solución Definitiva al Contencioso Valenciano-Catalán" musicada por mí. Éste es su segundo movimiento y lo que quería era experimentar un poco con el Casio y el Telemicro, que consiste en un auricular de teléfono analógico, de los fijos de antes, con una conexión jack, de las de guitarra eléctrica. Resulta curioso, pues la conexión jack nació para las centrálitas teléfónicas antíguas y ahora vuelve de la guitarra de nuevo al teléfono."

(La mierda sonora)

Conobbi David Barberá alcuni anni fa a Sevilla, in una libreria vicino all'Alameda ora trasformata in luogo per tatuaggi. Presentava El Bostezo, e si trattò di un incontro i cui dettagli non ritengo pubblicabili. In seguito, per El Bostezo scrissi anche un pezzo .. ecco, e le accentate?

David Barberá è il mio poeta contemporaneo preferito.

Qui sotto, ribadisco il concetto (punk retro smanettone). El DJ es guay. (Y el poeta tambíen)

Arte en Arco


Francisco Franco, ucciso dalla modernità, nell'inferno di un distributore di Coca Cola. Mi piace l'idea di Eugenio Merino: è l'arte del contrappasso. Alla Feria Internacionál de Arte Contempóraneo (ARCO) che inizia domani a Madrid.

lunedì 13 febbraio 2012

Cuando no hay harina


Si può navigare la realtà spagnola a bordo dei proverbi.

Il PSOE andaluso è a pezzi. Il presidente della giunta andalusa Griñan stava dalla parte della Chacón, ma ha vinto Rubalcaba. Il 25 marzo avranno luogo le elezioni andaluse e si stan decidendo i candidati. Malgrado abbia vinto Rubalcaba, Griñan è stato indicato come capolista. Non poteva essere altrimenti, certo, ma in ogni caso, se ha llevado el gato al agua.

Il segretario generale della federazione di Sevilla, José Antonio Viera, uomo di Rubalcaba, si è dimesso molto rumorosamente. Il problema è che si annuncia un disastro elettorale, e cuando no hay harina, todo es mohína.

Fa tristezza vedere finire in questo modo tre decenni di governo del PSOE dell'Andalucía. Vero è che, unas veces ganando y otra perdiendo, vamos viviendo. Ma dal punto di vista di Javier Arenas, eterno perdente alla guida del PP andaluso, e futuro vincitore, la dicha que tarda con más gusto se aguarda.

El PSOE andaluz se descompone a 42 días de las elecciones autonómicas, Lourdes Lucio, El País, 12 febbraio 2012.

Doonesbury l'aveva detto

Scrive The Atlantic: Internet dating has become the second most used method of dating, but it creates unrealistic expectations and promotes a sense of destiny.

E mi scrive ieri Cristina: "Non c'è nient'altro come Doonesbury che riveli in anticipo lo spirito del tempo".

Torniamo infatti alla prima striscia di Doonesbury, circa 1970. C'era già tutto.

domenica 12 febbraio 2012

Terzo e ultimo


Si ebbe la discussione sulle valutazioni degli studenti. Io portavo ingenue idee americane ed ero favorevole: nella mia università per pochi dollari ti vendevano il "Cape" (ora su Web, con accesso riservato agli studenti), un libro dove per ogni professore trovavi il "gradimento". Fui redarguito da un collega d'allora, un trombone che da decenni pontifica su un quotidiano cerchiobottista - nessun rapporto con la foto in alto: il caldo torrido mi rende vittima di associazioni d'idee improprie. Perché gli studenti non sono in grado di giudicarci, perché è demagogia, perché e perché.

Alla fine i questionari degli studenti si fecero, ma all'italiana. All'Università di Bologna i risultati per ciascun corso sono visibili soltanto al docente interessato, al presidente del corso di laurea e penso al preside. And they couldn't care less.

La trasparenza e i cosiddetti open data sono una questione cruciale, e spinosa, perché mettendo tanti dati in circolazione se ne avrà anche una lettura impropria. Proprio per questo, un'istituzione forte dovrebbe esporre le sue ragioni al suo pubblico e, se lo ritiene, anche dargli torto. Per esempio, io rivendico il diritto, se e quando lo ritengo necessario, di rendermi antipatico ai miei studenti.

Tra un paio di mesi riceverò i risultati dei questionari che hanno compilato gli studenti dei miei tre corsi. Un fioretto: li pubblicherò su Web, e così negli anni a venire.

The real world


Alcune riflessioni mentre, con le infradito ai piedi, aspetto che si alzi un po' di brezza per scendere in spiaggia, qui a Bologna.

Un giorno o l'altro mi leggerò tutti i Doonesbury a partire dal primo. Già usci qualcosa negli anni precedenti nel giornale studentesco di Yale, ma il primo vero, qui sotto, è del 26 ottobre 1970. E chi non ha avuto dei roommate (scelti) con qualche bug?


Secondo, quest'anno sono stato sorpreso dal fatto che tanti miei studenti avessero veramente voglia di lavorare. Ne parlavo con un collega, e diceva, più o meno, che forse sta passando il messaggio che non è il pezzo di carta che conta, ma quel che impari - e, aggiungerei io, i segnali che dai al mondo la' fuori. Forse, un effetto della crisi. Forse, ottimismo, malgrado tutto.

Terzo e ultimo, un'altra volta. E' che fa troppo caldo.


sabato 11 febbraio 2012

La gran macchina di San Luca


La strada era allora tutta sepolta tra due alte rive di neve, fangosa, solcata dalle rotaie profonde, che, dopo una tale nevicata, scavano le ruote cingolate dei SUV; e in certe parti più basse, s’allagava tutta, che si sarebbe potuto andarci in barca. A que’ passi, un piccol sentiero erto, in salita, indicava ad altri podisti che si poteva andare. Renzo, salito per un di que’ valichi sul terreno più elevato, vide quella gran macchina del santuario di San Luca sola sul colle, come se, non in cima al portico, ma sorgesse in un deserto; e si fermò su due piedi, dimenticando tutti i suoi guai, a contemplare anche da lontano quell’ottava maraviglia, di cui aveva tanto sentito parlare fin da bambino. Ma dopo qualche momento, voltandosi indietro, vide all’orizzonte quella cresta frastagliata di montagne, vide distinto e alto tra quelle il suo Resegone, si sentì tutto rimescolare il sangue, stette lì alquanto a guardar tristamente da quella parte, poi tristamente si voltò, e seguitò la sua strada. A poco a poco, discendendo lungo il portico, cominciò poi a scoprir campanili e le due torri e cupole e tetti; scese allora al Meloncello, camminò ancora qualche tempo, e quando s’accorse d’esser ben vicino alla città, s’accostò a un viandante, e, inchinatolo, con tutto quel garbo che seppe, gli disse: - di grazia, quel signore. - Che volete, bravo giovine?

Bene, tutto molto bello, però con questo l'argomento neve io l'ho esaurito. Che si sciolga in fretta e iniziamo a pensare se non all'estate, almeno alla primavera.

Kaliningrad



Riscaldamento rotto in case per ex-marinai e temperature domestiche sotto zero a Kaliningrad, porto della flotta del baltico. Bel quadretto di case russe, dove vive il popolo - anche se i marinai sono sempre stati una specie di nobiltà. Con i tubi rotti che si intrecciano, e strati di manutenzione mal fatta che coprono i muri come l'umidità. Quasi si sente l'odore, l'odore che solo hanno le vecchie case russe.

L'anno scorso trascorsi due settimane a Kaliningrad. Un T34 proteggeva l'entrata dello studentato dove vivevo. Mi sentivo protetto.


venerdì 10 febbraio 2012

La decadenza



Nel febbraio del 476 a Roma si ebbe una modestissima nevicata. L'Imperatore Romolo Augusto, con un editto, dispose la chiusura dei ginnasi. Anche l'inverno successivo nevicò a Roma, e le strade furono prontamente pulite dagli uomini di Odoacre, coi sandali ai piedi. Erano uomini che, quando parlavano in latino, per vezzo pronunziavano le vocali chiuse.

Ci riprenderemo Roma.

E al centro di Piazza Navona, al posto del fontanone, piazzeremo la statua di Aurelio Saffi. Così da Forlì ce la togliamo dai coglioni.

Luigi Frati


Del resto, la mitizzazione de La Cava, e l'idea romantica dell'avo contadino armato di fucile che va a Roma per difenderla dai preti e dai Frati (vedi sotto), mi dà il destro per aggiungere un corollario: non ho parenti all'università. All'Università di Bologna temo di non aver neanche molti amici. Il nostro Rettore, che è un latinista, per esempio pare che se la sia presa con me perché gli ricordai Tacito: omnium consensu capax imperii nisi imperasset. Ma questo è un altro discorso. O forse no, entra nella narrativa complessa e complessiva insieme con La Cava, con la Repubblica romana e con altre cose che non starebbe bene raccontare qui.

Dicono che tra un po' riprende a nevicare, e questo mi rallegra molto.

"«Parentopoli? Ma perché non parlate di "Ignorantopoli"? Questo è il vero problema dell'università italiana. Voi giornalisti fate solo folklore!», sibilò il rettore della Sapienza Luigi Frati al nostro Nino Luca. Ma la Procura non è d'accordo: papà, mamma, figlia e figlio docenti nella stessa facoltà sono troppi, come coincidenze."

Nei fatti volevo scrivere un'altra cosa. Luigi Frati, che schifo: un caffè con te, mai.

Il declino della Sapienza all'ombra di Parentopoli: è al 430°posto nel mondo, Gian Antonio Stella, Il Corriere della Sera, 10 febbraio 2012.

Osteria del Sole

Ogni grande impresa, mi dissero in Russia, inizia mangiando e bevendo. Il teatro di Stanislavski, per esempio, prese forma nel corso di una cena che durò 18 ore. Ieri sera, Alberto, Salvatore e io, per suggellare il nostro patto, ci siamo limitati a sei ore, prima all'Osteria del Sole, poi da Leonida.

Abbiamo molto brindato, per lo più a tocai, o "friulano", come lo chiamano ora. Al "Sole" abbiamo anche brindato alla Repubblica. Ieri era infatti il 9 febbraio, che dovrebbe essere festa nazionale. Nel febbraio del 1849, si narra, per la prima volta un Picci entrò a Roma. Aveva il fucile in spalla e, al seguito del triunviro Aurelio Saffi, era a difendere la Repubblica romana. Non sono del tutto sicuro della veridicità di questa voce, ma non importa, perché fa il paio con la mitizzazione della discarica de La Cava in cui sono cresciuto.

Da Wikipedia: "It was Stanislavski's historic meeting with Vladimir Nemirovich-Danchenko on 22 June 1897, however, that would create what was called initially the "Moscow Public-Accessible Theatre" but which came to be known as the Moscow Art Theatre (MAT).[73] Their eighteen-hour discussion—lasting from lunch at 2pm in a private room in the Slavic Bazaar restaurant to 8am the following morning over breakfast at Stanislavski's family estate at Liubimovka—has acquired a legendary status in the history of theatre".

giovedì 9 febbraio 2012

Io cammino per mosca


La Mosfilm ha messo a disposizione su Internet i suoi film, tra i quali ci sono i miei preferiti film sovietici. E' un'idea eccellente. Potrò finalmente vedere "Io cammino per Mosca. "Gheorghij Danelia ha girato un’urbana fiaba primaverile (1963) in cui gli spettatori hanno visto i giovani attori Nikita Mikhalkov, Evghenij Steblov, Aleksej Loktev e Galina Polskikh e ci hanno visto Mosca come non la vedremo mai più." (il resto su Arca russa).

Mosfilm rappresentò un pezzo importante della storia sovietica. Il suo simbolo, il monumento all'operaio e alla kolkhoznitsa, uno dei più begli esempi di realismo sovietico monumentale - molto monumentale.

"Io cammino per Mosca" fu forse il film manifesto del disgelo di Khrushchev. Il potere assoluto degli Zar; il leninismo-stalinismo, infine il potere verticale... e ogni tanto qualche disgelo: Alessandro II, la NEP, Khrushchev, la Glasnost. Alessandro II morì in un'attentato; la NEP terminò con Stalin e le purghe; Khrushchev fu cacciato e non fu neanche seppellito nel muro del Cremlino, e la glasnost è divenuta "potere verticale".

Vedremo che ne sarà delle proteste di questi mesi.

Dimenticavo: ecco il canale Mosfilm su Youtube.






mercoledì 8 febbraio 2012

Буран


Mi incuriosisce sempre l'adozione di parole nuove che, nello spazio di un mattino, (di solito) scompaiono. E' il turno di "buran", tempesta di neve in russo. Chissà a chi è saltato in mente.

Per me "buran" è lo space shuttle sovietico, che andò in orbita soltanto una volta, nel 1988, senza pilota. Poi tutto andò in pezzi, e anche il Buran: nel 2002 gli crollo sopra il tetto dell'hangar.

Una copia del Buran è a Gorky Park a Mosca, e pagando puoi entrarci. La vidi per la prima volta più di dieci anni fa. Mi fece molta tristezza, come Buffalo Bill nel circo. Fu lì che per la prima volta appresi del Buran; era settembre e non c'era neve.

Questo detto, mi pare di capire che buran abbia la stessa radice di bora e, secondo Wikipedia, "the same root is found in the name of the Greek mythological figure of Boreas/Βορέας, the North Wind. Historical linguists speculate that the name may derive from a Proto-Indo-European root *gworh- meaning mountain."

Questa riflessione mi pare un gran modo per cominciare la giornata. A proposito, le previsioni del tempo, per il finesettimana danno buran.

martedì 7 febbraio 2012

The Robot Psychics of India


Ti sintonizzi dalle parti dell'inguine, e ti predice il futuro. Sono i dettagli che contano.

“Here, Listen to My Underpants”: The Robot Psychics of India.

Rispetto alla la bocca della verità di Massimo, qui siamo oltre.

lunedì 6 febbraio 2012

Wagah



Wagah per lungo tempo (sino al 1999) fu l'unico varco di confine tra India e Pakistan. Ogni sera vi ha luogo una cerimonia per la chiusura del confine.

"In July 2010, as part of a move initiated by India, both countries agreed to tone down the aggressiveness exhibited by soldiers during the gate closing ceremony because the soldiers hurt their feet and knees performing the goose-stepping every day" (Wikipedia)

Se esistesse un misuratore di testosterone nel villaggio di Wagah il livello uscirebbe dalla scala. A me comunque quel passo non dispiace, potrei propormi come volontario per rimpiazzare i feriti. Preferirei dal lato pakistano: mi son parsi più aggraziati.

Mi ricorda uno strano passo che fa una sconosciuta che talvolta incontro su e giù per San Luca: ginocchia altissime mentre scala i santi scalini. Magari la prossima volta la fermo e a bruciapelo le chiedo: "ma lei, sportivamente, si ispira alla nota cerimonia di chiusura serale del confine tra Pakistan e India?" Trattandosi di incontri quasi notturni (le luci gialle che dovrebbero illuminare il portico sono deboli e malferme) e tipicamente in assenza di testimoni, son sicuro che con questa innocente domanda farei un figurone.

sabato 4 febbraio 2012

Il brutto tempo non esiste



Scopro ora che le parole di questa canzone sono del grande Eldar Ryazanov.

"Il brutto tempo non esiste e qualunque tempo ha grazia. Che sia pioggia o neve, qualunque stagione, dobbiamo ricevere con riconoscenza"

Poi il testo si allarga e approfondisce, ma io mi fermo a quel che concerne l'attuale contingenza.

У природы нет плохой погоды -
Каждая погода благодать.
Дождь ли снег - любое время года
Надо благодарно принимать

Restituire questa terra a se stessa



Questa bella ballata contro la guerra ha accolto, un paio d'ore fa, i manifestanti per le "elezioni pulite" alla Piazza Bolotnaya di Mosca. Piazza contro piazza, i favorevoli a Putin sono in piazza Polkonnaya, in una gara di numeri. A venti gradi sotto zero.

Болотная vs Поклонная, СВЕТЛАНА БОЧАРОВА, Газета.Ru, 4 febbraio 2012.


"Il colonnello Vasin arrivò al fronte con la giovane moglie e si rivolse al suo reggimento. "Torniamo a casa. Son diciassette anni che facciamo questa guerra. Ci han insegnato, che la vita è lotta. Ma gli ultimi dati delle nostre spie ci dicono, che abbiamo combattuto conto noi stessi"
..
"Il treno è in fiamme, non c'è più niente da raccogliere e non abbiamo più dove scappare. Questa terra era nostra, fino a quando non ci siamo impantanati in questa guerra. Morirà, se finisce pari. E' tempo di restituire questa terra a se stessa".

Полковник Васин приехал на фронт
Со своей молодой женой.
Полковник Васин созвал свой полк
И сказал им: Пойдем домой.
Мы ведем войну уже семьдесят лет,
Нас учили, что жизнь - это бой,
Но по новым данным разведки
Мы воевали сами с собой.
..
Этот поезд в огне,
И нам не на что больше жать.
Этот поезд в огне,
И нам некуда больше бежать.
Эта земля была нашей,
Пока мы не увязли в борьбе,
Она умрет, если будет ничьей.
Пора вернуть эту землю себе.

¡Viva Zapatero!



Ora che non è più di moda, ora che sta nella polvere, mi viene più facile gridare "viva Zapatero". A Sevilla (è in corso il 38o congresso del PSOE) Zapatero ha salutato tutti e ha difeso i suoi dieci anni da comandante in capo. Ha commesso errori, ma ha rappresentato il meglio della Spagna. La Spagna laica e moderna, contro quella "de pandereta y castañuela", quando non peggio. ¡Viva Zapatero!

Zapatero reivindica el zapaterismo, El País.

Zapatero reclama para el próximo líder del PSOE "el apoyo de todos", Público.

E poi, Rubalcaba o Chacón? Con la testa, Rubalcaba; col cuore, Chacón (i retroscena e gli intrighi secondo El País, che è partito nel partito e quindi si deve far la tara).

"Oficialmente podría parecer, por antigüedad y acumulación de cargos veteranos en las tareas orgánicas en los últimos tiempos, que Alfredo Pérez Rubalcaba es el candidato del felipismo y del aparato federal y de todo el partido. Pero ese axioma tampoco está tan claro. Porque la candidata Chacón tiene en sus filas o muy cercanos a los máximos controladores del aparato del PSOE en Cataluña, Andalucía, Comunidad Valenciana y Madrid, que suman en teoría más de la mitad de los casi 1.000 delegados con derecho a voto. Ese aparato también cuenta, vigila, presiona y mangonea. Ese aparato tampoco es neutral. Ninguno lo es."

venerdì 3 febbraio 2012

Criança de La Cava


Tempo fa, Paolo Manasse scrisse un articolo per "lavoce.info" che iniziava così:

"In tutto il mondo le persone annunciano nascite, matrimoni e morti. Solo in Italia però i necrologi si accaparrano intere pagine di quotidiani. Perché all'estero si dà un'informazione, mentre da noi si segnala soprattutto l'appartenenza a un club, qualsiasi esso sia, e lo status sociale che questo presuppone."

Le persone accorte sanno che è importante segnalare che si appartiene agli ambienti e alle famiglie giuste. In quest'Italia bloccata, quando incontro un "figlio di qualcuno" in una posizione di qualche responsabilità immediatamente deduco che è un idiota - e ovviamente sbaglio, perché in circa il 13% dei casi non è così. Le persone scaltre, poi, non si limitano a fornire segnali isolati - un necrologio ogni tanto, per dire - ma dipingono un quadro coerente, sino a creare una mitologia personale.

Anch'io, che non ho mai comprato un necrologio su un giornale, da anni cerco di costruire il mio affresco. Mi segnalano una tesi di dottorato che parla del quartiere di Forlì dove sono cresciuto. La Cava: periferia di immigrati, case popolari, decimato dall'eroina negli anni '80. Eravamo una discarica.

"Nel 1967, con una petizione i cittadini de La Cava fanno capire che non sono intenzionati a prendersi l’immondizia di tutta la città. 4.000 persone a 1 km dalla discarica sostengono che solo pochi rifiuti sono trasformati in concime mentre una montagna di rifiuti, allo spirare dello scirocco, “ammorba l’aria di un fetore insopportabile che la rende irrespirabile” oltre all’invasione delle mosche in estate. Si rileva il pericolo per l’acqua potabile dovuto all’inquinamento delle falde per quelle ancora numerose famiglie che non possono usufruire dell’acquedotto cittadino. Ancora nel 1969, un articolo di G. Zanniboni, un abitante de La Cava, dirigente del Pci, e futuro sindaco alla fine degli anni settanta, riporta i problemi ambientali di Forlì: inquinamenti dei fiumi, in particolare il Ronco, dove già dagli anni sessanta insorgono gli abitanti della frazione Coccolia, posta a valle, rilevando diverse patologie umane e animali e vegetali. In esso scaricano un industria chimica, una distilleria, uno zuccherificio, oltre agli scarichi reflui dei comuni di Forlì e Forlimpopoli; nessuno di essi dotato di sistemi di depurazione. In secondo ordine ma altrettanto grave c’è la questione della discarica. Egli accusa di inerzia le autorità competenti, e il potenziale perverso del progresso tecnico che subordina uomo e la natura ai profitti privati. Poco prima era avvenuta una manifestazione organizzata dal Consiglio di zona con la partecipazione del parroco (Don Mario Ricca) alla testa del corteo di auto, che dal quartiere raggiunge Piazza Saffi, con cartelli, sacchetti dell’immondizia e megafoni"


Il sindaco Zanniboni viveva "di la' dal campo", e uno dei suoi tre figli (purtroppo morì a 17 anni in un incidente stradale) era in classe con me alle elementari. Don Paolo Ricca era il fratello della mia terribile Prof. di latino al liceo. Finì missionario, e a lui è intitolata la piazzetta del quartiere.

Nella foto in alto vi sono io di spalle con la magliettina a righe, mentre cerco oggetti utili con altri criança de rua nel campetto tra Via Tramazzo e il muro dell'opificio. Balle, d'accordo, ma non intendo certo mettermi a pagare necrologi di morti sconosciuti.

Io sto coi pirati


Tutto si compone, tutto è collegato. Proprio ieri sera Napoleone è entrato in territorio russo; lo Zar Alessandro, incredulo, lo ha appreso mentre era a una festa. Se la neve che è dappertutto continua a mantenermi in uno stato di torpore favorevole alla lettura, presto si avvererà il capolavoro del Generale Kutuzov: dare Mosca, per vincere la guerra.

Oleg Kashin sul Kommersant parla di "tattica Kutuzoviana" per Putin: garantire elezioni pulite a Mosca, e fare i suoi comodi in Russia (concetto territoriale che, si sa, inizia oltre il confine della MKAD).

"Это такая кутузовская тактика — сдать Москву, чтобы победить", Коммерсант, 3 febbraio 2012.

Si avvicinano le elezioni e io ormai ho scelto il mio partito. Ho abbandonato "Russia giusta", anche se il suo leader continua a spedirmi tutti gli anni gli auguri di Natale.

Ora sto coi pirati. Per una democrazia diretta elettronica, e via.

giovedì 2 febbraio 2012

La purezza delle linee


Cento anni fa, la Coppa Schneider - fa bene l'aeronautica militare a ricordarlo.

Giovanni Pegna fu uno tra i più creativi progettisti italiani. Nella ricerca della "purezza delle linee", insomma dell'assoluto, inventò un idrovolante senza scafi che, nella sua testa, doveva avviarsi come un aliscafo. Il Piaggio Pegna C.7.

Non riuscì mai a volare, ma che importa, quando si parla dell'assoluto.

(Un francese, nel 1988, ne costruì un modello in scala ridotta, e volò - si veda in fondo alla lunga pagina).


Corruzione


Da molti anni, anche se a corrente alterna, mi occupo di corruzione. Da un paio d'anni, grazie a Gustavo Piga che mi coinvolse in un progetto con la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, e ad altre evenienze, il tema è rientrato al centro dei miei interessi. Potrei chiosare sul fatto che i miei interessi sono totalmente eterodiretti da evenienze che si palesano non richieste e insomma dal caso, e magari trarre qualche conclusione, ma sono armato di autoindulgenza inossidabile per cui non lo farò.

"Il 23 dicembre 2011 il Ministero per la pubblica amministrazione (P.A.) e la semplificazione ha istituito la Commissione per lo studio e l’elaborazione di proposte in tema di trasparenza e prevenzione della corruzione nella P.A.

Il 31 gennaio 2012 la Commissione ha elaborato un primo rapporto legato alla prima parte del suo mandato, quello di formulare in un arco temporale contenuto, alcune proposte di emendamento al disegno di legge in materia di anticorruzione (A.C. 4434), che da tempo giace triste e trascurato nelle aule parlamentari."

Questo è il commento di Gustavo a detto "rapporto", e concordo. Avrei qualcosa da aggiungere, ma fuori nevica, e le cose belle mi distraggono da quelle importanti.

mercoledì 1 febbraio 2012

Пьер Безухов


Oramai col Kindle vedi la percentuale di avanzamento. 49%. Insomma, è a metà di Guerra e Pace che Пьер Безухов raggiunge la piena maturità, trovandosi coinvolto nelle sciocchezze di Natalia, che segretamente ama, sapendo che non può (per due motivi). Due motivi! Tutto questo, in un aeroporto chiuso per neve. Chissà perché sono i luoghi degli spostamenti (anche se falliti, come oggi) che mi regalano il meglio.

Nella foto, Александр Андреевич Безбородко, personaggio che a quanto pare ispirò il padre di Pierre (figlio illegittimo ma erede unico).

Io ringrazio la neve. Oggi Bologna non è Bologna. Si percorre con slitte e tiri da tre cavalli e con pelliccia aperta sul petto. I dieci gradi sotto zero non si sentono, quando si ha l'anima russa di Pierre.