venerdì 27 settembre 2013

Mi chiami, grazie



"Voglio creare il TripAdvisor degli ospedali italiani". Il ministro alla Sanità Beatrice Lorenzin si butta sull'open data [...]

[...]

E i cittadini, ministro, faranno "recensioni" come sul noto sito dedicato a hotel e ristoranti?
"Inizialmente potranno esprimere pareri su aspetti come l'accoglienza del personale, la pulizia dell'ospedale, l'umanizzazione delle cure. Fargli dire la loro su aspetti propriamente sanitari è più delicato. Magari si potrebbero inserire i commenti di questo tipo in sezioni che possono essere consultate solo dagli addetti ai lavori".


(Beatrice Lorenzin: "Un TripAdvisor degli ospedali italiani e i cittadini potranno scegliere l'eccellenza", di Michele Bocci, La Repubblica, 27 settembre 2013).

Gentile Ministro Lorenzin, da anni mi occupo di questi temi. Ho pubblicato un libro (Reputation-based Governance, Stanford University Press) e due capitoli in libri collettanei (questo è uno, per The MIT Press, e un altro per Routledge uscirà nel 2014). Le potrei raccontare tante cose, per esempio che la sua idea è buona, ma che bisogna fare molta attenzione a come si mette in pratica.

Ho poi sempre sognato di fare il consulente per un governo dalle larghe intese.

Ps. Se non mi trova, lasci detto in segreteria, grazie.

mercoledì 18 settembre 2013

martedì 17 settembre 2013

Alberi della conoscenza



Bella collezione di alberi della conoscenza.

Manca "How to look at modern art in America" di Ad Reinhardt, che ricordavo, e che riporto sopra.

lunedì 16 settembre 2013

Le Droit des gens



Apprendo ora che George Washington non restituì mai la copia del Le Droit des gens del de Vattel che il 5 ottobre 1789 prese in prestito dalla New York Society Library. Una copia del libro (non la stessa) fu restituita dalla Mount Vernon Estate di Washington nel 2010.

Se George Washington, come ho appena fatto io, avesse invece scaricato quel libro per il kindle (tra l'altro, è gratis), si sarebbe risparmiato, sia ex-ante che ex-post, tale figuraccia.

domenica 15 settembre 2013

Lettura dei giornali: impossibile



Inevitabilmente, a volte si butta l'occhio.

Letta: "Se cade il governo, si pagherà l'IMU e la manovra la farà Bruxelles" (titolo su La Repubblica delle Banane).


Un capolavoro di retorica: in una riga ha sintetizzato un'epoca.

domenica 8 settembre 2013

La Razza Romagnola

La mia pluridecennale ricerca identitaria è terminata: ieri sera mi son trovato.

Di fatto stavo cercando tutt'altro - il bivacco del Monte dei Gralli. Ho imboccato il sentiero da Bocconi, subito dopo il ponte.



Salendo ho incontrato questa bestia verde chiaro. C'è chi in montagna vede cervi, daini, persino il lupo. Io, solo ramarri giganteschi e cose simili.



E' giunta la notte. Nel buio si è avuta la scoperta. E' apparsa la Razza Romagnola. L'allevamento della razza romagnola, addirittura.



La razza romagnola, dagli occhi di fiamma, è vigile anche di notte.



Poi ho trovato il bivacco, che era però assai affollato, per cui ho dormito fuori. In latino, diremmo: panca, sed apta mihi



Un esemplare adulto di razza romagnola, all'alba.



In montagna viene naturale fare foto ai panorami e non si può resistere.



L'ultima volta avevo disegnato un fiocco. Questa volta è venuto una specie di otto.







mercoledì 4 settembre 2013

Padre Marco Davitti



Lo incontravo quasi sempre sotto al portico, spesso era in bicicletta fuori dal portone di casa sua, e sempre scambiavamo qualche parola, qualche volta in russo. Sempre sorrideva e aveva una parola che mostrava interesse per gli altri. Aveva fama di spirito indipendente (mi pare di capire, da mezze parole, troppo indipendente). Una di quelle persone con le quali mi sarebbe piaciuto parlare di più, ma se n'è andato.

martedì 3 settembre 2013

Lucio B Goode

In un tempo lontano fui un costruttore.

Verso i quattordici anni mi resi conto che se avessi insistito nel voler diventare un astronomo non avrei mai trovato la Morosa. Virai i miei interessi a 180 gradi e mi dedicai al rock. Comprai una chitarra acustica da due soldi e qualche libro e iniziai a studiare. Presi anche qualche lezione da un discreto chitarrista locale, che però spesso si dimenticava dei nostri appuntamenti e alla fine ci si incontrò solo poche volte.

Per fare il chitarrista rock e trovare la Morosa era indispensabile procurarsi una chitarra elettrica "solid body". Decisi di costruirla. Trascorsi l'estate tra la seconda e la terza liceo lavorando da metalmeccanico: approfittai della disponibilità dell'officina, che il padrone gentilmente mi concesse fuori dall'orario di lavoro, per portare a termine il progetto.


La chitarra era ispirata al "diavoletto" della Gibson. Comprai le meccaniche e due pickup DiMarzio. Provo ancora un fremito a vedere l'adesivo "DiMarzio Powered".


Costruì il ponte da solo, in ferro, con micromovimenti longitudinali e verticali. Realizzai il copri-ponte sagomato in alluminio. L'elettronica, tono e volume, me li procurò un mio amico che sapeva qualcosa di elettronica. Ne sapeva poco, perché non funzionavano: alla fine misi solo l'interruttore e il selettore dei pickup.


Il problema fu il manico. Non sapevo come inserire l'anima in metallo interna che bilancia la tensione delle corde, e così non la misi - probabilmente pensando a una seconda fase di lavorazione per rimediare. Presto il manico iniziò a piegarsi.

Inizialmente la chitarra era del colore naturale del legno. Avevo utilizzato degli scarti di lavorazione in compensato marino trafugati alla Comar, la fabbrica di barche a vela dove aveva un appalto la ditta per cui lavoravo. Anni dopo la Comar fallì, non credo come conseguenza del legno che sottrassi. A causa di quelle strisce parallele di legno in bell'evidenza, quella bestia di Gabriele Foschi definì la chitarra uno "chalet di montagna". Non fu bello, perché suonare uno chalet di montagna non era il modo migliore per trovare la Morosa. Per questo decisi di dipingerla di rosso.

Ho il talento musicale di una tartaruga ubriaca e ben presto abbandonai la chitarra, che non mi servì a nulla. Valga questa testimonianza come prova della forza, se non dell'amore, almeno degli ormoni.