domenica 16 novembre 2025

加油 (jiāyóu): Olio (forza, coraggio!)

 L'opinione degli altri è molto importante e inevitabilmente ci influenza. Per esempio io, che certo non amo perdere la faccia, se ho in mente di fare qualcosa di relativamente difficile ("costruirò dei mobili su misura da mettere sotto la scala") lo annuncio preventivamente a destra e a manca. Così poi per non perdere la faccia li devo veramente fare, che non c'è nulla di più patetico di qualcuno che annuncia che farà qualcosa, e poi non agisce. E quei mobili li ho costruiti, con un lavoro bestiale, e sono francamente bellissimi.

E' per una variazione di questo ragionamento che ultimamente ho ripreso a studiare le lingue straniere. Non una lingua, ma cinque. Un po' di russo, per non dimenticare del tutto quel che avevo appreso faticosamente. Il francese continuo a praticarlo ascoltando Radio France Internationale la mattina. Ascolto poi dei podcast brasiliani, anche se certi miei tentavi di studiare la grammatica portoghese ad oggi non hanno portato a molto. 

Sopratutto, ho dedicato le ultime settimane allo studio della grammatica tedesca. Ho ricopiato in un quaderno un ampio estratto della grammatica che usavo qualche decennio orsono. Scrivere in  corsivo mi rilassa molto. Come si vede dalla foto, faccio anche delle specie di cornicette attorno ai titoli. 

Quando mi stanco di tali esercizi passo al cinese. Cerco di scrivere e di memorizzare un insieme di caratteri, e anche di avere una vaga idea di come si pronunciano (c'è una app fantastica per questo, Pleco). 

Avrò successo? Ovviamente no. Col cinese, poi, non andrò oltre al "ciao, some sta?", e gli scarabocchi che riesco a produrre sono di qualità imbarazzante, soprattutto se si considera che la bella calligrafia in Cina è importantissima. Ma cinque lingue contemporaneamente? E tra queste, il cinese? E' impossibile non fallire. E quindi del fallimento nessuno me ne farà una colpa, come sarebbe avvenuto se avessi annunciato, lo studio di una nuova lingua.

***

Nel giugno scorso in centro a Bruxelles ho incontrato un cinese vicino alla sua motocicletta. E' riuscito a comunicarmi che era partito da Shanghai, e l'ho fotografato.


Ho cercato col telefonino un'espressione che mi avevano raccontato tempo fa: per dire "forza, coraggio!", si usa la parola "olio" ("aggiungere olio"). Assai pertinente, direi acuta, dato il contesto di quell'incontro a Bruxelles. E infatti il motociclista di Shanghai ne è rimasto molto sorpreso. Ha sorriso ampiamente, e poi ci siamo salutati fraternamente.

Quindi, c'è una morale. Le cinque lingue non le imparerò mai, ma alla fine basta poco per aggiungere argomenti per attaccare briga quando, nel centro di Bruxelles si incontra qualcuno appena arrivato, in moto, da Shanghai.