sabato 19 agosto 2023

Wunderkammer dei poveri

"Una wunderkammer, in italiano letteralmente camera delle meraviglie o gabinetto delle meraviglie[1] anche indicata come camera delle curiosità o gabinetto delle curiosità,[2] chiamata pure kunstkammer, in italiano letteralmente camera dell'arte, è un'espressione appartenente alla lingua tedesca, usata per indicare particolari ambienti in cui, dal XVI secolo al XVIII secolo, i collezionisti erano soliti conservare raccolte di oggetti straordinari per le loro caratteristiche intrinseche ed estrinseche." (Wikipedia)

Qualche settimana fa stavo scendendo dal crinale dove ero andato a dormire per stare al fresco. Nel discendere, ho incontrato un signore dall'aria un po' stranulata. Dopo un saluto, mi ha mostrato una pietruzza, "te la regalo, è un quarzo che ho appena raccolto. Sai, qui attorno, se fai attenzione, se ne trovano".

Dato che prima o poi a casa dovrò far costruire una certa nuova libreria, ho pensato un angolino sarà dedicato a una Wunderkammer,  con oggetti che ho raccolto negli anni. 

"Quarzo, Sentiero 101,  zona Samponeda. Luglio 2023". "Pezzetto di legno, spiaggia a Big Sur, California, 2003". "Coccio forse di anfora antica, o forse no. Agathonisi (Grecia), baia a nord, anno imprecisato". "Conchiglia, spiaggia del Marocco". "Saponetta con marchio TWA sottratta da bagno di Boeing 747 sorvolando l'Atlantico. Anno: prima del fallimento della TWA".

E così via, a discendere verso oggetto sempre più irrilevanti: quelli menzionati saranno i pezzi nobili. E le Wunderkammer erano infatti cose da nobile, per chi si poteva permettere sia gli oggetti, sia la curiosità del possessore che volevano comunicare agli ospiti. E gli ospiti miei, come prima cosa appena tolto il soprabilto, saranno obbligati a visitare quell'angolino per esprimere doverosa meraviglia.

Tutti dovremmo creare una Wunderkammer nelle nostre case più o meno borghesi. Modesta e patetica  come sarà la mia, ma utile, per sparigliare  i codici. 

 

lunedì 26 giugno 2023

Lettere anonime all'università

A una collega del Dipartimento di Scienze Politiche della mia università è stata recapitata una lettera anonima, con una macabra intimidazione. Fatto gravissimo, ed è bene che il Rettore Molari, e il direttore Andreatta, abbiano espresso parole chiare di condanna. E anch'io, nel mio piccolo, ho espresso  solidarietà alla collega.

La questione si presta a una considerazione generale. Di cosa ci stupiamo? Qua dentro si sono sempre scritte lettere anonime. Quelle intimidatorie ne sono una versione, certo estrema, ma dentro ai confini del genere.

La lettera anonima è un nostro modus operandi. Se io sono considerato un personaggio strano, in gran (e temo non esclusiva) parte è perché le tante lettere che ho scritto le ho sempre firmate.

Molti anni fa capitò anche a me di essere colpito da una strana lettera anonima. Anzi, era una lettera finta non-anonima (siamo comunque dei creativi). Dirigevo un laboratorio e c'era una certa polemica con un professore che si occupava di temi simili. Un mio messaggio ai miei collaboratori venne "captato," stampato, e spedito al Rettore a mio nome. Mi chiamarono dalla sua segreteria, dato che avevano mangiato la foglia, e si convenne che la lettera non meritasse la consegna.

Potrei fare altri esempi di lettere anonime di cui ho avuto notizia nel corso degli anni. Da noi si fa così. Qua dentro, le persone disposte a metterci la faccia quasi non esistono. Sarebbe utile riflettere sia sui motivi, sia sulle implicazioni. 

Docente minacciata per un concorso dell’università di Bologna. In una busta una zampa di volpe: “Vattene dal dipartimento, puoi farti male” Ilaria Venturi, La Repubblica, 25 giugno 2023.


PS (27 giugno 2023). Quel che è sopra, scrivevo ieri, immodificato. Leggo oggi sul Corriere di Bologna (a firma Marina Amaduzzi) un "virgolettato" della collega del dipartimento di Scienze Politiche: "«Ho letto sui siti e sui giornali le dichiarazioni di solidarietà del rettore Giovanni Molari e del direttore del mio dipartimento Filippo Andreatta, ma non ho ricevuto neppure una mail».

Se è così, è grave. Io capisco la prudenza e il riserbo per una questione ovviamente molto delicata, ma i vertici cosiddetti politici dovrebbero esserci anche per piantare doverosi "paletti". Stabilendo per cosa siamo, e per cosa viceversa non siamo. E questo non solo può, ma deve essere fatto ora.




domenica 21 maggio 2023

Rethinking Corruption

 


La sera in cui Bolsonaro fu eletto presidente, due fan avvolti nella bandiera nazionale sorreggono una sua immagine in cartone e, idealmente, presentano il nuovo presidente al Paese. Sullo sfondo, la cattedrale di Brasilia di Oscar Niemeyer. La copertina del libro non sarà questa perché la qualità dell'immagine è inaccettabile. Ma l'idea era bella. 

Feci la foto a Brasilia, il 28 ottobre del 2018. Avevo iniziato a lavorare a questo progetto enorme (ne avevo scritto quiqui, e qui.) mesi prima, a San Pietroburgo. Brasile e Russia sono due dei casi di studio che considero. Il terzo, gli Stati Uniti.

Il titolo del libro è "Rethinking Corruption. Reasons Behind the Failure of Anti­-Corruption Efforts". Lo pubblicherà Cambridge University Press, penso all'inizio del 2024. Coi libri ci vuole molta, molta, pazienza.


martedì 18 aprile 2023

Bengala


Secondo Wikipedia, "Il nome bengala deriva dall'omonima regione dell'India dove un tempo venivano usati segnali illuminanti nella caccia alla tigre." 

Secondo mia madre, c'erano due tipi di bengala: col paracadute bianchissimo o color panna. In seta pura. 

Era l'estate del 1944 e la famiglia si trovava "sfollata" nella campagna di Forlimpopoli, al lérghi ‘d Scarpèll (la larga dello Scalpello). 

Mia nonna si trovava con la signora Beppa. Famiglia Beneventi; origini ferraresi lei e modenesi il marito, erano i contadini che ospitavano la famiglia di mia madre. In un campo trovarono il paracadute, risultato di un bombardamento recente. Era del tipo bianco e se lo divisero in parti uguali. 

Mia nonna Emma è al centro della foto. Era un brava sarta e l'abito per la Comunione di mia madre, Gabriella, lo fece lei. In seta pura. Di quell'abito poi se ne fece una camicetta, ricorda mia madre. E a sinistra c'è mia zia Nadia - che era un nome un po' comunista e all'anagrafe dovettero scrivere "Graziella". 

Per fare la foto andarono a Ferrara, da dove proveniva la famiglia. Il portafotografie è chiuso con dei chiodini e non trovo le pinze per aprirlo. Chissà che sul retro non sia datata, la fotografia, anche lei oggi atterrata col paracadute, per caso.

domenica 2 aprile 2023

Il turgido monte

Ieri ho percorso il facile sentiero che da San Benedetto in Alpe porta alla cascata dell'Acquacheta. C'era acqua d'appertutto e ho pensato, "oggi il monte è turgido". Ho cercato anche altri aggettivi, come "enfio" e "gravido" ma, non so perché, quel che mi è rimasto in testa per tutta la giornata è stato il monte turgido, e non altro.



La cascata ieri era bellissima. L'ho aggirata salendo, e anche il torrente che l'alimenta era molto turgido. Scorre placido in una piana (da cui forse in nome di "acqua cheta"), e il sentiero lo attraversa numerose volte, e numerose volte ho dovuto guadarlo coi piedi nudi e le scarpe al collo. L'acqua non era troppo fredda, ma alla fine mi ero veramente rotto le scatole di quel continuo togli-e-metti. 

Arrivato al crinale, ho proseguito sino al passo del Muraglione. Ricordavo la lapide che descrive come si finanziò l'opera, ed è una testimonianza interessante per chi si diletta d'economia pubblica:

"Con l'avanzo del denaro pubblico

fu fatta la spesa

e ad esse le comunità beneficiate concorsero"


Il disegno finale: un comodo anello di trenta chilometri e non tanto dislivello. Ma per arrivare alla cascata si richiede sforzo ben inferiore. Dante la vide e ne scrisse, in un passaggio oscuro del canto XVI dell'Inferno. Si era fermato al convento dei Benedettini che si trovava nei paraggi, laddove lui si trovava, invece, in uno stato confusionale.

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domenica 20 novembre 2022

Trasparenza degli algoritmi


Quando lavoravo per la Commissione Europea (presso la sede di Siviglia del Joint Research Centre), Marc, il caposquadra, mi mandò "in missione" a Bruxelles. C'era nell'aria in conferimento al centro di Siviglia di certe analisi con modelli CGE (Computable General Equilibrium). Io ero e sono molto contrario ai CGE, e così era il nostro capo. Non li si voleva fare. Per questo mandarono me, perché ero la persona ideale per conseguire un non-risultato. E infatti trionfai.

All'incontro a Bruxelles c'era qualche venditore che di cotali modelli decantava le doti. Io proposi una concione sull'esigenza di avere algoritmi trasparenti, anche per evitare che la Commissione venisse accusata di un approccio tecnocratico. "Let's make the black boxes transparent", proclamai.

La mia critica era inoppugnabile - nessuno in Commissione ama l'accusa di "tecnocrazia" - e al tempo stesso improponibile: i "vendor" non hanno nessuna intenzione di aprire il codice, anche e certo non solo perché, cito a memoria da un bel vecchio articolo di Leamer, vale per le stime econometriche quel che si dice delle salsicce: non vuoi vedere come sono fatte.

Andò benissimo: i modelli CGE arrivarono a Siviglia, ma se li prese un altro team (qui) più di bocca buona del nostro.

Apprendo che al JRC di Siviglia si aprirà il nuovo centro per la trasparenza degli algoritmi. Il contesto è un po' diverso, dato che si parla di algoritmi altrui e non dei propri... ma diamo tempo al tempo.

La foto che apre l'articolo è dove ogni mattina entravo per andare a lavorare, sempre portando nel mio zainetto la mia notoria astuzia politico-dadaista.

ps. La questione importante citata sotto è la DSA (e poi c'è la DMA): se ne dovrebbe parlare di più.

Sevilla albergará el Centro Europeo para la Transparencia algorítmica. Eva Saiz, El Pais, 15 novembre 2022.

"España albergará el Centro Europeo para la Transparencia Algorítmica (ECAT en sus siglas en inglés), una de las principales herramientas de la Unión Europa para garantizar el buen funcionamiento y el control de contenidos ilícitos y perjudiciales de las plataformas digitales y brindar una mayor protección de los derechos fundamentales de los usuarios de Internet, que son los objetivos de la Directiva de Servicios Digitales (DSA), una de las grandes apuestas legislativas de la Unión Europea, que mañana entra en vigor. En concreto, el nuevo organismo tendrá su sede en el Centro Común de Investigación (JRC) que la Comisión tiene en Sevilla."

domenica 18 settembre 2022

Delusional Index

Mi capita di quantificare concetti. Tempo fa pensai il "Miranda-Picci index of relative prices", di cui per pudore non dico troppo. Basti sapere che il nome porta tributo postumo a Francisco de Miranda, un venezuelano che nella Russia di Caterina II raccolse dati importantissimi. L'idea di tale misura è divertente e irriverente, e se troverò il tempo per elaborarla sicuramente meriterà l'Ig Nobel Prize.

Considerando la guerra in Ucraina, ho ideato un "Delusional Index", a rappresentare il livello di illusione che un Paese ha di se stesso. 

Per l'India, un tale indice assumerebbe un valore molto alto, influenzato dall'ideologia dominante hindutva. Molti indiani, baloccandosi con idee strampalate sul loro grande Paese, non si rendono conto dello stato disastroso in cui versa e di quanto poco stiano facendo per cambiarlo.

Per l'Italia, mi pare che la situazione sarebbe ben diversa. Fortunatamente perdemmo la II guerra mondiale e imparammo un po' di utile umiltà.

Il valore del Delusional Index per la Russia, ingabbiata com'è in un sogno revanchista che fa a pugni con i pochi strumenti a disposizione per perseguirlo, si situerebbe forse a un livello intermedio tra Italia e India. 

Diversamente da altri "global governance indicator", che tendono ad essere abbastanza stabili nel tempo, il Delusional Index potrebbe forse presentare variazioni temporali considerevoli. Per esempio, l'Italia degli anni '30 del secolo scorso era sicuramente molto delusional. Per esempio, consideriamo il Brasile. Sto leggendo un bel libro di Idelber Avelar ("Eles em nós: Retórica e antagonismo político no Brasil do século XXI"). Parla tra l'altro degli anni di auge del "Lulismo" (quando Lula era presidente, e soprattutto dopo il 2005), segnato da una retorica volontarista e improntata a grande ottimismo. Erano gli anni, del resto, in cui una prima pagina de l'Economist mostrò un Brasile che decollava come un missile. Il Delusional Index assumerebbe un valore più alto allora, rispetto alla fase attuale in cui il Brasile è ripiegato su se stesso.

Dovrei ragionare su come rendere operativo il Delusional Index. Sono indeciso se dedicarmi prima a questo, o al calcolo di quel Miranda-Picci Index che mi farà vincere l'Ig Nobel Prize. E' un dubbio serio, che mi fa tornare in mente il problema che incontrò l'asino di Buridano (e l'accento sia su "asino").

martedì 9 agosto 2022

Anonima Camminatori

  Ho accompagnato due amici (forse meglio, conoscenti) per 4 giorni dalle parti del crinale. Non dico dove, per non dar piste. La vista da dove si dormiva era all'incirca quella sopra. Qualcuno capirà.



Abbiamo dormito tre notti all'aperto, in una piccola radura coperta da faggi a 1650 metri di quota. Ero con due  stimati professionisti e per rispettare la loro privacy non rendo noto non dico i nomi, ma neppure le iniziali. Per timore che possano essere surretiziamente identificati li chiamerò X e Y. Se si venisse a sapere nei rarefatti ambienti romani e milanesi che frequentano, potrebbero essere vittima di riprovazione quando non di canzonatura. E non desidero danneggiarli, dichiarando che, io conoscendo loro, loro conoscono me.

Si cenava in un rifugio a un chilometro scarso dal nostro bivacco improvvisato. Tutto a base di fagioli: pasta e fagioli, arista con fagioli, e fagioli e salsiccia. Non so che problemi avesse il cuoco.

Camminando, abbiamo pensato che, approfittando delle entrature romane e milanesi di X e Y, si potrebbero organizzare dei corsi per dirigenti per sviluppare doti e carisma. Da fare pagare carissimi. 

Qualche notte a dormire fuori in montagna: un programma "lacrime e sangue", nella sintesi riflessiva di X, che in questi giorni si è lamentato molto.

Verranno poi offerti corsi ulteriori, di secondo e terzo livello (in un crescendo infernale), e anche un programma per disintossicarsi, un''"Anonima Camminatori" insomma. Alla fine, la comunità dei discenti potrebbe costituirsi in setta, ben manovrata per tenere agganciate le Alte Dirigenze nazionali nel lungo periodo. E per piegarle a un Grande Progetto Nazionale nostro, non propriamente politico, ma dal carattere tra il surreale e il dadaista (dettaglio da valutare bene, perché ovviamente non è la stessa cosa).

Questi ultimi piani non li ho ancora comunicati a X e Y, che in ogni caso, mentre eravamo in montagna, si dicevano d'accordo su tutto quanto io proponessi: non avevano con loro la mappa del ritorno.

domenica 31 luglio 2022

La settima onda

 

 

Ho contato e, se non ho contato male, quella attuale è la Settima Onda del Covid. 

 

(Fonte: Sole 24 Ore)

giovedì 7 luglio 2022

Potere assoluto all'Università di Ferrara

Ci vorrebbe Giorgio Bassani per parlare oggi dell'Università di Ferrara, con la sua penna lieve che non si accanisce di fronte alla povertà umana, tanto che, mentre la viviseziona, pare accarezzarla. Ci vorrebbe il suo tatto per raccontare "un Ateneo irrecuperabile", come in una comunicazione privata me lo descrive un suo esimio professore.

Non ho tale penna e mi limito a uno scarno aggiornamento di vicende sulle quali mi pronunciai in passato (qui), a seguire le accuse di violazione delle regole deontologiche della ricerca scientifica rivolte al suo rettore precedente, il Prof. Giorgio Zauli (si veda, per esempio, qui).

Si è conclusa la vicenda giudiziaria tra il Prof. Andrea Pugiotto, già Presidente  della commissione etica d'ateneo (poi dimessosi), e il Direttore Generale dott. Giuseppe Galvan "imputato di diffamazione". Quest'ultimo pubblicamente ha chiesto scusa al primo (L'Estense, 8/6/2022).

Se capisco bene, si smonta l'annullamento dell'indagine effettuata circa le accuse all'ex Rettore Zauli. E apprendiamo (cito dalla medesima fonte), che "Pugiotto spiegò [che] dalle perizie richieste per valutare in maniera obiettiva i lavori di Zauli e le sue eventuali responsabilità “emersero anomalie legate a parte delle dieci pubblicazioni attenzionate. In particolare in sette pubblicazioni riguardanti esperimenti di citofluorimetria, il perito ha rilevato in una di esse un possibile errore materiale e in sei un copia/incolla di una medesima immagine a illustrare esperimenti diversi oggetto di pubblicazioni differenti, qualificandole come manipolazioni(enfasi mia: non mi pronuncio sul merito, ma cerco di capire).

Mi riferiscono inoltre che la rettrice (da oltre nove mesi) Prof.ssa Laura Ramaciotti non ha ancora in qualche modo esonerato il dott. Giuseppe Galvan, che è tutt'ora Direttore generale, e, udite, "responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza". E' una scelta che dimostra una grande forza personale, anzi, un suo potere sostanzialmente assoluto, seppur rispetto al nulla che ha di fronte in Senato accademico e Consiglio d'amministrazione.

La Prof.ssa Ramaciotti fu tra i firmatari di una "Manifestazione di solidarietà al Rettore in merito ai recenti articoli di stampa", le cui adesioni fuono raccolte da due dipendenti dell'Universià di Ferrara e che fu pubblicata nel sito istituzionale dell'ateneo (testo conservato in Archive.org). Manifestazione del potere, contro a chi chiede conto, e dei forti, contro ai deboli: 363 firmatari, molti con salari almeno discreti, ma uniti nella povertà.

Ci vorrebbe la penna di Giorgio Bassani, per trattare questi fatti in modo lieve.

giovedì 30 giugno 2022

Alpeninos 2022

Abbiamo ripreso gli incontri appenninici con quel gruppo di scapestrati montanari che si chiama Correcaminos (o, affettuosamente, los Correcas). Ogni anno una settimana da qualche parte negli Appennini o Alpi, da cui il titolo. 
 
Anno dopo anno, in queste pagine ho lasciato traccia di tali spedizioni. Per l'ultima basti dire che ci siamo incontrati sui monti sibillini, tra Umbria e Marche, dai borghi ancora devastati dal terremoto del 2016. Io solo mi sono trattenuto un paio di giorni perché di più non potevo. Basti questo, perché la buona penna di Joaquín Mayordomo ha già scritto un reportage evocativo e condito di belle foto:

Italia, un viaje por las ruinas del olvido

di Joaquín Mayordomo.

E nela fotografia ci siamo noi, in cima al monte che ci osservava, lui e la sua croce, e di cui si racconta.

lunedì 13 giugno 2022

Romagna pagana

Le è ritornato il fuoco di Sant'Antonio e si lamentava. Ma allora, Signora Maria, che cosa prende per guarire. 

La Signora Maria mi guarda strano e mi dice, "mi faccio segnare". E dove, le chiedo. "Da una signora a Vecchiazzano. Ormai sono tutti morti quelli che sanno segnare e si fa fatica a trovare".

Gli alberi erano pieni di ciliegie, piccole perché troppe, ne ho raccolte molte e di più ne ho mangiate. Mai viste tante ciliegie affollarsi sui rami. Si sarebbe dovuto sfoltire e doveva venire un potatore ma poi chi l'ha visto, mi raccontano. Abbondanza non l'ha voluto tra i piedi è gli ha spaccato la testa con la cornucopia. Accade, in Romagna.

martedì 19 aprile 2022

And then, they drunk me under the table

Rachel Naylor (BBC World Service) intervista "mamma Erasmus" Sofia Corradi e me.

Contiene vari ricordi di natura non squisitamente accademica.

Erasmus: Europe's student exchange scheme

"Since 1987, million of students have been able to live and study in other countries in Europe thanks to the Erasmus student exchange programme. The scheme was the result of 18 years of campaigning by Italian academic, Sofia Corradi, who saw the benefits of studying abroad herself back in the 1950s. Sofia Corradi, now known as "Mamma Erasmus", talks to Rachel Naylor, along with Lucio Picci, one of the first students to go on the programme."

martedì 5 aprile 2022

Putin: è affondato

 

Nell'interpretare la Russia (senza pensare alla guerra in corso) si oscilla tra due tendenze: una è di stampo giornalistico (penso per esempio a Masha Gessen) e vede la Russia come una sorta di cleptocrazia criminale di cui Putin è una specie di re sole tenebroso. Gli studi accademici, pur senza negare l'importanza della figura di un autocrate che da oltre a 20 anni è in cima alla cosiddetta "verticale del potere", tentano spiegazioni più articolate, considerando per esempio l'altro grado di competizione tra le elite, e tante tonalità di grigio che in Russia abbondano. 

Vero è che tali studi hanno evidenziato un processo che, nel corso dell'ultimo decennio, ha portato Putin ad essere sempre più solo al potere, circondato da un gruppo ristretto di consiglieri amici di vecchia data, e impermeabile ad opinioni diverse. Penso, per esempio, al libro curato da Daniel Treisman nel 2018, "The New Autocracy: Information, Politics, and Policy in Putin’s Russia" (Brookings Institution Press). E un tale effetto-bolla, aggiungo io, non offre una spiegazione alla sciagurata decisione di invadere l'Ucraina, ma ne è stato la premessa. 

La mia lettura degli ultimi decenni di storia russa segue il secondo approccio. Ma è vero che nella storia esistono le cosiddette "giunture", che sono quei momenti di accelerazione in cui l'apporto individuale lascia maggiormente il segno. E siccome quella odierna la è, vale la pena tornare a una vecchia intervista a un Vladimir Putin che era da poco al potere.

L'8 settembre 2000, a meno di un mese dal disastro del sottomarino Kursk, fu ospite di Larry King. Alla domanda, "mi dica, che cosa è veramente accaduto al sottomarino", seguì l'infame risposta, con un sorrisino che mostrava il vuoto cosmico di empatia: "è affondato" («Она утонула») (minuto 1 e 10). 

domenica 20 marzo 2022

Spese militari e "fondamentali" economici

Nel discutere le spese militari qualche cifra va conosciuta. 

Ponendo uguale a 100 le spese militari complessive dei 30 Paesi membri della NATO (71% di queste sostenute dagli Stati Uniti), ecco quanto spendono tre grandi Paese esterni all'alleanza. 

Russia: 5,6 
Cina: 22,9 
India: 6.6 

Vediamo i "fondamentali", sinteticamente rappresentati dal GDP (che con tutti i ben noti limiti, segnala la potenzialità produttiva di un Paese):

USA: 21.4; Russia: 1,7; Cina: 14,3 (migliaia di miliardi di $; Italia: 2: superiore a Russia, con meno della metà della popolazione).

Per quanto riguarda la "minaccia russa", il conflitto in corso indica, almeno secondo gli esperti in questioni militari che mi è capitato di leggere, che gli effetti della modernizzazione delle forze armate (si veda, per es, *) erano stati sopravvalutati. Inoltre, esse stanno subendo danni ingenti (qui), ed è prevedibile che le sanzioni abbiano un effetto fortemente negativo sulla capacità produttiva futura. 

(Fonte dati spese militari: SIPRI Military Expenditure Database. Dati: $ US a prezzi di mercato; 2020. GDP: scelto il 2019, ultimo anno pre-covid). 

 * Trenin, Dmitri. "The revival of the Russian military: How Moscow reloaded." Foreign Affairs 95, no. 3 (2016): 23-29.