giovedì 29 luglio 2021
Massimo Cacciari come caso di studio
sabato 24 luglio 2021
Ivo Dimchev
venerdì 16 luglio 2021
Francesco Giavazzi e io
Mi si chiede: ma tu, quando iniziasti a usare la posta elettronica?
Ci penso su: nei primi mesi del 1988 mentre, 22enne, scrivevo la tesi di laurea. Il dipartimento, tutto il dipartimento, aveva due "caselle" di cui ancora ricordo il nome: T73BOS21 e T73BOS23. Non era Internet, ma una rete IBM che si chiamava Earn-Bitnet, e noi ci si arrivava per il tramite di una linea telefonica dedicata col Cineca, dove si approdava a un IBM3090 VF (lo usai per una tesi di laurea che rischiò di essere letteralmente infinita: vedi qui).
Nessun docente del dipartimento allora utilizzava la posta elettronica, ma col tempo i più vispi iniziariono a usare, per così dire in condominio, quelle due caselle di allora. Le ho cercate su Google, ed ecco che cosa ho scoperto: condivisi l'email con Francesco Giavazzi, e aggiungo tale evento a una lunga lista di notizie bizzarre e degne di nota: "nata mucca con due teste"; "fulmine ha bruciato un albero a rami alterni".
domenica 11 luglio 2021
Resoconto domenicale
In questa calda mattina domenicale, la coda di paglia fermenta e dimenandosi s'impiglia nella sindrome dell'impostore, che però non riguarda me ma voi che leggete e che, vivaddio, qualche domanda dovreste iniziare a porvi.
Premesso quindi che i problemi sono vostri, riconosco che la coda di paglia in fermentazione merita un modicum di autoanalisi, nel dar conto di cosa sia riuscito a combinare nel corso degli ultimi mesi. Con quel che sto scrivendo (qui, qui e qui) ormai da tre anni sguazzo, felicemente ma in alto mare: ho contato 300 pagine, tanto e troppo, ma alto mare è, e con onde.
Però, dando un'occhiata a quanto ho scritto, sono rimasto molto soddisfatto almeno per la scelta di quelle frasette altrui che si mettono in cima ad ogni capitolo, per anticipare sinteticamente l'idea che seguirà. La mia preferita è il giudizio del narco "El Chapo" sugli Stati Uniti: “not better than any other corrupt country”.
Se pur in fieri, l'opera già si dimostra utilissima, permettendomi di raccontare che sto lavorando, e di giustificare qualsiasi lettura che mi incuriosisca e che pretendo sia indispensabile per continuare a scrivere (e negli ultimi mesi belle cose ho letto, e vorrei raccontarne qua, ma son già stanco).
Aggiungo che quel che ad oggi ho scritto, come tutte le grandi opere è già macchina complessa che travalica se stessa, essendo straripata là fuori dove fa molto caldo. Solo devo prestare attenzione, perché mi pare che anche lei stia iniziando, per via del caldo, a fermentare.
martedì 6 luglio 2021
La lunga notte dell'Università di Ferrara
La scorsa settimana mi ha cercato un/a dipendente dell'Università di Ferrara per chiedermi consiglio su cosa fare. A me, che con tale Università non c'entro nulla, se non perché in passato ho chiesto chiarezza sulle gravi accuse di frode scientifica rivolte al suo rettore, Giorgio Zauli (senza mai proncunciarmi sul loro merito).
Siccome non è la prima volta che accade, metto qui in chiaro la risposta che do a tutti in questi casi (ferraresi e non solo), chissà che qualcuno voglia risparmiarsi in futuro la fatica di contattarmi: mettete in fila, in un documento intendo, i fatti di cui siete a conoscenza. Se ritenete che vi siano notizie di reato, segnalatele alla Procura della Repubblica. Alla Corte dei Conti si possono inviare segnalazioni anonime, per eventuali possibili danni erariali, per esempio. E io non sono un giurista: parlate con un avvocato e usate molta prudenza. Non fate chiacchiere, che non son mai belle: attenetevi ai fatti e solo a quelli.
Così ho appreso delle elezioni per il nuovo rettore, o rettrice, che si terranno domani. I candidati sono il Prof. Paolo Pinton e la Prof.ssa Laura Ramacciotti.
Tutti e due vollero "esprimere solidarietà al Rettore Giorgio Zauli in merito ai recenti e reiterati attacchi comparsi sulla stampa nei suoi confronti." Qui c'è la lista, di cui occupano, rispettivamente, la posizione n. 261 e n. 270.
Fu un attacco alla libertà di stampa, utilizzando peraltro risorse istituzionali dell'Università di Ferrara, da parte del potente contro ai deboli (principalmente, un giovane giornalista locale che tenne la schiena diritta e fece il suo lavoro). Fu una schifezza vile e spregievole: la notte dell'Università di Ferrara durerà ancora a lungo.