martedì 30 marzo 2021

L'università

Chiudo la parentesi universitaria (dopo l'escursione a Ferrara e a Bologna).

Conosco numerosi colleghi che hanno le idee chiare su come migliorare la governance dell'università nelle sue svariate sfaccettature. Invece io non ho ricette da proporre, perché la complessità di questa istituzione mi risulta eccessiva.

Quel che si nota oggi è che Senato accademico e, ancor più, Consiglio di amministrazione, sono composti da persone cooptate e fedelissime. Non intendo in alcun modo idealizzare l'Università pre-riforma Gelmini, che anche in questo rappresentò un punto di discontinuità, ma la situazione attuale è veramente estrema.

Con i due organi collegiali principali di fatto annullati, è del tutto velleitario attendersi che altri organismi  - Nucleo di valutazione, Responsabile anticorruzione - possano svolgere alcun ruolo di controllo. Non solo perché sono anche loro scelti esattamente perché non diano problemi, ma perché sono appiattiti dall'assenza di qualunque dialettica reale tra gli organi.

A fronte di un'articolazione dei poteri interni che è del tutto fittizia, qualunque porcata può avvenire, e l'unico controllo può essere esterno. Non il Ministero, che sa essere un'entità molto astratta, ma i tribunali, quando tizio pesta i calli a caio in maniera non ricomponibile. C isarebbero anche i media, che attraversano una grave crisi, e che male svolgono il loro ruolo di "cane da guardia"  - a livello locale in particolare.

Così, in parte spiego Ferrara, e così Bologna. Non ho idea di come si potrebbe migliorare la situazione, e proporre maggiori "virtù repubblicane" non vale.


sabato 27 marzo 2021

Giuseppe Galvan, Giorgio Zauli, e l'Università di Ferrara

La maionese del "Caso Zauli" è impazzita e ha schizzato Giuseppe Galvan, a processo perché avrebbe "diffamato nella seduta del 4 settembre 2019 del Senato Accademico Andrea Pugiotto, professore di diritto e giustizia costituzionale e al tempo presidente dimissionario della Commissione etica dell’Ateneo."

(UniFe. I veleni del ‘caso Zauli’ finiscono in tribunale, di Daniele Oppo. L'Estense, 26 marzo 2021).

Giuseppe Galvan è il direttore amministrativo dell'Università di Ferrara, le cui risorse (sito Web, indirizzi di email "istituzionale" di suoi funzionari) furono utilizzate per realizzare e pubblicare una "manifestazione di solidarietà al Rettore in merito ai recenti articoli di stampa", o se preferite, per un vile attacco all'Articolo 21 della Costituzione (copia archiviata).

Giorgio Zauli è il rettore dell'università che è riuscita ad insabbiare l'indagine riguardo alle accuse di frode scientifica rivolte a Giorgio Zauli



Che avrebbe "segnalato all'Ordine dei giornalisti" Daniele Oppo.




E che ha usato il sito Web dell'Università di Ferrara, lui, per associarmi a "Goebels" (copia archiviata).


(Nota: "opportune sede legali" mai pervenute).

L'Università di Ferrara è quell'istituzione ove 363 professori hanno sottoscritto la "manifestazione di solidarietà" di cui si è detto, mostrandosi avvezzi a una quantità bestiale di untume, ma dove nessuno ha mai chiesto in pubblico chiarezza circa il merito delle accuse al rettore Zauli.

A proposito di questa Ferrara, mi viene in mente un racconto di Giorgio Bassani. Si intitola "Una lapide in Via Mazzini". E' magistrale e terrificante.

Cooptazione: la prova ontologica

Si vota per il Senato accademico dell'Università di Bologna. Ci sono 25 posti con 25 candidati, ed è un miglioramento rispetto a due anni fa, quando se ne presentarono addirittura 27. Nell'ottica di ridurre gli sprechi.

I 5 candidati d'"area", mai visti ne' sentiti (con un'eccezione, e si tratta di uno dei tanti figli, nipoti, e parenti, che rendon forte l'Italia), ci chiedono il voto. Pubblico la loro lettera perché è scritta molto bene, e lo affermo con cognizione di causa, avendo in passato lavorato come ghostwriter.

Calza a pennello e io non avrei potuto scrivere di meglio, per una tale committenza. I prescelti, "onorati e grati per la fiducia accordata", hanno stoffa: altrimenti non sarebbero dove sono, che è poi la prova ontologica della supremazia della scelta per cooptazione.

--

Cari Colleghe e Colleghi,

in accordo con i Direttori della nostra Area abbiamo presentato le nostre candidature per il Senato accademico, che sono state sostenute, in modo trasversale, da docenti appartenenti a tutti i Dipartimenti.

Onorati e grati per la fiducia che ci è stata accordata ci fa piacere ribadire che la collegialità e la condivisone che hanno portato alle nostre candidature saranno anche il motivo dominante nella nostra presenza in Senato.

Siamo consapevoli che la forza della nostra rappresentanza risiede nel confronto continuo con ciascuno di Voi e che solo da questo confronto, che continua da tempo, può derivare il peso politico della nostra Area e la possibilità che l’Ateneo risponda in modo positivo e concreto alle nostre istanze.

In questi tempi difficili, in cui tutta la nostra vita trascorre online, non vogliamo appesantire le vostre agende con la proposta di occasioni di incontro strutturate ma siamo a Vostra disposizione per consigli, suggerimenti e proposte in qualsiasi momento lo riteniate utile.

Vi ringraziamo fin d’ora per il sostegno che vorrete dare alle nostre candidature.

Un caro saluto

    Filippo Andreatta - candidato Collegio dei Direttori

    Claudia Golino - candidata Collegio dei Direttori

    Angela Montanari - candidata Rappresentanti di Area 

    Federico Casolari - candidato Rappresentanti di Area 

    Alessandra Zammit - candidata Rappresentanti di Area

mercoledì 24 marzo 2021

A Organização

 

L'Organizzazione è Odebrecht, il libro è di Malu Gaspar, l'ho terminato oggi, ed è molto bello. 

Nelle parole di Marc Margolis, "Latin America’s Biggest Corporate Crime Gets a Worthy Epic. Page after page, “The Organization” brilliantly captures Odebrecht SA’s rise and fall and the tawdry reality of an all-too-Brazilian way of doing business". (*)

L'epica riguarda in buona misura la figura di Marcelo Odebrecht, un personaggio difficile da riassumere, ma la cui cifra, forse, è "settemila e duecento": il numero di pagine di appunti, fitti e meticolosi, che scrisse in carcere (nell'immagine sotto, le parole al riguardo dell'autrice, che nel video in alto presenta il libro).

Anche il mio lavoro di scrittura procede, ma non in quel modo: meno parole, e più disordine.


(*)  Latin America’s Biggest Corporate Crime Gets a Worthy Epic. Di Mac Margolis, Bloomberg, 2 gennaio 2021.








martedì 2 marzo 2021

Quando non vidi Gorbaciov

 
 L'Università di Bologna era in fremito: doveva arrivare Gorbaciov per ritirare il titolo di Professore "honoris causa". La cerimonia era nell'augusta Aula Magna a Santa Lucia, con le più alte autorità civili, militari e religiose in prima fila: chiunque a Bologna contasse qualcosa era presente, sedendo tanto più avanti quanto più contava. 

Manuela e io, giovani ricercatori di cui uno scalcagnato, non avevamo neppure un posto a sedere, e vagavamo per l'enorme sala guardando divertiti i presenti. Gorbaciov era in leggero ritardo, e quando il ritardo si allungò, sul palco iniziò a intravedersi qualche segno di nervosismo, che passò di grado quando la faccia del rettore Fabio Roversi Monaco parve iscurirsi oltre alla tonalità dell'abituale abbronzatura. 

Iniziò a spargersi la voce che Gorbaciov era in albergo per certe telefonate urgenti, a Mosca, dove era in corso non ricordo quale puntata dei rivolgimenti di quegli anni - a sottintendere l'alto senso di responsabilità dello statista. Ma prolungandosi ancora, l'attesa si fece prima impbarazzante e poi insopportabile, sino a quando il Rettore Roversi Monaco prese la parola. Era furente. Gorbachev non sarebbe venuto, la cerimonia era annullata e, se non ricordo male, dichiarò anche pubblicamente che avrebbe chiesto al Ministero di revocare il titolo. Tutti se ne andarono bisbigliando e senza capire.

Appresi poco dopo da persona ben informata che all'ultimo minuto Gorbaciov aveva accettato di recarsi, invece che da noi, presso una qualche azienda del modenese (un mobilificio? un prosciuttificio? non ricordo bene), per fare foto e per soldi (14 milioni di lire? non so con quale fondamento ricordo questa cifra). Il rettore col tempo si sbollì e prevalse il buon senso. Il titolo non venne revocato (cosa credo quasi impossibile, peraltro) e fu consegnato in altra occasione e senza cerimonia troppo ambiziosa. 

Gorbaciov oggi compie 90 anni, e a lui vanno i miei auguri. 

In alto si può vedere la registrazione di una sua famosa pubblicità televisiva. In Russia erano anni molto complicati un po' per tutti e giudicare è difficile. Ma se penso a tutte le autorità - civili, religiose e militari - quel giorno inutilmente in prima fila, e a Roversi Monaco furioso per l'offesa, ancora mi viene un sorriso, e ringrazio, per avere avuto l'occasione di non incontrare Gorbaciov.

Tutti esperti


Spezzo una lancia a favore di tutte quelle persone che, nell'ultimo anno, han capito tutto di tutto: virologia, R con zero e R con t, "piano vaccini", eccetera.

Un anno trascorso alla finestra: discettare di quel che si vede là fuori, per giudicare, mi pare francamente il minimo. 

Io per esempio, che quasi quotidianamente frequento una fattoria, credo di avere molto da suggerire riguardo alla cura delle galline, delle capre, e della pecora.

E chi non è d'accordo e critica questi specialisti improvisati, consideri che giudicare chi giudica è altrettanto avventato: che ne sanno loro degli abissi della psicologia umana, altrui, e propria?

Questo pensavo ieri, in fattoria, mentre con sguardo esperto osservavo la pecora, le capre e le galline.