domenica 29 settembre 2019

Lo Zen e l'arte della lotta alla corruzione



Passo la vita a cercare di colmare un'enorme ignoranza che mi attanaglia e quasi non mi lascia respiro. Per esempio, non sapevo che esistesse un piccolo paese che si chiama Gazoldo degli Ippoliti, situato a una ventina di chilometri da Mantova. E là ho appreso, grazie a gentilissimi ospiti, che vi si trova la sede della Marcegaglia. Neppure conoscevo la vicenda del suo fondatore, Steno Marcegaglia. Una di quelle storie del boom economico, e dei grandi italiani che lo fecero - alcuni noti e arricchitisi, come lui, altri ignoti e magari rimasti con quel che avevano, ma grandi anche loro.

Ero con Alberto Vannucci, autore insieme a me del libro che abbiamo presentato, e Duccio Facchini, Direttore di Altreconomia. Ho conosciuto il sindaco, Nicola Leoni, che è un tipo simpatico, e altri amministratori. L'occasione è stata la quinta edizione di Raccontiamoci le mafie, organizzata dal Comune di Gazoldo degli Ippoliti in collaborazione con Avviso Pubblico. Bello. Eravamo addirittura in streaming (in alto la registrazione), a beneficio del folto pubblico intergalattico che non ha potuto partecipare di persona.

Una cosa che raccontiamo sempre quando presentiamo "Lo zen e l'arte della lotta alla corruzione" è che ci siamo divertiti a scriverlo e che vi si trovano numerose citazioni cinematografiche. Avrei voluto scrivere una pagina per metterle tutte in fila, tali citazioni, insieme ai video corrispondenti. Non ho mai trovato il tempo per farlo, ma chissà che prima o poi non accada.

lunedì 23 settembre 2019

Università di Ferrara, e i suoi prof di scarso valore / 2



Durante il finesettimana ho letto con attenzione tutto quel che è uscito sulla stampa sulla vicenda che coinvolge l'Università di Ferrara e il suo Rettore, Prof. Giorgio Zauli. Ho fatto presto: non c'era molto da leggere.

Credo con qualche voce in capitolo (a tempo perso mi occupo di media), ho concluso che mai si è travalicato l'esercizio del diritto di cronaca e (per l'Estense.com) la richiesta di trasparenza. Richiesta non solo legittima, ma doverosa - in democrazia, almeno.

In un comunicato ufficiale dell'Università di Ferrara, il Rettore Zauli ha affermato che "sono nuovamente apparsi su alcuni organi di stampa 'non notizie' destituite di ogni fondamento". Non ne ho trovato traccia. E Zauli continua affermando che "non verrà ulteriormente tollerata la diffusione di notizie calunniose e chiaramente diffamatorie per tutelare la reputazione mia personale e soprattutto dell'Ateneo, che continuerò a dirigere con disciplina e onore fino al 31 ottobre 2021." Disciplina, Onore.

Tale comunicato stampa è poi scomparso dal sito dell'Università di Ferrara, ma non dal progetto "archive.org": eccolo qui.

Sul sito dell'Università di Ferrara è stata inoltre data notizia di una "Manifestazione di solidarietà al Rettore", "in merito ai recenti e reiterati attacchi comparsi sulla stampa nei suoi confronti". E siccome tali "attacchi" non esistono, l'unico attacco visibile è rappresentato dalla manifestazione di solidarietà medesima: contro chi fa il suo lavoro di giornalista. E tralasciamo che usare risorse pubbliche per un'iniziativa così partigiana e discutibile (coinvolgere l'istituzione Università di Ferrara, il suo sito Web, due sue dipendenti con tanto di indirizzo email "istituzionale") è, come minimo (minimo), inelegante.

Hanno manifestato solidarietà 366 docenti, una buona maggioranza. Dopo qualche giorno anche questo documento è scomparso dal sito dell'Università di Ferrara, ma è ben visibile altrove, per esempio qui.

Nella copia disponibile in rete figurano solo 365 nomi, uno in meno del totale dei firmatari. Il nome mancante (l'ultimo arrivato e il meno entusiasta? chissà) è come se avesse vinto la lotteria. Perché non deve esser bello che, in futuro, qualcuno possa dirti: hai partecipato a un attacco alla libertà di stampa, garantita dalla Costituzione e cardine della nostra democrazia.

In tanti, contro pochi: la geometrica potenza del gregge.

Nota, 23/10, 15:27:
- In rete è apparsa copia della lista completa dei 366 firmatari. Non la riporto, perché mi piace continuare a riconoscere, al 366esimo, la fortuna.
- Sulla scomparsa delle pagine dal sito ufficiale dell'Università di Ferrara (e su altro), si vedano le domande pertinenti di Daniele Oppo su Estense.com. Anche queste saranno considerate parte dei "reiterati attacchi" al Rettore Zauli? Quanta pazienza ci vuole.

martedì 17 settembre 2019

Occhi da orientale



Se invece di "Occhi da orientale" di Daniele Silvestri, Claudio avesse deciso di far fotografie per "L'ombelico del mondo" di Jovanotti, il viaggio sarebbe stato problematico.

Nella mappa manca Tashkent e Almaty. Mezzi usati, praticamente tutto: bus, marshrutka, taxi, treno e autostop, "по пути". Gente bellissima.

PS. 1/10/2019. Claudio ha scritto un bel papiro su Samarcanda.

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lunedì 16 settembre 2019

Caso Università di Ferrara: un vero thriller.

Oggi ho rilasciato un'intervista sul "caso" che coinvolge l'Università di Ferrara e il suo rettore, il Prof. Giorgio Zauli.

Dopo alcuni interventi di quest'ultimo che mi sono parsi francamente molto sopra le righe (il paragone implicito a Goebbels per aver chiesto trasparenza a un'amministrazione pubblica, ammetto, mi ha provato), mi è sembrato opportuno tentare di smorzare i toni. Per come so fare.

Unife, il professor Picci sul caso Zauli: “C’è un mistero da risolvere”. Di Sergio Gessi.

domenica 15 settembre 2019

Tashkent spaziale



Appresi della metropolitana di Tashkent, che solo da poco tempo è consentito fotografare, da un articolo sul Guardian: contiene belle foto ed era inutile ripetersi. Così ci siamo concentrati sulla stazione di
Kosmonavtlar - i cosmonauti.



E' bellissima. Le foto le ha fatte Claudio Caprara ma io dirigevo e davo ordini.

Icaro



La prendono un po' alla lontana, ma poi tranquilli che fanno un bel salto.

L'uomo, la mente, l'universo



Questo, secondo me, è per ambientare il vistatore. Ora si passa ai protagonisti.

Konstantin Tsiolkovsky



Konstantin Eduardovich Tsiolkovsky (1857-1935) fu un pioniere dell'astronautica. Tra i suoi lavori (wikipedia) "designs for rockets with steering thrusters, multistage boosters, space stations, airlocks for exiting a spaceship into the vacuum of space, and closed-cycle biological systems to provide food and oxygen for space colonies." In due parole: un genio visionario.

Sergei Korolev



Sergei Pavlovich Korolev, "Главный Конструктор", o "Progettista Capo", guidò il progetto spaziale sovietico negli anni del trionfo. Figura bigger than life sulla quale ogni tanto ritorno: qui, e qui. A Korolev penso molto spesso.

Yuri Gagarin



Yuri Alekseyevich Gagarin (1934-1968). Primo uomo in orbita, il 12 aprile (da allora, "giorno del cosmonauta") del 1961. Memorabile il dialogo con Korolev, alla partenza (qui). Поехали!

Valentina Tereshkova



Valentina Vladimirovna Tereshkova, nata nel 1937. Prima donna in orbita, il 16 giugno 1963. Ora è deputata di "Russia Unita", con posizioni favorevoli alla chiesa ortodossa. E dire che noi che osservammo il cielo, avanti e indietro, e non trovammo né Dio né gli angeli.

Alexei Leonov



Alexei Arkhipovich Leonov, nato nel 1934. Il primo ad uscire dalla navicella, il 18 marzo del 1965. Comandò anche la capsula Soyuz della missione Apollo-Soyuz, che apparirà tra poco. Una carriera da generale, e grande passione per il disegno e per l'arte.

Programma Luna



Dal 1959 al 1976 l'Unione Sovietica inviò diverse sonde automatiche sulla Luna. Luna 9, per esempio, fu la prima sonda ad effettuare un atterraggio "morbido" sulla superficie lunare. Nell'immagine, il Luna 1, che nel 1959 fu il primo satellite artificiale della luna.

Apollo-Soyuz



Luglio 1975, epoca di détente: sovietici e americani si incontrarono in orbita. Lo annunciò la radio del barbiere: mi stavo tagliando i capelli. Da qualche parte devo ancora conservare l'adesivo della missione: da bambino ero molto spaziale. Penso di esserlo rimasto un tipo spaziale, come vi dimostrerò a breve.

Interkosmos



Negli anni '70 e '80, Interkosmos fu un programma di "internazionalismo spaziale", per così dire, a beneficio principalmente degli alleati dell'Unione sovietica. Recentemente ho acquistato una bella t-shirt col logotipo di questo programma.

Vladimir Dzhanibekov



Doveroso, a Tashkent che nel 1942 gli diede i natali, celebrare Vladimir Aleksandrovich Dzhanibekov. Andò in orbita ben cinque volte - la prima, nel 1978, con la Soyuz 27. Anche lui poi si dedicò alla politica, e all'arte.

E concludo dichiarando che all'uscita dalla metropolitana di Tashkent mi sono sentito anch'io molto orbitante, e ho iniziato a girare, e a girare, come una specie di Vitruvio dervisho.



Ci sarebbero tante altre cose da raccontare di questo viaggio, ma parto da questo dettaglio, dalla stazione degli astronauti della Metropolitana di Tashkent. Che è immagine del cosmo, e così al tempo stesso racchiude tutto.