sabato 25 maggio 2019

Los viajes del viento



Oggi in cineteca ho visto questo film, del 2009. E' molto potente. Girato in luoghi dove sono passato - el Cesar, la Guajira, sino a Cabo de la Vela. Per Cabo de la Vela partirei ora, se potessi.

Il film è di Ciro Guerra. So che il su Pájaros de verano è da vedere. Attendo l'occasione; tante occasioni attendo.

giovedì 23 maggio 2019

Locate Yourself



Non sono riuscito a localizzarmi: al massimo, mi è parso di scorgere come una nuvola di punti confusi, non sul piano, ma su almeno tre dimensioni. O forse proprio non c'ero.

(da: Medvetz, Thomas. 2012. Think Tanks in America. The University of Chicago Press. p. 86)

mercoledì 15 maggio 2019

La finestra rotta di Elisabetta Gualmini



"Soprattutto, ha spiegato Gualmini citando la “teoria della finestra rotta”, bisogna reagire con tempestività agli atti di occupazione. “Quando in un quartiere c’è una finestra rotta, che rimane così a lungo, gli abitanti si sentono legittimati a lasciarsi andare”

Così Elisabetta Gualmini a proposito degli sgomberi a Bologna (La Repubblica, 22 marzo 2016).

La teoria della "finestra rotta" andrebbe discussa, anche nel suo ruolo, strumentale e ideologico, all'interno del discorso promosso dalla nuova destra statunitense. Ma sarà semmai per altra occasione.

Il problema è che la finestra ora l'ha rotta la Gualmini. Ha inviato un messaggio di pubblicità elettorale (è candidata) a tutti i dipendenti dell'Università di Bologna (sui seimila) utilizzando il suo indirizzo istituzionale - essendo lì professoressa in aspettativa (è vice-presidente della Regione Emilia-Romagna).

Ha violato il regolamento etico d'ateneo, le regole d'uso del "pezzo di Internet" (il GARR) che utilizza l'università (vedi qui), non so se anche la legge (vedi questi commenti). Soprattutto, mi pare, ha mancato di buon senso, di misura, e di perizia.

Ma invece di ammettere l'errore, la Gualmini si è difesa stizzita: "Gli indirizzi sono pubblici. Ci mancava anche che coinvolgessi l'Ateneo su questo". E ha puntato il dito contro altri (qui).

Son quei casi in cui non sai per cosa prendertela, essendoci l'imbarazzo della scelta. E alla fine, siccome non te la puoi prendere per tutto, alla fine sorridi e semplicemente dici: ma che gente bizzarra. E solo aggiungi, timoroso: con quei vetri rotti, attenzione!

lunedì 13 maggio 2019

Segni e segnali



Per Philip Dick fu un ciondolo a forma di pesce, indossato da una ragazza che si presentò alla sua porta. Grazie a quel segnale, si rese conto che il tempo si era fermato all'anno 70 - poco dopo la morte di Nerone.

Per me è stata un t-shirt indossata da un saxofonista a Berlino, l'altro giorno. Con scritto "Arkestra" da una parte, "Space is the place" dall'altra. Il film Space is the Place (sopra) è del 1974, ed è icona dell'Afrofuturismo - di cui, senza saperlo prima di ieri l'altro, da sempre sono un adepto. Che le tshirt possano comunicare messaggi importante, sapevo, e per questo ne ho raccolte tante.


Le Sony'r Ra, o Sun Ra, nacque nel 1914 a Birmingham, Alabama, e morì nel 1993. Fu il fondatore, oltre che di se stesso, degli Arkestra. Il segno di Sun Ra, l'occhio, mi era inoltre apparso anni fa e non una volta, ma ripetutamente, su un supporto inusuale e in circostanze talmente bizzarre da rendere la causalità impossibile. Era un segnale, dentro a una costellazione di segnali, di cui è parte Saturno.

Sun Ra era nato su Saturno, dove, ho capito in questi giorni, anch'io nacqui: fatto che spiega molte cose, in modo semplice, a voler adottare una versione psichedelica del rasoio di Occam. Mettendo insieme tutti questi segni e segnali - non isolati, ma in articolata costellazione di cui Saturno credo è il centro e coronata poi dall'ultima prova inconfutabile: ieri è tracimata la Diga di Ridracoli (i cui segnali osservo attento da tempo: vedi qui, e qui).

Mettendo insieme tale costellazione di segnali, inviatimi nel corso di anni sino al culmine attuale - quel saxofonista e quella maglietta, Sun Ra, oh, Sun Ra! vedo bene come stanno le cose, qui, non lontano da Saturno, e correndo l'anno 70 d.C., perché di Philip Dick ci fidiamo.

lunedì 6 maggio 2019

Закручивать гайки (stringere i bulloni)



Sette anni fa oggi, a Mosca vi fu la "Marcia dei milioni" che cambià tutto. Interviste a chi partecipò: "Eravamo dove dovevamo essere, e abbiamo fatto quel che dovevamo" («Мы были там, где должны, и делали то, что нужно» - Бывшие «узники Болотной» — о том, как изменилась их жизнь и страна, и было ли все это зря, di Надежда Прусенкова. Новая газета № 48, 6 мая 2019).

Dopo, anzi, durante, il Cremlino iniziò a stringere i bulloni. Un "meme", senz'altro, come si ipotizza di seguito - non solo sovietico, penso.

Закручивать гайки (stringere i bulloni) — старый советский мем, означающий комплекс мероприятий по усилению дисциплины с последующим наказанием невиновных и награждением непричастных. Появился в бытность Юрия Андропова Генеральным Секретарем ЦК КПСС. Второй по популярности вид развлечений для власти в этой стране (после поклейки танчиков, разумеется). луркмоар