martedì 4 luglio 2006
Don Contiero
Nel luglio dell''87, finito il secondo anno di università, andai un mese in Tanzania al seguito di un prete pazzo, Don Tullio Contiero (a destra nella foto, con Padre Zanotelli), il prete dell'Università di Bologna. Agitprop instancabile, nel corso degli anni portò generazioni di studenti a visitare missioni africane. Il viaggio fu a tratti surreale, sicuramente indimenticabile.
Qualche tempo dopo, una mattina mi svegliai alle sei per andare a dargli una mano per tappezzare di manifesti la zona universitaria, i manifesti gialli delle sue iniziative. Mentre si faceva il giro dei muri liberi, mi diceva dovevo andare in Africa, lui voleva che tutti noi andassimo a lavorare per cambiare il mondo.
Era malato da tempo e non si vedeva più in giro. E' morto il 3 luglio. Il miglior prete che abbia mai incontrato, a modo suo.
Post-scriptum, 11 luglio 2018.
Ho recuperato questa foto di Don Contiero, che mi pare bellissima. A sinistra si vede tale Nicola Galluà, di Udine, che assocerò per sempre al "progetto millemucche", una storia degna di un Cervantes. Eravamo persi da qualche parte, forse Iringa, forse Dodoma.
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RispondiEliminaHo conosciuto Don Tullio Contiero tra il 1987 e il 1992 durante i miei studi universitari presso la facoltà di Economia a Bologna. Don Tullio ha significativamente cambiato la mia vita, attraverso i suoi insegnamenti, gli incontri del martedì, le sveglie alle cinque del mattino per affiggere i manifesti, la frequenza delle conferenze, l'assistenza ai bisognosi. Il ricordo più bello è la colazione fatta a casa sua dopo aver affisso i manifesti gialli delle conferenze, davanti alla tv a guardare il crollo del muro di Berlino: il crollo degli steccati, il crollo delle menzogne, la ricerca della libertà,della pace, dell'amore.
RispondiEliminaUn grande uomo, un grande religioso, un grande uomo ricco di umanità e passione che gli proveniva dalla fede.In tanti siamo passati per la tua parrocchia, tanti giovani assesati diumanità, di risposte, di dialogo, di vita vera, dello spendersi per gli altri, per ideali forti, ma sempre pochi perchè le tue provocaizoni erano forti....estreme.Non chiedevi..provocavi.Proponevi, insinuavi i dubbi..Eri un vero testimone delle fede che vivevi.Eri...SEI!!!Ti ho voluto bene come un padre, di cui avere timore per la profondità enorme della tua fede, di cui avere rispetto per la veridicità del tuoimpegno.SEI un fratello testimone della fede in cristo...sempre presente.GRAZIE DON.Claudia
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RispondiEliminaHo conosciuto don Contiero quando insegnava al Galvani. Non fui capace in quel momento di apprezzarlo. Fu solo molto più tardi che ritrovai in me alcuni semi che lui aveva gettato, e lo ricordai spesso quando andavo per un mese in Mozambico. Quando poi lo cercai lui non c'era più. Ora cercando di lui ho trovato questo sito e ho sentito la necessità di lasciare una testimonianza, anche senza riuscire a esprimere quello che provo
RispondiEliminaUmberto
E' il ricordo piu vivo, piu bello, piu luminoso che ho del mio soggiorno a Bologna, durante gli studi universitari. Lo conobbi per caso, tempo prima avevo conosciuto in Svizzera una studentessa zairese con problemi legati al permesso di soggiorno, la quale in seguito mi chiese se potevo aiutarla a venire in italia, era una conoscenza occasionale e non volevo impegnarmi piu di tanto...una volta ritornato a Bologna mi dissero di andare da don Contiero, lui era l' unico che poteva risolvermi questo problema. Andai da lui e gi sottoposi il caso. lui mi rispose brusco...e' la tua donna?...ero molto giovane e timido e nonostante non ci fossero implicazioni sentimentali o di altro genere con questa studentessa, diventai rosso...la mia amicizia con don Contiero inizio allora...anch io l' ho accompagnato nei suoi vari giri per bologna e dintorni...aveva molti amici che lo invitavano a pranzo oppure mangiava in mensa con uno studente...un prete umanissimo...grazie a lui ho conosciuto il cuamm...ricOrdo ancora il viaggio a padova in treno oppure quella volta che mi porto da una signora della Bologna bene il cui figlio aveva bruciato un cassonetto ed era stato denunciato...aveva parole di conforto e amicizia, aveva parole che ti entravano dentro...ritengo di aver disatteso le sue aspettative...ero un po come il giovane ricco del vangelo, affascinato dall mondo che don Contiero mi prospettava, ma alla fine codardo, incapace di rispondere al suo invito...poi l ho perso di vista...altre citta'n altre cose per la testa...quando ho saputo che era morto e' stato uno shock!!!...ho capito che gli volevo un gran bene e mii e' dispiaciuto non essergli stato accanto nel momento del bisogno...mi e' sempre sembrato una persona che dovesse vivere in eterno...ricordo coe andava conciato con quegli abiti da uomo in grisaglia di lana che non sembravano fatti su di lui...mi manchi da morire don Contiero...
RispondiEliminaConobbi per puro caso Don Contiero... doveva essere una Santa Messa come tante altre, ma qualcosa non mi tornava. Era un bel martedì sera e girovagando per il centro di Bologna in una delle serate in libera uscita dagli studi di Veterinaria, incappai nella minuscola San Sigismondo. La messa era ormai agli sgoccioli ed io entrai senza pensarci troppo su. L'offertorio era in pieno svolgimento e io senza badarci troppo mi sedetti in fondo; d'improvviso una voce autoritaria, ferma e decisa disse: "giovane appena entrato, non essere tirchio fai la tua offerta e non aver vergogna"... è così che conobbi uno degli uomini migliori della mia vita. era il 1996. Esattamente un anno dopo ero nel centro dell'Africa tra Padri Missionari e Suore. La più bella esperienza della mia vita, Don Contiero mi ha fatto conoscere persone stupende che hanno dedicato la loro vita agli altri come Padre Zanotelli e Suor Lucia Martorano della missione di Migoli in Tanzania. Con una naturalezza disarmante ti sbatteva in faccia la cruda realtà delle cose, le difficoltà della vita dei bambini orfani e le quotidiane sfide che i Missionari e le Suore dovevano affrontare senza apparenti mezzi ma con un cuore e una fede irremovibili.
RispondiEliminaUn uomo unico per umanità, forza di spirito, trasparenza e fede. Grazie Don.
Due giorni fa ero a Bologna per un impegno di lavoro e a pranzo un collega appassionato di montagna, mi parla dell'alpinista Daniele Nardi morto nel tentativo di ascesa invernale del Nanga Parbat, dicendomi che anche lui aveva toccato altimetrie intorno ai 5.000 metri. Il riferimento altimetrico mi ha fatto scattare in mente un'esperienza giovanile indelebile di ascesa del Kilimangiaro, in occasione (o meglio nella settimana lasciata libera) nel viaggio in Tanzania con don Contiero...due minuti dopo stavo navigando su internet a raccogliere informazioni sul prete 'pazzo' e sono inciampato su questo commento di Lucio Picci, le cui gesta mi vengono aggiornate da Bugliesi Andrea, rettore dell'università di Venezia.
RispondiEliminaDevo ammettere che a distanza di 33 anni e con nessun contatto successivo il sentimento prevalente è stata la malinconia del tempo passato e la personale fortuna per le persone ed esperienze vissute. Don Contiero, oltre ad un padre e maestro di vita, mi ha aperto prospettive di impegno che ho coltivato per diversi anni e che sono ancora molto presenti nella mia esistenza. Ringrazio comunque Lucio per la foto e lo informo che il progetto 'millemucche' ha trovato la sua realizzazione in Slavonia (zona mista Croazia-Bosnia) durante la guerra nel ex-jugoslavia.
Ammetto che mi piacerebbe rincontrare qualche vecchia amicizia del viaggio in Tanzania del'87, pur sapendo che la cosa è ovviamente difficile.
Un saluto, Nicola Galluà
Ho conosciuto don Contiero frequentando la s messa alla chiesa di s Sigismondo,negli anni '84_88 studiavo veterinaria non dimenticherò mai le sue prediche: rileggeva una frase del vangelo e stava in silenzio...quelle parole ti entravano dentro...grazie don Contiero per la tua spiritualità profonda..Teresa Benedetti
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