lunedì 26 marzo 2018
Leninismo da colletti bianchi
Oggi ho presieduto una commissione di laurea all'Università di Bologna. Ne abbiamo laureati dodici.
Domani dovremo rieleggere il Senato accademico. Ci sono 27 candidati per 25 posti. Candidature organizzate dall'alto: così inizia la lettera sfacciata di una direttrice di dipartimento per chiedere di votare bene (molto difficile non farlo!): "In accordo con tutti gli altri direttori dell’area, per l’area 5 sono state espresse la candidatura [...]"
E' leninismo da colletti bianchi. O se preferite, è una concezione patrimoniale della cosa pubblica: l'università è nostra. Ma il leninismo, tra colletti bianchi, forse può essere solo patrimoniale.
Questa mattina dovevo scegliere una t-shirt da mettere sotto la toga, e ho optato per quella che comprai anni fa in un banchetto di non so quale collettivo studentesco. Alma Riot Studiorum, A.D. 1977. Mi è parsa l'unica scelta coerente con l'essere io un moderato, purtroppo circondato da una banda di pericolosi estremisti.
Congratulazioni ai neolaureati, e che il Paese vi sia lieve.
mercoledì 21 marzo 2018
L'Italia migliore
Oggi sono a Foggia per la manifestazione di Libera contro le mafie.
Finalmente ho conosciuto don Luigi Ciotti. Nella foto in alto c'è anche Gian Carlo Caselli, e poi altri. Eravamo all'istituto alberghiero dove ci hanno preparato il pranzo.
Ero invitato per un incontro del pomeriggio, dedicato alla corruzione negli appalti. Oramai non parlo più di corruzione, ma solo d'altro (fa parte dell'approccio Zen). Così ho sostenuto che è necessario "liberare i dati", e che però ci vuole non solo trasparenza, ma anche leggibilità. Ah, poi me la son presa col Garante della Privacy, come sempre.
L'incontro ha avuto luogo presso l'Istituto Tecnico Industriale "Saverio Altamura". La preside è stata gentilissima e mi ha fatto visitare il laboratori e la biblioteca. E' un edificio pieno di storia. Purtroppo non siamo riusciti a scoprire chi sia stato l'architetto dell'estensione razionalista, che ha una facciata dalle linee molto pulite ed eleganti.
Oggi a Foggia c'erano forse 40 mila persone in corteo, e tante altre nelle piazze in giro per Italia e anche all'estero. E' l'Italia migliore, e davvero ringrazio per l'invito.
giovedì 15 marzo 2018
Mappa di Bologna
Io, che ho sempre amato le mappe, anzi, che sono sempre stato ossessionato dalle mappe.
Io che ho sempre ammirato le mappe mentali: di Kevin Lynch, di Stanley Milgram, e di Saul Steinberg.
Io, non avevo mai tracciato una mappa mentale di Bologna. Sino ad ora. Che poi non è una mappa mentale, è quel che è.
martedì 13 marzo 2018
La via della seta come punto di vista
Ho terminato di leggere Empires of the Silk Road di Christopher Beckwith - ne avevo già detto, ma ci torno sopra.
L'operazione è abbastanza ovvia: cambia il punto di vista. Non guarda la Via della seta dall'Europa, o dalla Cina, ma guarda noi a partire da là, dal centro dell'Asia. E così i romani, i cinesi, e i persiani, erano gli imperi periferici. Periferici ed aggressivi verso quei popoli che, principalmente, volevano commerciare. E che alla fine, in buona sostanza, abbiamo circa massacrato.
La storia si perde un pò tra cento battaglie e fatti che confondano e a volte annoiano. Ma è un bel libro, anche solamente per il cambio di visuale che offre. C'è sempre bisogno di qualcuno che ti prenda su di peso e ti faccia vedere le cose da lontano, che so io, da Samarkanda o da Buchara. Dove non son mai stato, se non recentemente ma per finta, leggendo un libro.
lunedì 12 marzo 2018
Secondo i piani (все идет по плану)
Mesi fa, nel sottopassaggio della stazione di Plovdiv, in Bulgaria, quasi compravo la tazza della foto, con scritta una frase molto putiniana: "Tutto è secondo i piani" - все идет по плану. Mi trattenni per non portarmi il peso e perché non ero sicuro di volerci scherzare sopra.
E' uscito un film-documentario su Putin (qui, opera di Андре́й Кондрашо́в, un giornalista molto governativo).
Vi si rende noto che il 7 febbraio 2014, in occasione dell'apertura dei Giochi olimpici invernali a Sochi, Putin fu avvertito della presenza di un terrorista armato di una bomba su un aereo partito da Kharkiv (Ucraina) e diretto a Istanbul. Il suo ordine fu: "Agite secondo i piani" ("Действуйте по плану").
Secco, essenziale, un po' come quando Larry King gli chiese cosa fosse accaduto al sommergibile Kursk e lui beffardo rispose: "è annegato" ("Курск?- она утонула" Qui, 2'18". Imperdibile).
Agite secondo i piani, che significa, abbattete l'aereo. Fortunatamente, stiamo parlando di Russia (o Ucraina): poco dopo si accorsero che il presunto terrorista in realtà era un ubriaco qualunque e l'aereo fu salvo.
La notizia è da considerare insieme a un brevissimo video (qui, 11''), in cui Putin dichiara: "Quando uno perde la calma, mostra debolezza. Una persona nella mia situazione non ne ha il diritto".(Когда человек выходит из себя, он проявляет слабость. Человек в моем положении не имеет на это права).
Qui mi fermo, perché la questione andrebbe approfondita, e partirei da quattro (4) punti.
- L'idea del "piano". Cosa pensano i russi quando pensano a un "piano"? Credo a una specie di araba fenice molto ambivalente. Io vedo a) i piani quinqennali, e b) l'eterno fare approssimativo russo, il "avremmo desiderato il meglio, ma abbiamo ottenuto il solito" di Černomyrdin nel '93 (l'originale è lapidario come un Tacito di borgata: "Хотели как лучше, а получилось как всегда").
- Un'idea maschile di virilità classica (dei classici, dei romani. L'"hic manebimus optime" a dispetto di tutto).
- E a far da contraltare a quell'ideale c'è la rabbia, da controllare con difficoltà. Il libro Restraining rage. The Ideology of Anger Control in Classical Antiquity, di William V. Harris (Harvard University Press).
- E a seguire, sento una certa solidarietà con Putin, perché a vivere così (auto)controllati deve essere durissima.
Qui mi fermo, che ho bisogno di scendere in strada per insultare qualche sconosciuto.
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Путин в день открытия Игр в Сочи приказал сбить авиалайнер, Radio Svoboda, e, per una versione più governativa, Реальная угроза: как пытались взорвать Олимпиаду в Сочи, di Эльвир Харунов, Газета.Ru, 11 marzo 2018.
domenica 11 marzo 2018
The Dude abides
"Take it easy, Dude. I know that you will.."
"Oh well... the Dude abides".
20 Years On, 'The Big Lebowski' Reminds Us To Slow Down, Dude, di Don Gonyea, National Public Radio, 10 marzo 2018.
sabato 10 marzo 2018
Molto Zen
L'editore ha prudentemente rimandato la data di pubblicazione al 2030. Ma ci stiamo lavorando. Ho anche fatto due gite a Pisa per incontrare Alberto, dato che per trovarsi in mezzo agli Appennini, come facemmo la prima volta (vedi qui), c'era troppa neve.
Così gli Appennini li ho attraversati in treno, a inizio mese e in mezzo alla bufera, e mi son sentito molto Dottor Zivago.
Mi sembra un modo molto zen di procedere, o forse meglio, di girarci in tondo.
mercoledì 7 marzo 2018
Democrazie, pesate
Si dice che in quanto a democrazia tutto va bene, perché negli anni è aumentato il numero di paesi democratici (almeno un po' democratici).
Tralasciamo pure l'ondata dei cosiddetti populismi, e il deterioramento della qualità della democrazia negli Stati Uniti e forse altrove. Ma i conti vanno "pesati" per il numero di abitanti. E India più Cina fanno circa 2 miliardi e settecento milioni di persone (quasi a metà divisi, perché l'India continua a crescere demograficamente e ha quasi raggiunto la Cina, che è circa stabile). E siccome la situazione "democratica" si è deteriorata in entrambi i paesi, pesando per la popolazione, si è deteriorata anche a livello mondiale.
La Cina non è e non era una democrazia, ma con Xi Jinping i pochi spazi che potevano esserci si sono chiusi, e gli ultimi sviluppi sanciscono un allontanamento dalle pratiche di leadesrship condivisa voluta da Deng Xiaoping, e un ritorno all'idea Maoista del grande capo solo al comando.
Per parte sua, l'India sta diventando una specie di inquietante stato teocratico induista, a rinnegare il patto fondante secolarista che era stato incarnato dal Partito del Congresso.
Simbolica, in quel che appare sempre più come un delirio nazionale, è la vicenda della moschea di Babri Masjid a Ayodhya. Si è espresso anche Sri Sri Ravi Shankar, dicendo che se non la risolvono, l'India rischia di diventare come la Siria (vedi qui. E non è chiaro se sia una predizione, o una minaccia.
"Sri Sri" non va confuso col Ravi Shannkar musicista. Apprendo che è morto nel 2012, ed è giusto celebrarlo. In alto, a Woodstock. Qui, la registrazione completa (54').
lunedì 5 marzo 2018
Lunga marcia: un "frame" mancante
Nel 2019 la Cina lancerà il nuovo missile "Lunga Marcia 5B", che trasporterà i moduli di base della prima stazione spaziale orbitante cinese.
La "lunga marcia" fu il capolavoro di strategia militare di Mao ed è un bel nome per un missile. Riflette un quadro concettuale, o "frame", ben presente nella cultura cinese, consapevole com'è dei grandi spazi, grandi come un cielo sovrastante, ben saldo, perché legittima l'ordine delle cose qua in basso. E' il concetto di "Tianxia (天下) "tutto sotto al cielo" (non so nulla di cinese, ma il primo dei due caratteri, 天 - Tiān , è bellissimo e così graficamente evocativo).
Per rappresentare un concetto analogo alla lunga marcia esiste anche l'immagine dell'"attraversare il deserto", che talvolta si utilizza anche in italiano.
Ma in Italia si è affievolita un'idea antica di grande spazio che ci giunse per via di qualche studio classico. Per esempio, dalle lunghissime marce del De Bello Gallico, ai dieci anni che ci vollero per arrivare, infine, a Farsalo.
E così non solo non facciamo lunghe marce, né attraversiamo il deserto, ma neppure ne concepiamo la possibilità, perché l'idea contraddice gli spazi angusti che viviamo. Non si intrapresero lunghe marce all'indomani di Tangentopoli, e non si attraverserà nessun deserto ora. E valga come chiosa alle elezioni di ieri.
venerdì 2 marzo 2018
Abisso Venezuela
Nel novembre scorso, in un ostello di Medellín ho conosciuto una coppia, un ragazzo e una ragazza di Maracaibo. Due studenti di architettura che facevano qualche lavoretto in giro, e aiutavano in ostello in cambio dell'ospitalitá. Per emigrare avevano venduto tutto. Il ragazzo mi ha raccontato che aveva pubblicato un annuncio su Facebook per vendere un piccolo frigorifero, lasciando il numero di telefono. Lo aveva chiamato uno che si era presentato come un carcerato, cercando di estorcergli del denaro per evitare problemi.
Mentre il ragazzo preparava la colazione gli ho chiesto del "el helicoide" (il numero due qui, e la foto in alto), di cui avevo letto qualche tempo prima. Nell'architettura abbiamo trovato qualcosa da dirci, che ci ha permesso di non cadere nell'abisso in cui ci attirava quel piccolo frigorifero venduto per due soldi.
Abisso raccontato da questo reportage del viaggio da Caracas al Cile in autobus, struggente e doloroso. Un viaje en una caravana de la miseria. Di Alexandra Ulmer, con fotografie di Carlos García Rawlins. Reuters, 2 marzo 2018.
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