mercoledì 15 maggio 2019

La finestra rotta di Elisabetta Gualmini



"Soprattutto, ha spiegato Gualmini citando la “teoria della finestra rotta”, bisogna reagire con tempestività agli atti di occupazione. “Quando in un quartiere c’è una finestra rotta, che rimane così a lungo, gli abitanti si sentono legittimati a lasciarsi andare”

Così Elisabetta Gualmini a proposito degli sgomberi a Bologna (La Repubblica, 22 marzo 2016).

La teoria della "finestra rotta" andrebbe discussa, anche nel suo ruolo, strumentale e ideologico, all'interno del discorso promosso dalla nuova destra statunitense. Ma sarà semmai per altra occasione.

Il problema è che la finestra ora l'ha rotta la Gualmini. Ha inviato un messaggio di pubblicità elettorale (è candidata) a tutti i dipendenti dell'Università di Bologna (sui seimila) utilizzando il suo indirizzo istituzionale - essendo lì professoressa in aspettativa (è vice-presidente della Regione Emilia-Romagna).

Ha violato il regolamento etico d'ateneo, le regole d'uso del "pezzo di Internet" (il GARR) che utilizza l'università (vedi qui), non so se anche la legge (vedi questi commenti). Soprattutto, mi pare, ha mancato di buon senso, di misura, e di perizia.

Ma invece di ammettere l'errore, la Gualmini si è difesa stizzita: "Gli indirizzi sono pubblici. Ci mancava anche che coinvolgessi l'Ateneo su questo". E ha puntato il dito contro altri (qui).

Son quei casi in cui non sai per cosa prendertela, essendoci l'imbarazzo della scelta. E alla fine, siccome non te la puoi prendere per tutto, alla fine sorridi e semplicemente dici: ma che gente bizzarra. E solo aggiungi, timoroso: con quei vetri rotti, attenzione!

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