giovedì 5 novembre 2020

Che cosa farei a Ferrara

 

Se comandassi io a Ferrara farei piantare un bosco lungo il giro delle mura. Ma non qualche alberello lezioso qua è là, com'è ora: vorrei invece un bosco vero e fitto attorno a quel camminamento di dieci chilometri, essendovi ampio spazio almeno a nord e a est. Altrove, gli spazi sarebbero da conquistare, a un post-guerra di ediliza mediocre e di urbanismo pessimo. Ma a Ferrara nel 2040 si potrebbe camminare, correre o andare in bicicletta per dieci chilometri, in città, in mezzo al bosco.

Certo, ci vorrebbero dei ponti per non dover attraversare incroci e anche svincoli: agili ponti, per pedoni e biciclette, a ristabilire la continuità delle mura. Un concorso internazionale sceglierebbe il progetto, e tanti bravi architetti vorrebbero metter la firma alla realizzazione ambiziosa di una città bellissima.

Troppa ambizione? Se fosse tra noi Ercole d'Este, e quest'idea gliela si raccontasse, sorriderebbe con aria di sufficienza. E direbbe, ovvio che s'ha da fare: c'è il riscaldamento globale, mica noi possiamo solo subire. Almeno rinfreschiamoci un po', con tanti alberi, e insomma industriamoci per vivere tra qualche delizia. La sua del resto era una famiglia che sapeva pensare in grande, e chissà se di quel gene cittadino qualcosa è rimasto. 

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