domenica 2 aprile 2023

Il turgido monte

Ieri ho percorso il facile sentiero che da San Benedetto in Alpe porta alla cascata dell'Acquacheta. C'era acqua d'appertutto e ho pensato, "oggi il monte è turgido". Ho cercato anche altri aggettivi, come "enfio" e "gravido" ma, non so perché, quel che mi è rimasto in testa per tutta la giornata è stato il monte turgido, e non altro.



La cascata ieri era bellissima. L'ho aggirata salendo, e anche il torrente che l'alimenta era molto turgido. Scorre placido in una piana (da cui forse in nome di "acqua cheta"), e il sentiero lo attraversa numerose volte, e numerose volte ho dovuto guadarlo coi piedi nudi e le scarpe al collo. L'acqua non era troppo fredda, ma alla fine mi ero veramente rotto le scatole di quel continuo togli-e-metti. 

Arrivato al crinale, ho proseguito sino al passo del Muraglione. Ricordavo la lapide che descrive come si finanziò l'opera, ed è una testimonianza interessante per chi si diletta d'economia pubblica:

"Con l'avanzo del denaro pubblico

fu fatta la spesa

e ad esse le comunità beneficiate concorsero"


Il disegno finale: un comodo anello di trenta chilometri e non tanto dislivello. Ma per arrivare alla cascata si richiede sforzo ben inferiore. Dante la vide e ne scrisse, in un passaggio oscuro del canto XVI dell'Inferno. Si era fermato al convento dei Benedettini che si trovava nei paraggi, laddove lui si trovava, invece, in uno stato confusionale.

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