domenica 1 ottobre 2017
Concorsi truccati: "note for the file"
Il Corriere della Sera, raccontando le reazioni in rete a proposito della denuncia del ricercatore universitario Philip Laroma Jezzi, riporta che "c’è anche chi azzarda un #jesuisphilip". Quel "qualcuno" sono io, mosso da un intento scherzoso, ma anche da simpatia istintiva vero uno sconosciuto.
Lavoro in università da tanti anni e non mi scandalizzo se i concorsi sono "cooptazione mascherata". Invece mi han sempre scandalizzato due cose. Primo, la cooptazione fatta male. Nessun problema se i nomi dei vincitori all'incirca si sanno già prima. Ma devono essere le candidature migliori. E se in quel concorso si presenta qualcuno chiaramente più bravo, che vinca. Detto in altri termini, i commissari devono avere la forza per rompere eventuali "patti impliciti".
E secondo, mi ha sempre scandalizzato il conformismo di chi sta zitto, che deriva dall'opportunismo quando non da una diffusa corruzione (più o meno "light").
Sono stato intervistato, ad Agorà (RAI) (qui, a 1h 42' 58''), e a Radio Città del Capo (qui). Ho difeso la grande moltitudine di colleghi che, ritengo, col loro lavoro (se non col colpevole conformismo) onora la nostra istituzione. E' curioso che lo abbia fatto io, e non il nostro Rettore Ubertini. Tra il serio e il faceto ho anche lanciato un appello: "E' stato smarrito un rettore. Chi lo abbia avvistato, chiami" (aggiungo: qualcosa Ubertini ha poi detto alla stampa, in coda alla visita del Papa: too little, too late).
E con questo termina il post. Quel che segue è solo un "note for the file", di eventuale interesse per gli storici che un giorno vorranno occuparsi della nostra università, al capitolo "comportamenti devianti". Penso che, almeno in quelle pagine, risucirò ad incontrare Philip Laroma Jezzi.
Note for the file
Ricercatore
In una calda giornata di settembre del 1999 entrai nella sala di passaggio del dipartimento dove si trovava, e si trova tutt'ora, la macchina fotocopiatrice. Indossavo calzoni corti, una camicia a fiori, e sandali. Indaffarato alla fotocopiatrice c'era un collega più anziano, ora trasferitosi altrove, che era dotato di senso dell'umorismo e col quale avevo un buon rapporto. Mi guardò di traverso e con un sorriso mi disse: "Lucio fai bene a vestirti da spiaggia, perché in futuro avrai molto tempo libero". Avevo appena pubblicato questa lettera, quel che poteva essere l'analogo cartaceo dell'aereo-razzo Yokosuka MXY7 utilizzato dai piloti kamikaze giapponesi (foto in alto).
Prof. associato
Nel 2001 feci domanda per un concorso da professore associato. In quel periodo le commissioni erano composte da cinque professori, tre ordinari e due associati, e attribuivano tre "idoneità". Tipicamente, il concorso veniva "chiamato" (così gergalmente) da una Facoltà per un candidato interno. Un vincitore era quindi sempre già arcinoto, e la speranza era che almeno una delle due idoneità rimanenti fosse contendibile.
Un paio di giorni prima delle prove mi telefonò un professore ordinario a me vicino (e non coinvolto in quel concorso). Mi disse "Lucio, volevo dirti che il concorso di * è già chiuso. Ognuno dei tre ordinari ha il suo". Un po' piccato, risposi: "Mi stai chiedendo di non andare?"."No. Ho solo pensato di avvertirti in modo che tu non ti faccia illusioni".
Avevo allora due pubblicazioni su riviste "pesanti" (Restat e JBES; dettagli..). Due era più della somma delle pubblicazioni di peso analogo che tutti insieme avevano i tre candidati quasi vincitori e i cinque commissari.
Ero già d'accordo con Alberto e Cristina che sarei stato loro ospite, in quella nebbiosa città settentrionale. Inoltre, per far domanda in quella università, che è un pò diversa dalle altre, si doveva persino pagare, mi pare un centinaio di euro. Non essendo partecipe di quella religione (di pagamenti, intendo), decisi di usufruire del servizio che avevo acquistato. Fu molto divertente; come andò a finire è scritto più avanti.
Prof. ordinario
In seguito le "idoneità" furono ridotte a due, per cui gli "esterni" potevano sperare di vincere l'unica idoneità residua. Con quelle nuove regole, un'università "chiamò" un concorso da professore ordinario al quale feci domanda. Circolò la voce che anche la seconda idoneità fosse già assegnata. Così scrissi, alla mailing list dei professori e ricercatori interessati a quella disciplina: circa 200 persone.
Da: Lucio Picci
Date: Tue, 11 Feb 2003 12:51:56 +0100
A: Mailing list
Ho visto sul sito del Ministero che è stata eletta la commissione per il concorso da ordinario di [...].
Vorrei chiedere ai commissari: si sa già, e tralasciando chi poi verrà effettivamente chiamato a [...], che l'altro posto e' del Prof. [nome e cognome; chiamiamolo, Tizio]?
Siccome io mi sono abbastanza rotto le scatole di un certo tipo di concorsi, e siccome tra gli eletti vi sono due commissari che incontrai un paio di anni fa in un concorso in [...] che non mi sono dimenticato, e temo neanche loro, vorrei almeno esercitare il mio diritto di non perdere tempo e soldi a spedire pacchi di pubblicazioni dentro un buco nero.
Si può avere un segnale, magari sotterraneo, ma onesto e chiaro?
saluti,
Lucio Picci
Seguì un certo subbuglio, e altra corrispondenza. In particolare, scrisse quel Prof. che io avevo chiamato per nome e per cognome, annunciando che si sarebbe ritirato dal concorso:
Da: Prof. Tizio
A: Mailing List
Data: giovedì 13 febbraio 2003 16.10
Cari Colleghi,
probabilmente avrete letto la mail inviata dal collega Picci alla mailing list [...], lettera che mi coinvolge personalmente, indicandomi come già vincitore del concorso di prima fascia bandito dall'Università di [...].
Chi mi conosce sa che non apprezzo il modo con cui il sistema concorsuale vigente è stato applicato dalla comunità accademica. Condivido molte delle critiche che sono apparse e continuano ad apparire sulla stampa.
Purtroppo mi sono ritrovato coinvolto, senza il mio volere, in questo bailamme concorsuale, indicato esplicitamente come il vincitore "designato" e, di conseguenza, come favorito dal sistema che critico. Ho il dubbio che si sia voluto colpire il vaso di coccio non potendo colpire i vasi di ferro, ma tant'è.
Confesso che tutto ciò non mi piace e vi assicuro che questi ultimi giorni non sono stati dei più felici.
Poiché tento, con fatica, di comportarmi in modo coerente con le mie idee, cercando di vivere in pace con me stesso, ho deciso di ritirarmi dal ruolo di favorito dal sistema rinunciando a partecipare al concorso di [...]. Spero, così, di sollevare dal comprensibile imbarazzo i commissari e dal sentirsi già perdenti i rimanenti partecipanti.
Mi rendo conto come questa mia decisione possa essere letta in tanti modi, anche malevoli, ma lascio ad altri questo piacere.
Auguro di cuore a tutti i miei colleghi più giovani di non trovarsi mai in questa s/comoda situazione di vincitore "designato".
Ringrazio gli amici che mi hanno dimostrato stima ed affetto.
Cordialità
Prof. Tizio
Intervenne un plotone di otto professori associati:
Da: otto professori associati
A: Mailing List
Date: Tue, 18 Feb 2003 12:33:59 +0100
Cari colleghi e amici,
avrete certamente letto la mail di Lucio Picci e quella successiva di Tizio inviate alla mailing list [...]. Tutti noi desideriamo concorsi basati sul merito, con pari opportunità per tutti i candidati.
A nostro parere, tuttavia, non è un messaggio come quello di Picci che può garantire questo obiettivo. Al contrario, quello che è stato fatto ha gettato, in modo del tutto gratuito, discredito su un collega, facendone nome e cognome e additandolo come candidato favorito della commissione, senza alcun elemento oggettivo a supporto di tale affermazione. Il risultato di tutto questo è che Tizio ha comprensibilmente deciso di ritirare la propria candidatura.
Deploriamo nel modo più fermo il ricorso a insinuazioni ingiustificate e offensive, e la loro diffusione a un pubblico ampio ed eterogeneo come quello deglli iscritti a questa mailing list.
Vogliamo manifestare a Tizio la nostra solidarietà per l'attacco di cui è stato vittima, e ribadire immutata la nostra stima nei suoi confronti, augurandoci che possa tornare sulla decisione di ritirare la propria candidatura.
Cordiali saluti.
[Seguono i nomi di otto Professori associati]
Scrisse il Presidente della commissione di concorso - riporto l'essenziale:
Da: Prof [...] (Presidente commissione di concorso)
A: Mailing List
Date: Wed, 19 Feb 2003 16:14:31 +0100
Cari colleghi,
in quanto commissario nel concorso di [...], non intendo prendere posizione pubblicamente sugli argomenti sollevati in alcuni messaggi apparsi di recente su questa lista.
[...]
E per ultimo scrissi nuovamente io:
Da Lucio Picci, 24 febbraio 2003
A: mailing list
Il 29 marzo 2001 ero all’Università [...] di [...] per la “discussione dei titoli” di un concorso per professore associato, membri (ordinari) della commissione il Prof. [...], il Prof. [...] e il Prof. [...].
In quell’occasione resi noto alla commissione che, se avevo deciso di presentarmi, era perché avevo ritenuto di non prestar fede alle voci secondo le quali il concorso era chiuso da tempo.
Come ci si può immaginare, la mia esperienza [...] fu abbastanza grottesca, ma non priva di aspetti divertenti e anche comici. Per esempio, mesi dopo mi giunse il messaggio di una studentessa di uno dei commissari, ai quali [...] avevo distribuito copia dei lucidi della mia lezione, che si complimentava per la mia chiarezza espositiva. Comunque sia, risultarono “idonei” tre candidati, uno per ciascun ateneo di provenienza dei tre commissari principali.
Due di quei professori sono stati eletti nella commissione per il concorso per professore ordinario di [...]. Ho preso nota di quanto avvenuto [...], tanto più che si riproponevano in parte le stesse persone. Ho chiesto, questa volta in pubblico, se il vincitore sarà la persona che sappiamo. Ho posto il problema minimo: non se il concorso è totalmente aperto: non concorro con il “candidato interno”, che pure conosciamo, perché non ho interesse ad andare a lavorare a [...]. Ho chiesto se è almeno un pò aperto, facendo il nome e cognome collegato alla “seconda idoneità”, l’unica rimasta per concorrere.
La persona coinvolta decide di ritirarsi dal concorso. Il presidente della commissione, Prof. [...], decide di non rispondere se non in "altra sede" e, mi pare, non a me e agli altri candidati. Quindi di fatto, se non ho mal interpretato, risponde.
Qualche commento. Il vincitore designato è una persona rispettabile, oltre che simpatica. Dovrebbero esistere metodi meno brutali per esercitare il proprio diritto di non partecipare a un concorso chiuso, non c'è dubbio. Sul fatto che altri metodi non ci siano dati, rifletterà chi vorrà. Il vincitore designato, insieme ad altri, è una delle vittime di questa vicenda, e in particolare di una certa idea dei concorsi, che si basa su una aspettativa: qualunque stortura, qualunque designazione di commissari, incontrerà il silenzio delle persone colpite, perché queste sono in attesa di essere a loro volta incluse in un prossimo favore. Si tratta di una aspettativa presuntuosa, che dimentica che in questo Paese non vi è soltanto una tradizione di persone sempre pronte, per dirla con Flaiano, ad accorrere in soccorso del vincitore.
Chi ha condannato la mia presa di posizione per il metodo, ha ritenuto di premettere comunque una presa di distanza dal sistema concorsuale attuale, fornendo, mi pare, un bell’esempio di excusatio non petita. Il sistema attuale permette anche la promozione di persone che in un sistema aperto non andrebbero molto lontano. Distribuisce rendite agli interni, in una misura che è direttamente proporzionale alla debolezza del loro curriculum. E’ così poco vero che questo sistema non ci piace, che non sono al corrente di nessuna lettera di solidarietà pubblica ai tanti candidati esclusi dai concorsi in giro per la penisola, e di stigma verso i “metodi” dei commissari responsabili. Eppure, i concorsi blindati rappresentano un poderoso “attacco personale” verso chi è fuori a priori. Stiamo parlando di persone in carne ed ossa, con storie accademiche talvolta non disprezzabili, e con una dignità che vorrebbero preservare.
Mi ritiro dal concorso di [...], e non penso di avere altro da aggiungere su questa vicenda.
Lucio Picci
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Epilogo
Mi ritirai dal concorso. Prof Tizio non si ritirò, e vinse, insieme al “candidato interno”.
Secondo la banca dati EconLit, Prof Tizio, precedentemente alla data del concorso, aveva pubblicato due paper su riviste internazionali di categoria B, e due paper su una rivista italiana (tutti col medesimo coautore, l’altro vincitore del concorso). Il presidente della commissione ottenne il dottorato nella stessa università, e nei medesimi anni, in cui vi studiava il Prof. Tizio. Il titolo di Dottore di ricerca non è riportato nel curriculum di Tizio disponibile online.
Tra i candidati che persero il concorso vi fu il Prof. M. Secondo la banca dati Econlit, aveva 8 pubblicazioni su riviste internazionali, di cui una “top tier”, e tre su riviste nazionali, da solo e con diversi coautori.
Oggi, Google Scholar attribuisce complessivamente oltre 7 mila citazioni ai lavori del Prof. M. Si tratta di circa 40 volte il numero di citazioni ottenute a fine carriera dalle pubblicazioni su rivista del presidente della commissione di quel concorso. Ottenute inoltre con pubblicazioni di categoria mediamente molto inferiore rispetto a quelle del Prof. M, in base alle classificazioni largamente condivise all'interno della disciplina. Degli altri due commissari di quel concorso si è detto più sopra.
Conclusione
Nessuna conclusione: è solo un "note for the file".
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