Chi vuol fare qualcosa seriamente non può pensarci "ogni tanto", ma continuamente e anzi ossessivamente (solo l'ossessione è compatibile col bene). Ho dovuto dribblare tra le insenature di una lunga coda di paglia per giustificar(mi) l'ultimo progetto di ricerca, anche lui richiedente numerosi viaggi. Dato che l'essere umano è debole e la spinta ad essere convenzionali è invece potente, mi sto ora dedicando a ricerche meglio raccontabili in società.
Ma quel "progetto mondo", e turistopoli, e megaturismo, e anche, certo, i barconi degli immigrati, mi tornano e tornano in mente. Procedo spazialmente e sulla mappa coloro luoghi nuovi e, per quel che posso, cerco di capire: e quel luoghi e le loro geografie, e un loro senso complessivo, che siamo condannati a cercare. E' per questo che ho aggiunto un pezzzetto di Africa occidentale nelle ultime due settimane, e uno di Indonesia (che essendo enorme solo a pezzetti si può visitare) un paio di mesi fa. Solo per questo, che chi viaggia con me sa che sono solo scomodi sacrifici.
Ho trovato su Internet un bel generatore dei Paesi visitati. Crea un video con un globo che gira. Mostra un'Africa quasi inesplorata, mostra un continente che conosciamo poco e anche per questo sono andato. Anche se, tanti anni fa, in Africa iniziai a viaggiare in un certo modo che amo: sporco e incurante.
Qui sotto registro qualche appunto passato, di un progetto che forse solo realizzerò non occupandome seriamente. Un progetto, quindi, che sarà solo contraddizione, come il tema che tratta: turistopoli, il mondo.
Progetto mondo (26 maggio 2017)
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