lunedì 26 marzo 2018

Leninismo da colletti bianchi



Oggi ho presieduto una commissione di laurea all'Università di Bologna. Ne abbiamo laureati dodici.

Domani dovremo rieleggere il Senato accademico. Ci sono 27 candidati per 25 posti. Candidature organizzate dall'alto: così inizia la lettera sfacciata di una direttrice di dipartimento per chiedere di votare bene (molto difficile non farlo!): "In accordo con tutti gli altri direttori dell’area, per l’area 5 sono state espresse la candidatura [...]"

E' leninismo da colletti bianchi. O se preferite, è una concezione patrimoniale della cosa pubblica: l'università è nostra. Ma il leninismo, tra colletti bianchi, forse può essere solo patrimoniale.

Questa mattina dovevo scegliere una t-shirt da mettere sotto la toga, e ho optato per quella che comprai anni fa in un banchetto di non so quale collettivo studentesco. Alma Riot Studiorum, A.D. 1977. Mi è parsa l'unica scelta coerente con l'essere io un moderato, purtroppo circondato da una banda di pericolosi estremisti.

Congratulazioni ai neolaureati, e che il Paese vi sia lieve.

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