venerdì 28 giugno 2019

Nella sfera telematica tutto è pubblico


Nuovo scandalo per concorsi presuntamente truccati, che decapita l'Università di Catania, e pubblicazione di intercettazioni. Persone che in tutta evidenza non pensavano di parlare "in pubblico". Ma tutto è pubblico nell'era della sfera telematica: da quel libro di vent'anni fa ho reperito un paragrafo pertinente.

"Il carattere tendenzialmente pubblico dell’informazione rende problematica l’adozione di strategie segrete nei confronti dei propri interlocutori, sia all'interno che all'esterno dell'organizzazione. Il vertice che non tenga conto della mutata situazione è destinato ad essere vittima di ripetute gaffe, come avviene a chi ha una percezione errata della geografia situazionale rilevante. In questi casi, la strategia e il tipo di leadership opportuna consiste nel cercare gli assetti possibili che permettono una comunicazione tendenzialmente non differenziata a seconda dei diversi interlocutori. Si tratta di un esempio di una strategia delle compatibilità, l’unica in grado di essere comunicata immutata in ognuno degli ambiti, non più impermeabili, rilevanti per la sua esecuzione. Se vi è permeabilità comunicativa tra i diversi ambiti, il dominio delle strategie organizzative non è più segnato da un confine ben definito tra l'organizzazione e l'ambiente esterno. Tutte le strategie dell'organizzazione tendono ad essere, almeno in parte, delle strategie di sistema"

Presentai il nucleo dell'argomentazione del libro a un convegno a Ottawa, Canada, nel 1998 - incoraggiato da Osvaldo Croci. Per ritrovare questo brano ho dato una scorsa ad alcuni capitoli. Era un libro visionario e aveva una copertina bellissima, derivata dalla mappa di una zona di centuriazione romana vicina a Cesena. L'editore, Maurizio Marinelli, la trasformò in qualcosa che ricorda un circuito integrato, così aggiungendo, anche in copertina, una visione.

Adesso scrivo a Maurizio per chiedere se, dopo tanti anni, mi permette di pubblicare il libro su Internet: che rimanga ormai quasi privato ne smentirebbe la tesi. Anzi, essendo tutto pubblico, gli ho scritto qui.

PS. 29 giugno: mi risponde Maurizio Marinelli (nella sfera telematica, è tutto in pubblico, che dico, in piazza)

“Baskerville pubblica libri non per guadagnare con i libri ma perché ritiene che quei libri abbiano il valore per essere diffusi; per questo i libri di Baskerville sono degli autori che li hanno scritti e che ne possono fare quello che vogliono. Quindi, caro Lucio, fanne quello che vuoi. Se vuoi possiamo pubblicarlo gratuitamente anche noi nella piattaforma gratuita in cui pubblichiamo da anni e gratuitamente i nostri nuovi libri: https://www.issuu.com/baskerville.it

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