sabato 30 novembre 2013

IS-LM e altre storie



Il modello IS-LM fu il primo che studiai - allora a Scienze Politiche si iniziava con la macroeconomia. Usavamo un testo complesso di Augusto Graziani che, anzichè leggere, dovevi scavare. Il dibattito tra gli studenti più motivati - e quasi tutti lo eravamo - era raffinato. Per esempio, ci si domandava in quale misura la sintesi neoclassica di Sir John Hicks (*) - il modello IS-LM - tradisse la Teoria Generale di Keynes. Hicks "lo andai a vedere" un giorno che visitò il Bologna Center della Johns Hopkins. Era molto anziano, ma lo vidi, e così, in un'altra occasione, fu per Modigliani, che era fresco di Nobel. Vidi anche Pertini e la Iotti, all'Archiginnasio, dove andai insieme al Bettini, ma questa è un'altra storia.

Laureatomi, trascorsi un semestre a Louvain-la-Neuve, dove a un certo punto mi iscrissi al programma di maitrise. Meditai di scrivere la tesi finale sui modelli di disequilibrio, secondo certe tecniche di stima là sviluppate. Si trattava di un argomento già desueto e ben presto dimenticato. A Lovanio, università cattolica, abbandonai senza terminare. Mi mancavano due esami: equilibrio economico generale e religione. Per quest'ultimo, dovevo leggere un vangelo, per poi parlarne con un prete. Ancora da qualche parte credo di avere i vangeli in francese. Me ne fecero comprare quattro, anche se si richiedeva la lettura solo di uno. Non vendono i libri squadernati.

La macroeonomia del "ciclo reale" (real business cycle) la studiai per la prima volta al dottorato a Bologna. Fu un buon primo anno che frequentai mentre svolgevo il servizio civile. Macroeconomia la insegnava, tra gli altri, Francesco Giavazzi. Il libro di testo era l'ottimo Blanchard. Terminato il servizio civile, e quel primo anno di dottorato, mi trasferii a U.C. San Diego. La macroeconomia mi piaceva e avevo un buon intuito per risolvere i problemi senza calcolare gli hamiltoniani, uguagliando le grandezze marginali rilevanti. Per questa mia propensione e per sfottermi, il mio amico Nick, che ora insegna a Boulder, Colorado, mi diceva sempre: "marginal this, marginal that". Nick è anche un mio amico di Facebook, e spesso lo vedo in piedi a una tavola da surf (surf this, surf that).

Non ho mai pensato che il "ciclo reale" servisse per il nobile fine di spiegare il mondo. Non mi sono mai veramente occupato di macroeconomia, e può essere che sia per pigrizia se quel primo modello sul quale sudai, disegnandolo in mille modi con penne colorate, mi è sempre parso il più utile (vedi anche il commento di Krugman (**)). Il lato dell'offerta è senz'altro rilevante, ma per il tramite e con la mediazione della qualità delle politiche.

La scelta delle politiche più opportune dipende anche dalla capacità di chi dovrebbe realizzarle. In Italia per esempio, in questa fase storica, i famosi buchi per terra di cui parlava Keynes probabilmente si farebbero storti, e comunque forerebbero le tubature dell'acquedotto.

(*) Hicks, J.R. (1937). "Mr. Keynes and the 'Classics': A Suggested Interpretation," Econometrica, 5(2), pp. 147-159.

(**) New Thinking and Old Books Revisited. Paul Krugman, 30 novembre 2013.

giovedì 28 novembre 2013

Fakhraddin Gafarov



L'altra sera il concerto di Fakhraddin Gafarov a Forlì è stato molto bello. Principalmente suona il tar. Qui, una versione del Sari Gelin, con Massimo Portolani che accompagna.

lunedì 25 novembre 2013

Il Progetto Erasmus


E inoltre, ho appena ritrovato questa mia fotografia. Testimonia lo spirito fondativo del Progetto Erasmus. O, eventualmente, l'errore (su scala continentale) che si commise nel sceglierne il pioniere

University of Sussex. Falmer (Brighton), autunno 1987.

domenica 24 novembre 2013

L'istinto romagnolo


Incappando nel sito di "Fare per fermare il declino" (il partito dall'intenzionlità egoriferita), e ripensando alla vicenda di Oscar Giannino coi suoi studi a Chicago, mi è tornata in mente una questione che avevo sepolto nelle profondità cerebrali.

Avevo tre pallottole da sparare per l'ammissione al dottorato di ricerca - un mio professore, ben conosciuto all'estero, mi aveva detto che avrebbe scritto non più di tre lettere di presentazione. Mi interessava l'econometria. Scelsi le università di Princeton, di Chicago, e l'Università di California a San Diego. Princeton non mi accettò. Chicago e San Diego si. Non ci pensai un attimo: volevo andare al caldo e al mare. Fu solo l'istinto romagnolo a non farmi diventare un Chicago Boy.

sabato 23 novembre 2013

A mis amigos españoles: los nuestros sí que flotan



Mi interesso sia a quel che galleggia, sia a quel che va a fondo. Come il nuovo sommergibile spagnolo "Isaac Peral" (un geniale precursore), costruito nei cantieri di Navantia di Cartagena, e che a conti fatti pesa 120 tonnellate in più (il 7% del totale!) del previsto. Risulta che si sono per così dire incartati, e ora stan pensando di allungarlo.

E' che progettare queste cose, e poi realizzarle, è complicato. L'immagine dell'Isaac Peral, in alto, è virtuale, e a noi piacerà ricordarlo così, mentre felice solca mari di byte.

"Aunque Defensa insiste en que estos problemas son frecuentes en prototipos, el informe preliminar de Electric Boat señala graves deficiencias en los mecanismos de control y procedimientos de ingeniería."

200 millones en 2014 para ‘adelgazar’ el submarino S-80, Miguel Gonzñalez, El País, 13 ottobre 2013.

giovedì 21 novembre 2013

E' morto



La Stampa è il terzo quotidiano italiano per circolazione (escludendo i quotidiani sportivi). Annovera firme importanti, a partire da Gianni Riotta, fulgido esempio di giornalismo in grado di figurar bene anche nel confronto internazionale.

Or ora, La Stampa ci informa che è morto Aldo Coppola. Me ne dispiaccio.

lunedì 18 novembre 2013

Chi racconta l'Italia




Finalmente il giornalismo italiano ammette la sua irrilevanza. Anche per raccontare i pettegolezzi del palazzo, conviene affidarsi affidarsi fuori.

sabato 16 novembre 2013

A New Cross-National Measure of Corruption




Per cui: si mette un foglio elettronico in Google Drive, si crea un grafico o una mappa, e si può visualizzare su Web. Esilarante. Ecco il (logaritmo del) "Public Administration Corruption Index", on the fly.

domenica 10 novembre 2013

Final Gore




"...and his old, percolating sense of thwarted ambition. He had always wanted to be president."

Come non capirlo.

E sarà sempre vero che “It is not enough merely to win; others must lose.” - Gore Vidal0

For Gore Vidal, a Final Plot Twist, di Tim Teeman, The New York Times, 8 novembre 2013.

sabato 9 novembre 2013

La corruzione dell'informazione



Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera: " i corrotti rubano al Paese, dice la Corte dei Conti, almeno 60 miliardi l’anno".

Sull'invenzione di questi 60 miliardi ormai mitici, si veda questa ricostruzione.

Una balla ripetuta tante volte diventa una verità, e così si semplifica, per il giornalismo italiano, il fastidioso onere del controllo delle fonti.

domenica 3 novembre 2013

John Maynard e io

Considerato che oggi tutti si dicono keynesiani, ho deciso di recuperare la mia vecchia copia della General Theory (che, giuro, lessi) per non essere da meno. Per non venire superato, dal lato della domanda, dagli ultimi parvenu.

Eccola.



Luogo e data d'acquisto.



Dentro, per segnalibro, il volantino di una manifestazione, o meglio festa, a Hyde Park: Il Freedom Rally per Nelson Mandela.



Giusto tre giorni dopo l'acquisto. Con tanto di Simple Minds. Ricordo che ero a Londra per sbaglio, nel senso che fu un errore andarci.




Ecco il manifesto: in rete c'è tutto.



sabato 2 novembre 2013

Terenzio e il PD



Il capogruppo Pd in Regione Emilia-Romagna Marco Monari si sarebbe fatto rimborsare 1100 Euro per un finesettimana a Venezia (vedi qui). Thomas Casadei, invece, ha ottenuto il rimborso di 50 centesimi per aver usato il cesso della stazione (vedi qui).

Dalla raffinatezza elegante alla necessità scatologica, Terenzio chioserebbe: PD sum, humani nihil a me alienum puto. Sono il PD, e nulla di quel che è umano mi è estraneao.

La curva, il grande cocomero, e i ritrovamenti rocamboleschi

".. bisogna conoscere il segreto di una curva sulla vecchia, ottusa Porrettana per vedersi aprire, inaspettata, ogni volta come riscoperta, questa valle ariosa in un semicerchio di monti i cui colori marcano il passar delle stagioni."

E questo era Terzani (vedi qui), che cito per catturare il pubblico nazional-popolare della rete.

Qui sotto, io che carpisco il segreto della curva, allo specchio, in pericoloso equilibrio sul muretto dell'ottusa Porrettana.




A Vizzero c'è un bel lavatoio.




La valle del Randaragna e Case Calistri.




Poi, oltre il Monte Cocomero, verso il Passo del Termine.




A questo punto tutto s'ingarbuglia. Il tentativo di passaggio inedito per la cima del monte Orsigna è fallimentare. Peggio: quasi arrivato alla meta mi accorgo di aver inspiegabilmente smarrito qualcosa.

Un momento di quiete prima della dolorosa epifania: la vertiente del Monte Cocomero dal Monte Orsigna.



L'infruttuosa ricerca di quel che era stato smarrito mi ha fatto tardare. A due passi dal bivacco, è già buio.



Il bivacco. Non so perché lo fotografo sempre, questo lettaccio squallido. Notte agitata dagli scrosci di pioggia.



La tenda di due studenti di psicologia, e i resti del fuoco di ieri sera.



Malgrado la pioggia, sono tornato alla ricerca di quel che si era perduto. Su un lato scosceso del Monte Orsigna si è avuto il miracolo del ritrovamento.



Il sentiero verso la valle dell'Orsigna.



Ecco, questa è la storia del sentiero.



A Pracchia si organizza la festa per stasera. Io non ci sarò.



La camminata è risultata ben diversa dai piani: un va e vieni sconclusionato, avanti e indietro lungo il contrafforte del Monte Cocomero. Che forse è il Grande Cocomero di Charlie Brown, e si spiega tutto.