mercoledì 31 dicembre 2014

A Supermarket in Bologna



Attaccare bottone in russo a due ragazze, criticando la scelta dello spumante dolce, e con un anziano signore lettone, alla cassa. E a tutti, auguri! c наступающим! - potrei trascorrere ore appostato tra i banconi, e a scivolare lungo le corsie del Conad di Via Sant'Isaia, aspettando un'altra vittima.

Tornato a casa, ho pensato di rappresentare queste mie sensazioni, abbastanza poetiche, nella forma che si meritano: in versi. Ecco la prima strofa

What thoughts I have of you tonight Dante Alighieri,
for I walked down the sidestreets of Bologna
under the porticos with a headache self-conscious looking at San Luca.
In my hungry fatigue, and shopping for images, I went into the
Conad supermarket, dreaming of your enumerations!
What prosciutto and what penumbras! Immigrants shopping
at night! Aisles full of husbands! Wives waiting in the delicatessen, babies
in the tomatoes! — and you, Pierpaolo Pasolini, what were you doing
down by the wines?


L'adattamento che Allen Ginsberg fece di questi miei versi al caso suo californiano si può trovare qui.

E, "a quello che arriva", insomma, c наступающим!

martedì 30 dicembre 2014

Exit strategy



Il Rettore della mia università, Ivano Dionigi, avrebbe invitato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi per officiare l'apertura dell'anno accademico.

Alcuni anni fa Dionigi aveva invitato, per la medesima funzione, l'allora sindaco Flavio Delbono, anche lui del PD, poco prima che questo fosse costretto a dimettersi per via di alcuni scandali.

Certa gente non impara.

Il mese scorso, il Rettore Dionigi, evidentemente a titolo personale, era "nelle prime file" al comizio conclusivo del candidato del PD alla presidenza della Regione Emilia-Romagna.

Il Rettore è l'alto custode dell'autonomia della nostra università e dovrebbe agire con maggiore sobrietà, qualità che si può avere, ma non imparare.

Dionigi è agli sgoccioli del suo mandato. Nel PD potrebbe trovare un partito all'altezza delle sue qualità e, auspicabilmente, delle sue aspettative.

mercoledì 17 dicembre 2014

Tornatene nella tua Romagna

Poco fa camminavo per Via Belmeloro e ho sentito la voce di un tipo, visibilmente occupato al telefono, che diceva, "e poi qua c'è Lucio Picci".

Era Carlo Berti, che non vedevo da anni.

Con Carlo, e un'altra trentina di persone, nell'estate tra il secondo e il terzo anno di università viaggiai per un mese in Tanzania. Insieme a Don Tullio Contiero

Ricordo benissimo che le mie discussioni con Don Contiero erano spesso molto accese. Ma, chissà per quale motivo, avevo del tutto rimosso l'aneddoto che segue, e che Carlo mi ha riferito mentre prendevamo caffè. In una occasione, evidentemente durante una di quella litigiose discussioni, Don Contiero mi avrebbe apostrofato:

"Lucio Picci, tornatene nella tua Romagna!"

domenica 14 dicembre 2014

L'implosione di The New Republic



"The New Republic" è imploso, come racconta un lungo pezzo di Ryan Lizza, un insider, sul New Yorker. Una finestra sul giornalismo statunitense contemporaneo. Seleziono due elementi che mi sembrano significativi, e un terzo che mi diverte.

1) Dipendenza dagli inserzionisti.
"Foer had been cheered by the favorable response to an October 9th cover story he wrote arguing that Amazon, which was fighting with the book publisher Hachette, was a monopoly. But on October 27th, three days after the infamous Vidra presentation, Amazon’s ad agency sent T.N.R. an e-mail concerning a campaign for its new political TV show, “Alpha House.” “In light of the cover article about Amazon, Amazon has decided to terminate the Alpha House campaign currently running on The New Republic,” the e-mail said. “Please confirm receipt of this email and that the campaign has been terminated.” It was signed “Team Amazon.”"

2) Incentivi reputazionali.
"“We are not only disruptors and incubators and accelerators,” he said, seemingly mocking the language that Hughes and Vidra often used. “We are also stewards and guardians and trustees.” He went on,“The questions that we must ask ourselves, and that our historians and our children will ask of us, are these: How will what we create compare with what we inherited? Will we add to our tradition or will we subtract from it? Will we enrich it or will we deplete it?”

3) Poesia. Come non provare simpatia per i poveri giornalisti, che si sono dovuti sorbire i powerpoint siliconiani? Alla fine, la fuga deve esser stata una liberazione.

"After Wieseltier resigned, she e-mailed him a poem, inspired by Byron’s “The Destruction of Sennacherib,” that former staffers circulated:

The Siliconian came down like the wolf on the fold,
And his cohorts were gleaming in wireless gold,
Crying Media Company Vertically Integrated!
As all before them they willfully extirpated:
The Back of the Book and the Front and the Middle,
Until all that was left was digital piddle,
And Thought and Word lay dead and cold.
"

sabato 13 dicembre 2014

L'anticorruzione e il governo di pancia



Prevedere da 6 a 10 anni di reclusione per combattere la corruzione è un'ovvia stupidaggine. Come dice Carlo Nordio (all'inizio di questa intervista) "le pene gridate non hanno mai funzionato".

Per i corrotti potremmo anche stabilire la pena di morte sotto tortura, e l'effetto di deterrenza rimarrebbe invariato, perchè in Italia i corrotti quasi sempre la fanno franca.

Le nuove pene si avvicinano a quelle previste dall'articolo n. 290 del Codice penale della Federazione Russa (in quel faro per la lotta alla corruzione, in un caso addirittura si può arrivare ai 15 anni - si veda il comma n. 6).

Un problema complesso come la corruzione, che al tempo stesso è causa e conseguenza di tanti nostri mali, non può essere governato con la pancia. Ma Matteo Renzi forse non sbaglia: l'esempio russo indica che c'è ancora spazio per ulteriori annunci ad effetto.

venerdì 12 dicembre 2014

"La Repubblica" in azione



E' sempre divertente vedere "La Repubblica" in azione. A proposito del lancio dell'astronauta italiana Samantha Cristoforetti: "La serata è invece dedicata alla visione del film "Il sole bianco del deserto", lo stesso che vide Yuri Gagarin la sera prima del volo che lo rese il primo uomo nello spazio." (vedi qui).

Gagarin fece il suo volo nel 1961. Il film è del 1970.

Il film, con sottotitoli in inglese, è qui. Non sia mai che qualcuno tra i lettori desideri autocatapultarsi in orbita. Il film non spiega come si fa, ma se si guarda prima, poi pare che funzioni.

lunedì 8 dicembre 2014

La Sapienza



"[...] il Magnifico Gaudio è uno dei fedelissimi di Frati, e gli intrecci familiari tra i due amici non si contano: entrambi presidi a Medicina, l’ex rettore aveva affidato il figliolo ora indagato al dipartimento del fratello di Gaudio, il cardiologo Carlo. Mentre a Eugenio, suo successore, ha dato in custodia la figlia Paola, diventata ordinaria di Medicina legale con una laurea in Giurisprudenza. Un evento raro, ma alla Sapienza può accadere."

Giulio Cesare lo avrebbe chiamato uno scambio di ostaggi. Quanta sapienza, questi romani.

La Sapienza, lo strano caso del dottorato vinto dal figlio del Rettore. Con il bianchetto, di Emiliano Fittipaldi, L'Espresso, 8 dicembre 2014.

domenica 7 dicembre 2014

Noi Contro la Corruzione



Non potrò essere alla presentazione dell'iniziativa, martedì 16 dicembre a Roma, ma sarò tra i collaboratori.

sabato 6 dicembre 2014

La rotazione della fortuna




Il Sindaco di Roma Marino avrebbe "dato specifiche disposizioni per procedere tempestivamente a un adeguato riordino, a cominciare dagli incarichi apicali di tutte le strutture, proseguendo con l’applicazione del principio della rotazione già avviato da mesi" (da Corriere della Sera - Roma).

Una politica di ricambio ed eventualmente di rotazione nelle amministrazioni pubbliche ha un senso, soprattutto per figure, non necessariamente apicali, che occupano posizioni a rischio - in primis, i responsabili acquisti. Ma può anche essere una stupidaggine. Per esempio, se a ruotare sono i dirigenti onesti, si lasciano le mani libere a eventuali quadri intermedi corrotti.

Insomma, non è che questioni così delicate e complesse si possanno affrontare d'emblée, leggendo i giornali la mattina. Soprattutto quando i giornali ti raccontano che, come sindaco, se una strategia l'avevi non è per così dire che sia emersa con nettezza. Fai un passo indietro, respira profondamente, e prima di rilasciare dichiarazioni fatti consigliare e rifletti. Rifletti.

Si dice tra Renzi e Marino vi sia un contrasto. A me pare invece che tutti e due appartengano alla stessa scuola politica, quella della "Ruota della fortuna": si spera che giri bene.

Corruzione: 1 a 0 per Alberto



Tra Alberto Vannucci (che qui cito in versione pundit) e me esiste una diatriba su quanta corruzione ci sia in Italia. Siamo d'accordo nel dire "tanta", e che si tratta di un problema assai serio per il paese. Problema e, allo stesso tempo, sintomo di altri problemi.

Litighiamo però sul, "ma tanta quanta?" (noi accademici siamo bravissimi nel porci delle domande molto sofisticate). Lui sostiene "ma proprio tanta". Io, capziosamente, faccio presente che non sappiamo misurare la corruzione, e che per passare da quella percepita attraverso l'esposizione mediatica, a una misura affidabile, avremmo necessità di un "modello" sul funzionamento dei media: quale percentuale degli scambi corrotti appaiono sui media? Non ne abbiamo un'idea.

Alberto all'incirca risponde che quel che appare, spesso mostra fenomeni non isolati, ma dalle caratteristiche "sistemiche", e per questo è informativo del livello di corruzione prevalente.

Questa settimana, decisamente, 1 a 0 per Alberto.

martedì 2 dicembre 2014

Corruzione e popolo



Lia mi ha chiesto una foto per la locandina dei seminari sulla corruzione che terrò all'università di Torino in primavera. Mi è venuta in mente questa, che scattai nel 2007 a Maputo. All'incirca recita:

"Il potere e le comodità che attorniano i governanti possono corrompere facilmente gli uomini più solidi. Per questo vogliamo che vivano modestamente e con il popolo. Non rendano quel che ricevono un privilegio o un modo per accumulare beni e distribuire favori."

E' interessante anche perché accomuna corruzione e patronage ("distribuire favori", sempre in cambio di qualcosa), e un'idea di necessaria vicinanza, che potremmo definire psicologica, col popolo.

Per questo motivo, e non per moralismo, è grave l'orologio prezioso al polso di Renzi, e l'estetista settimanale della Moretti.

sabato 29 novembre 2014

La nave dei folli



I pentastellati hanno nominato un direttorio di cinque persone. Nelle parole di Grillo, si tratta di “una struttura di rappresentanza più ampia. Io, il camper e il blog non bastiamo più”.

Nella foto, di Albrecht Dürer, parte del nuovo direttorio mentre armeggia al timone.

mercoledì 26 novembre 2014

Partecipazione



Dalla Russia, più precisamente dalla siberiana Igarka, una lezione di partecipazione. A noi emiliano-romagnoli, che fummo Russia minore, e ora, vedi te.

Пассажирам пришлось толкать Ту-134, примерзший к площадке перед ВПП, LifeNews

lunedì 24 novembre 2014

Settimana stoica



Oggi inizia la Settimana stoica. Trascorrerò sette giorni di atarassia. Non vi dico "non mi disturbate", perché non potreste.

Siccome non ho le idee chiarissime di come si faccia, ho stampato il manuale (PDF). Vado al bar a leggerlo, al posto del Resto del Carlino, col cappuccino.

Dall'alto del mio cavallo vi saluto.

venerdì 21 novembre 2014

La Prospettiva De Marchi




La Prospettiva De Marchi (in bolognese: де мархи проспект), ampia arteria che si materializza i venerdì pomeriggio, è la prospettiva di farsi, a breve, un aperitivo.

mercoledì 19 novembre 2014

La neve! / 2




Insisto. Lago Scaffaiolo, qualche ora fa. In lontananza si vede benissimo il Pania della Croce.

Vedendo un tale spettacolo, sono indeciso se mettermi in modalità #Ladylike e andare dall'estetista, come avevo programmato, o gli scarponi e salire in quota. E' che è da ieri che penso alla Moretti e non riesco a togliermela dalla testa. E poi sono sempre stato un indeciso. E nell'indecisione vado alla macchinetta a prendermi un caffè, e glielo chiedo (alla macchinetta, che quando metti le monetine ringrazia, per cui vuol dire che sa parlare).

martedì 18 novembre 2014

La gauche esthéticienne



Questo video-intervista a Alessandra Moretti è da vedere tutto.

Io non vado dall'estetista, ma corro e altro. Cosa faccio mentre corro? Qualsiasi cosa. Anche per questo, capisco molto la Moretti.

E' solo un peccato avere tra i coglioni un paese in crisi profonda.

lunedì 17 novembre 2014

La neve!



Dalla webcam al Lago Scaffaiolo, pochi minuti orsono. Son preso da un sentimento così profondo, che quasi quasi mi vado a fare un caffè alla macchinetta.

sabato 15 novembre 2014

Comete e scontrini



Il geek che è in me ha trascorso giorni di grande eccitazione per causa della missione Rosetta. Questa mattina apprendiamo che il trapano ha funzionato perfettamente.

Il trapano SD2 è una delle tante cose costruite da Finmeccanica per questa missione. Nel caso specifico, con la controllata Selex, coinvolta negli scorsi anni in varie vicende giudiziarie. Vi è poi stato un ruolo, che non riesco a valutare bene, del Politecnico di Milano).

Istituzioni pubbliche che, per una volta, sono riuscite a compiere la loro missione. Non sempre va bene, ma a volte si. Nel dibattito rumoroso in corso, tra "cambiar verso", ossessionante attenzione agli scontrini degli altrui rimborsi, e spending review, varrebbe la pena porsi con più calma il problema di come incrementare il numero di missioni portate a termine. E il voyeurismo degli scontrini, per quanto comprensibile, non è la soluzione.

venerdì 14 novembre 2014

Cineca



Il Cineca è nella bufera. Non credo sia del tutto sorpreso chi, lavorando all'università, combatte quotidianamente coi loro applicativi. Ma oltre al caso concreto sarebbe opportuno un ragionamento serio sul problema delle commesse ICT da parte dell'amministrazione pubbliche. E' un tema importante e complesso, e lo si potrebbe gestire meglio di come non lo si faccia ora.

Al Cineca sono affezionato, e anche per questo spero che superino bene questa crisi. Grazie a loro ebbi il mio primo indirizzo di posta elettronica, rete Earn-Bitnet. Ero laureando, era il 1988, e l'anno dopo mi diedero un account su un Cray nuovo fiammante. Sistema operativo Unicos (Unix per Cray), e Internet. Strano modo per accedervi.

Cineca, il tracollo dell’informatica di Stato. Il flop, tanti milioni e zero gare, Thomas Mackinson e Andrea Palladino, Il Fatto Quotidiano, 13 novembre 2014

mercoledì 12 novembre 2014

Mi piace pensarli liberi



Antefatto: indagine della Procura su rimborsi dei consiglieri regionali in Emilia-Romagna.

Già visto, anche la nota piccante: una spesa in un sex-shop, accreditata al consigliere PD Rita Moriconi, che si difende "Sono una persona seria e perbene, non sono mai entrata in un sexy shop"

Si è presentato in Procura un suo ex-collaboratore, tale Rosario Genovese: lui avrebbe acquistato un vibratore da 80 Euro (che, dettaglio, si sarebbe fatto rimborsare due volte). Ha dichiarato che la spesa "è mia personale, fatta per acquistare oggetti atti al confezionamento di un regalo-scherzo" per un compleanno.

Morale, le persone perbene non vanno nei sex-shop, se non per scherzo. Rita Moriconi e Rosario Genovese non possono neppure essere tacciati di meschino perbenismo: anche per le piccolezze della vita ci vuole una statura minima.

Che schifo di gente, verrebbe da dire. Ma a me Rita e Rosario piace pensarli migliori: felici frequentatori del sex-shop dell'angolo, amici del gestore, al quale dedicano, incontrandolo per strada, non uno sguardo imbarazzato e furtivo, ma larghi sorrisi e pacche sulle spalle.

Mi piace pensarli periti nell'uso di ogni amenicolo lussurioso. Io li immagino mentre allietano le cene di finanziamento del loro partito con meditate riflessioni sull'erotismo e sull'autoerotismo, generosi di consigli e di suggerimenti su come meglio raggiungere quel piacere che tutte le persone veramente per bene desiderano.

A me piace pensare che Rita Moriconi e Rosario Genovese, in altri termini, siano non come appaiono, ma due persone libere.

Raffaella Carrà Presidente della Repubblica



Vi segnalo una campagna in cui credo molto:Per Raffaella Carrà Presidente della Repubblica.

E il Tuca-tuca al posto dell'Inno di Mameli. Tra l'altro, esiste già tradotto almeno in spagnolo, e l'internazionalizzazione, si sa, è importante.

Questo, se in sto c* di paese davvero abbiamo intenzione di "cambiar verso". Il resto sono chiacchiere.

martedì 4 novembre 2014

Car Talk



Gli Stati Uniti sono piccoli riti: comprare The New Yorker e Harper's Magazine. Ascoltare NPR mentre guido. Tra i programmi di NPR, il sabato, Car Talk.

"By his own account, after graduating from college, Mr. Magliozzi took a conventional path as an engineer until experiencing his “defining moment” after being involved in a close call on the highway.

He described the incident in 1999, when the brothers shared a commencement speech at their alma mater. Tom described driving on Route 128 to his job in Foxboro, Mass., in a little MG that “weighed about 50 pounds” when a semi-truck cut him off. Afterward, he thought about how pathetic it would have been if he had died having “spent all my life, that I can remember at least, going to this job, living a life of quiet desperation.”

Continue reading the main storyContinue reading the main storyContinue reading the main story “So I pulled up into the parking lot, walked to my boss’s office and quit on the spot.”

His brother chimed in, “Most people would have bought a bigger car.”

Tom Magliozzi, One Half of the Jovial Brothers on ‘Car Talk,’ Dies at 77, di Noam Cohen, The New York Times, 3 novembre 2014.

domenica 2 novembre 2014

Buenos días España



Era nell'aria. Oggi è uscita l'indagine di opinione Metroscopia - El País. Se vi fossero oggi le elezioni generali, Podemos sarebbe primo partito col 27.7% dei voti.

Quasi esattamente quel che accadde con il Movimento 5 Stelle, e che differenza, però.

sabato 1 novembre 2014

Polizie



Mi ferma una pattuglia di carabinieri, è buio. Ragazzo e ragazza, mitra al collo. Non ho il tagliando dell'assicurazione. "Guardi, l'auto è assicurata. Controllate. E, sul mio onore". "Si, ma il tagliando va esposto. C'è la contravvenzione". Non rispondo. Armeggiamo ancora coi documenti, e il ragazzo mi dice, "Senta per questa volta la facciamo andare. Mi fido. Se la rifermano, non dica che l'abbiamo già fermata".

Riparto. Ho pensato, al netto del favore ricevuto, che fosse stato uno scambio tra persone civili, e che in tanti altri paesi in una situazione simile mi avrebbero chiesto dei soldi sottobanco. Può esserci molta corruzione, e molta violenza, tra chi gira armato legalmente.

In seguito leggo la dichiarazione di Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap, che commenta l'assoluzione degli imputati per l'omicidio di Stefano Cucchi: "Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze".

In Italia, alle "forze dell'ordine" non riesci mai a prender le misure.

lunedì 27 ottobre 2014

Sul crinale tra due futuri risplendenti

Ci tenevo molto ad esere presente all'incontro alla Leopolda, a Firenze, per contribuire anch'io al grande progetto di Renzi, che sta rivoltando l'Italia come un calzino. E in nessun modo volevo perdermi la grande manifestazione popolare organizzata a Roma dalla CGIL, convinto anch'io della centralità del lavoro.

Scelta apparentemente impossibile, ma spesso si dimentica che l'ubiquità è alla portata di tutti: basta situarsi in luogo abbastanza elevato per poter, con lo sguardo, presenziare da una parte e dall'altra.

Così, venerdì scorso sono andato in montagna.

Purtroppo, qualcosa è andato storto. Dal crinale del Passo della Nevaia, volgendo lo sguardo il più possibile verso quelle due città, quasi gemelle di un nuovo rinascimento, delle mal calcolate alture mi han sbarrato lo sguardo. Tutto quel che sono riucito a vedere, con vista strabica, è stata l'isola di Gorgona, e oltre, penso, Capraia e un indizio di Corsica.



Del resto, così come non si vedrebbe l'alba da una spiaggia del Tirreno, allo stesso modo non si può osservare il sole del nostro avvenire appostandosi, come ho fatto io, di fianco a una stupida escrescenza montuosa che si chiama "Poggio dei Malandrini".

In quel luogo sbagliato sono rimasto a leggere sin che la luce del tramonto me lo ha permesso. Ho riletto The Great Gatsby, che malgrado il tempo trascorso ricordavo ancora bene. Mi interrogarono persino a scuola, sul grande Gatsby. La luce verde sempre accesa sul pontile di Daisy, e Gatsby che ogni sera l'osserva; il desiderio, e il desiderio compiuto; il tempo che passa, ma che può essere rivissuto.



Riflettendo su tutto questo, ovvero sul rinascimento che grazie a Renzi e alla CGIL già stiamo riavvolgendo, col sole già calato e una sensazione di freddo mi son diretto verso il Rifugio di Porta Franca, dove mi attendeva una stanza.



Tanti rumori m'hanno agitato il sonno, e in un paio d'occasioni ho persino sentito qualcosa che grattava la rete su cui dormivo. Era quasi mattino quando ho visto il topo, di dimensioni cittadine. Sono uscito che era ancora buio.



Iniziava ad albeggiare mentre aggiravo il Monte Gennaio. Il Corno alle Scale era coperto da una nuvola.



Dal crinale, son disceso lungo le pendici della Foresta del Teso, che piano piano sto esplorando tutta.



Il sole e l'aria tersa han reso la giornata molto bella.



Una lunga discesa mi ha riportato al torrente Orsigna, da dove ero partito.



Ero partito dal borgo, percorrendo un sentiero un tempo percorso dai mercanti e dai contrabbandieri.



Riflettendo sul mio tentativo di ubiquità, e su come sia fallito, sono giunto a una conclusione. Firenze e Roma, Renzi e la CGIL: non ci si può recare a incontri così importanti per sentieri che furono percorsi da briganti, tra monti "dei malandrini", e dormendo coi topi.

E mi ha pervaso una sgradevole sensazione: a causa di una cattiva pianificazione, un je ne sais quoi di errato nel mio ragionamento, temo di aver perso un appuntamento con la Storia, quella con la maiuscola.

Renzi e l' Umarellighenzia



Alla Leopolda, Matteo Renzi ha affermato che una parte del ceto intellettuale si comporta di fronte al suo progetto come quei pensionati che, osservando la costruzione di una strada o l'apertura di un cantiere, scuotono la testa e commentano, "uhmmm come lavorano piano, uhmmm non ce la fanno mica a finirlo..."

A Bologna queste persone le chiamano gli "umarell": sono i pensionati che, mani dietro la schiena, osservano e commentano i lavori in corso. E in quel grande cantiere che sarebbe l'Italia renziana, abbiamo, ad osservare e a criticare, l'umarellighenzia: gli umarell dell'intellighenzia.

Quella di Renzi è una bella immagine e coglie nel segno, ma solo in parte: nel sempre molto colorato quadro italiano, numerosi si contano gli intellettuali che criticherebbero, ma non lo fanno per non schierarsi - non sia mai che arrivi la consulenza, o il consiglio d'amministrazione; quelli che plaudono, per motivi non dissimili, e i cerchiobottisti, che si collocano ottimamente per poter servire qualsiasi padrone, al costo di un modesto riallineamento secondo la bisogna.

Capisco l'avversione di Renzi nei confronti dell'umarellighenzia. Ma dal punto di vista dell'interesse generale, mi par più giusto preoccuparsi non per chi critica, magari con tono fastidiosamente petulante, ma per chi, malgrado un non del tutto disprezzabile stipendio garantito da professore universitario, ritiene che convenga innanzitutto esercitare un'interessata prudenza.

domenica 19 ottobre 2014

Alitarpato

"Alitarpato": chi crede, a ragione o a torto, che altri lo abbiano limitato nell'espressione della sua vitalità.

Esempi:

"Era una bella giornata, di quelle che infondono ottimismo, ma lui come al solito aveva un'aria alitarpata".

"No guarda, fai come preferisci. Non voglio certo lasciarti alitarpato".


Non sono sicuro che prenderà piede, ma io penso che una domenica in cui si inventa un nuovo aggettivo non è passata invano.

PS. Annesso all'aggettivo c'è anche il verbo, ma lascio la sua identificazione alla vostra immaginazione, perché non vorrei alitarparvi.

sabato 18 ottobre 2014

Firmato: Diaz



Ieri ho partecipato a una lunga riunione. A un certo punto, considerando un'opzione che avrebbe potuto attirare l'opposizione di certe forze potenti, e la nostra verosimile sconfitta, per descrivere quelle conseguenze probabili ho citato le ultime due righe del bollettino della Vittoria: "gli eserciti risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza".

Nessuno tra i presenti, e parliamo di persone colte, ha riconosciuto la citazione.

Quell'ultimo bollettino di guerra, un esempio notevole di retorica patriottica, è esposto, credo, in tutti i municipi italiani. La caduta nel vuoto della mia citazione mi ha sorpreso. Peggio: nel constatare che il mio materiale simbolico non era stato riconosciuto, mi sono sentito inferiore per numero e per mezzi. Ma con fede incrollabile e tenace valore, o viceversa, siamo riusciti a portare a termine la riunione.

giovedì 16 ottobre 2014

La nostra vita nel powerpoint di Renzi



Strana associazione di idee oggi, leggendo della nuova legge di stabilità presentata con l'immancabile powerpoint. Sarà perché dopo sei ore di lezione il cervello entra in uno stato simile alla fermentazione che porta i neuroni a lunghi salti, salti nel vuoto, solitamente, ma ad incocciare talvolta, causalmente, compagni neuroni mai incontrati prima.

Si creano allora collegamenti arditi, in quella politiglia mezzo fermentata, come quel che mi ha portato a pensare a My life in the bush of ghosts, bellissimo album di Eno e Byrne del 1981 (sopra, "Regiment").

Non so bene perché la legge di stabilità mi abbia ricordato quella musica, che non ascoltavo da tanto tempo. Ho ricostruito che il titolo deriva da un romanzo di Amos Tutola. Può essere che quella storia, che vagamente conoscevo pur non avendola letta, o l'effetto straniante della musica, mi comunicano l'angoscia che si prova nel vivere dentro a un powerpoint. Può essere semplicemente che dovrei smettere di mettere sei ore in fila di lezione. Tutto può essere, del resto, nel powerpoint di Renzi.

mercoledì 15 ottobre 2014

Binari



"I am non-binary transgender which means that I identify as neither man nor a woman. Some days I feel more masculine while other days I am feminine. Sometimes I feel completely genderless." (My life as a non-binary transgender teacher – and why I’m still closeted, Allie George, The Guardian, 15 ottobre 2015).

E' bello leggere le storie degli altri perché ti rendi conto della banalità, sotto un certo punto di vista, della tua vita binaria. Svegliarsi ogni mattina sentendosi all''incirca come la mattina precedente. Pochi soprassalti, al massimo ti chiedi, pioverà oggi?

Detto sia senza facile ironia. Si potrebbe provare, almeno ogni tanto, svegliandosi, a provare l'ebrezza di aver deragliato. Per sentirsi genderless? O, che so io, un enorme scarafaggio. O tutti e due:

"Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Lucio Picci si trovò trasformato in un enorme insetto. Genderless."

Già così si aggiungerebbe un piano ulteriore da esplorare, mi pare. In ogni caso, questa mattina mi sono svegliato e, effettivamente, stava piovendo.



domenica 12 ottobre 2014

Domeniche da diporto

Certi giorni sono molto avventurosi; altri, no. Talvolta, si spacca il mondo, se ne inclina l'asse di rotazione e si incasina la precessione degli equinozi. Certe domeniche, invece, al massimo ci si spinge a piedi sino a Parco Cavaioni. Con la macchina fotografica, per darsi un tono; col gps, per convincersi che c'è qualcosa d'avventura; ma è solo una domenica da diporto.



Da Via Saragozza, per un gran cancello, si entra nel parco di Villa Spada. C'è anche un bel giardino all'italiana.



Una statua. Sarà Ercole?



Prima di uscire dal parco e proseguire, c'è la collina di Windows.



Si sale sul parco San Pellegrino, da dove si vede tutta la fascia nord-ovest della città. Ci sono tanti alberi da frutta, di cui, quando è stagione, amo abusare.



Una strada privata, tra case di ricchi, è quasi in cima al contrafforte che divide il fiume Reno dal torrente Ravone. La chiesa di Casaglia è poco sopra il torrente.



San Luca è oramai alle spalle.



Non so perché ma mi è presa questa cosa dei campi arati. Era pieno di campi arati, oggi. Dev'essere stagione.



Usciti dal parco, e dalla strada privata, si procede per qualche chilometro sull'asfalto, ogni tanto incontrando case così.



Infine, si raggiunge l'apice della camminata, parco Cavaioni. Un luogo in passato molto vissuto dai bolognesi, usato per fare tante cose che qui non vale la pena trattare.



Da parco Cavaioni parte il sentiero che percorre il fondo valle del torrente Ravone. A un certo punto ho abbandonato il sentiero, ho guadato l'acqua e sono risalito di nuovo verso la chiesa di Casaglia.



Son risalito al bordo di un altro campo arato. Quanti campi arati, oggi. Chissà cos'era.



Parco Cavaioni e ritorno, prati, macchia fitta, attorno al torrente, e campi arati. Al ritorno, mentre scendevo dal parco San Pellegrino, ho incontrato Rosalia e una sua amica, "noi andiamo su, ai 300 scalini, c'è un'aperitivo. Forse. Hai visto se c'era nessuno?", "No. io torno giù". Evanescente. Al termine il contachilometri dice, quasi venti, ma non sembra. In queste giornate, è tutto tenue, sottovoce, e non lascia il segno.

sabato 11 ottobre 2014

Il dominio dell'aria



Durante la prima guerra del Golfo, allo snack bar della base dell'aeronautica militare statunitense a Maxwell, in Alabama, appesero un grande striscione con scritto: "Mitchell e Duhet avevano ragione" (vedi qui).

Bill Mitchell e Giulio Duhet furono i primi a teorizzare l'utilizzo strategico del bombardamento aereo.

Dalla prima guerra del Golfo in poi, nessun conflitto apparentemente risolto (quando lo si è risolto) con la forza aerea ha prodotto nulla di buono. Iraq e Afghanistan, si sa. La guerra di Libia ha lasciato un paese allo sbando, e ha avuto un secondo tempo in Mali. Per gli attuali bombardamenti in Siria contro ISIS, il Washington Post scrive oggi di fallimento. Viviamo anni di crisi del potere aereo.

L'opera principale del generale Giulio Douhet (nella foto) è un libro pubblicato nel 1921 e che mi piacerebbe leggere, per via del suo titolo poetico: "il dominio dell'aria". Sarebbe un bel titolo, per un libro non di guerra. Il dominio dell'aria: inteso nel modo giusto, è un obiettivo al quale tutti noi potremmo privatamente ambire.

Fumate!



L'altro giorno il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presenziato alla posa della prima pietra di un nuovo stabilimento della multinazionale americana Philip Morris International. Nel nuovo stabilimento, che si trova a Crespellano, non lontano da Bologna, secondo quanto si desume dalla stampa verranno prodotte sigarette di nuovo tipo e "a potenziale rischio ridotto".

"Potenziale" e "ridotto": i danni "certi" e "enormi" del fumo alla salute sono noti. Ma siccome i paesi che lottano contro al fumo danneggiano la Philip Morris, questa talvolta risponde con gli avvocati: si considerino le azioni legali intentate nei confronti di Uruguay, Norvegia e Australia. E quanti più stabilimenti la Philip Morris avrà in Italia, tanto più potrà, in sede internazionale, sostenere di avere un legittimo interesse a proteggere i suoi investimenti (si veda il caso dell'Uruguay, per esempio): da oggi, in Italia, il fumo lo si potrà combattere un po' meno.

La presenza del Presidente del Consiglio è pubblicità regalata alla Philip Morris. Del resto, il nuovo stabilimento darà lavoro a qualche centinaio di persone, e senz'altro il Presidente Renzi è mosso da legittime preoccupazioni per il loro benessere. Inoltre, se allarghiamo la vista all'intera collettività nazionale, dobbiamo considerare che il fumo ha due effetti contrastanti: certo, fa incrementare le spese sanitarie, ma, accorciando la vita, fa risparmiare in pensioni. Per cui, con un po' di spending review sul lato dei costi, potrebbe anche essere che il tabagismo migliori le finanze pubbliche e, in ultima analisi, la felicità collettiva.

Un ragionamento economico di qualche tipo, del resto, spiega un più antico spot governativo a favore del fumo. Il manifesto sovietico raffigurato sopra è del 1950, e vi è scritto: "fumate sigarette!". Ne furono prodotte molte, all'interno del piano quinquennale, e con quella pubblicità generica - non è indicata alcuna marca - il ministero respnsabile tentò di incrementare i consumi. A discolpa degli autori, ai tempi di Stalin ancora non si conoscevano gli effetti mortali del tabacco.

Quale morale vogliamo allora trarre dalla vicenda. Secondo me, questa: la volontà governativa di pubblicizzare il tabacco può aversi all'interno di sistemi economici tra loro assai diversi, e indipendentemente dalla presenza o meno di un piano, sia esso quinquennale, o con qualunque altra scadenza temporale.

domenica 5 ottobre 2014

Il trefolo



Ricordo un pomeriggio di molti anni fa, a Forlì. Credo fossimo riuniti per una specie di presentazione del progetto del nuovo campus dell'Università di Bologna. Era la presentazione ufficiale di un progetto unico, un campus nel centro della città, ad occupare quel che era stata l'ampia area dell'ospedale. Ospedale dove io stesso fui ricoverato, da ragazzino, a causa di malanni sempre bizzarri.

C'era il Rettore di allora, Pier Ugo Calzolari, purtroppo scomparso qualche hanno. C'era il Professor Guido Gambetta, che in quegli anni mi pare dirigesse il "Polo di Forlì", e forse era presente anche il sindaco. Io al solito ero distratto nei confronti dell'ufficialità, e per questo non ricordo bene i dettagli.

Non ero seduto con gli altri, ma me ne stavo in piedi, all'ingresso della sala e a far casino con i miei colleghi non accademici. Vicino a noi c'era il modello del progetto da realizzare, vincitore di un concorso di architettura. L'asse di quel progetto era il cosiddetto "trefolo", un fascio di corridoi in uno spazio tridimensionale, che comunicano con dei blocchi di aule.

A un certo punto, il Rettore Calzolari chiese che si portasse in sala quel modello, per mostrarlo al pubblico. Io ero proprio lì che lo rimiravo, e mi sembrò una grande occasione per poter offrire il mio aiuto personale. Sicuro e sorridente iniziai a spingere il carrello su cui riposava quel parallelepipedo di vetro. Fui io, mentre avanzavo lungo il corridoio centrale della sala, ad introdurre il campus alle autorità, alla città, e al mondo.

Poche settimane fa, dopo tanti anni e in seguito a tanti sforzi, il trefolo è stato terminato, e l'altro giorno, armato di macchina fotografica, sono andato a visitarlo. Mi piace molto. Per terminare il campus ci vorrà ancora del tempo. Una fila intera di vecchi edifici ospedalieri deve ancora essere rimessa in sesto. Ma il più è stato fatto, ed è ammirevole.

Quel giorno di tanti anni fa assume ora un significato particolare. Fui io a produrre l'epifania del nuovo campus. Solo della sua maquette, si dirà: ma cos'è un'opera architettonica, se non la banale copia ampliata del suo modello?

Con questa domanda, retorica nelle intenzioni, anche per oggi vi saluto.