giovedì 29 luglio 2021

Massimo Cacciari come caso di studio

Il 22 settembre alle 11 tornerò in classe, corso in "Data Analysis". Ho deciso che inizerò proponendo agli studenti il "Caso del filosofo Massimo Cacciari", rappresentato da una delle "domande alla scienza" che giusto a ieri ha formulato riguardo ai vaccini Covid (*). Più che di domande si tratta di insinuazioni, e una semplice ricerca su Internet avrebbe consentito di trovare risposte autorevoli se non a tutte, a diverse. Ma ai miei studenti, di sei domande, sottoporrò solo l'ultima:

 "6) [Risponde alla realtà o no] che in Israele e in Gran Bretagna molti dei decessi nell’ultimo periodo sono di persone che avevano già ricevuto la doppia dose è una fake news?"

A questa aggiungerò la mia:

Quale grave errore sta  commettendo Cacciari, nel momento in cui, formulando la sua domanda, implicitamente ci informa di ritenerla rilevante?

Massimo Cacciari è vittima di una nota fallacia, e un corso in "Data analysis" (o statistica, per parlar come si mangia) ha il dovere di allenare gli studenti a smascherarla prontamente.

E' chiaro dove sta l'errore? Se si, bene, e fine. Se no, si veda sotto al titolo: "Distorsione da selezione del campione" (o in inglese: "sample selection bias"). 

Distorsione da selezione del campione

Supponiamo che la metà della popolazione sia vaccinata.

Supponiamo che si osservi che il 70% delle persone entrate in terapia intensiva nel corso dell'ultima settimana è vaccinata (nota: numero inventato). Quindi, la risposta alla 6a domanda di Cacciari è "SI" - si noti in particolare che 70% > 50%, e non solo sarebbero "molti", ma relativamente "di più" rispetto alla percentuale dei vaccinati.

Possiamo concludere che il vaccino "non funziona"? NO.

Il motivo: il 50% dei vaccinati non è stato scelto a caso, con una lotteria, ma (almeno in gran parte) seguendo un criterio di priorità, che dipende dalla vulnerabilità al Covid (dalla "probabilità di finire in terapia intensiva, se si è contratto il Covid", poniamo). Prima gli anziani, eccetera. Per cui, quel 70% di per sé non direbbe assolutamente nulla, e per trarre conclusioni circa l'efficacia del vaccino i dati vanno trattati in altro modo. La domanda di Cacciari è irrilevante, e punto.

Può apparire ovvio, ma il problema della "distorsione da selezione del campione", che così si chiama, a volte in un certo senso "si nasconde" e necessita di un occhio allenato per essere individuato. Ecco un altro esempio, forse un po' meno semplice del precedente.

Supponiamo di leggere sul giornale (come a volte capita) "La laurea vale "tot" Euro al mese", conto fatto confrontando lo stipendio mensile di giovani laureati (poniamo, a 30 anni), con giovani non laureati della stessa età. 

Dov'è l'errore? E verosimilmente, il vero "valore" della laurea sarà più alto o più basso rispetto a quel "tot"? (**)

Suggerimento: qui la distorsione non è "da selezione", ma da "autoselezione" - che potrebbe esserci anche nel caso dei vaccini, essendo possibile che, poniamo all'interno di una certa fascia di età "autorizzata", si vaccinino con maggiore frequenza le persone che si considerano più vulnerabili.

Io ero rimasto all'idea che la filosofia dovesse un po' insegnare a pensare, ma avendo letto il filosofo Massimo Cacciari, ho capito di sbagliarmi.

(**) Essersi dedicato a simili problemi di "stima" di tali effetti ("for his development of theory and methods for analyzing selective samples") valse a James J. Heckman il premio Nobel in economia del 2000.

sabato 24 luglio 2021

Ivo Dimchev

 
 "In the past few years, Dimchev, an openly queer artist in a relatively conservative and patriarchal country, has improbably become one of Bulgaria’s most famous singer-songwriters."

The Extravagant Exuberance of Ivo Dimchev, di Dimiter Kenarov. The New Yorker, 23 luglio 2021. 

E' fantastico.

venerdì 16 luglio 2021

Francesco Giavazzi e io



Mi si chiede: ma tu, quando iniziasti a usare la posta elettronica?

Ci penso su: nei primi mesi del 1988 mentre, 22enne, scrivevo la tesi di laurea. Il dipartimento, tutto il dipartimento, aveva due "caselle" di cui ancora ricordo il nome: T73BOS21 e T73BOS23. Non era Internet, ma una rete IBM che si chiamava Earn-Bitnet, e noi ci si arrivava per il tramite di una linea telefonica dedicata col Cineca, dove si approdava a un IBM3090 VF (lo usai per una tesi di laurea che rischiò di essere letteralmente infinita: vedi qui).

Nessun docente del dipartimento allora utilizzava la posta elettronica, ma col tempo i più vispi iniziariono a usare, per così dire in condominio, quelle due caselle di allora. Le ho cercate su Google, ed ecco che cosa ho scoperto: condivisi l'email con Francesco Giavazzi, e aggiungo tale evento a una lunga lista di notizie bizzarre e degne di nota: "nata mucca con due teste"; "fulmine ha bruciato un albero a rami alterni".



domenica 11 luglio 2021

Resoconto domenicale

In questa calda mattina domenicale, la coda di paglia fermenta e dimenandosi s'impiglia nella sindrome dell'impostore, che però non riguarda me ma voi che leggete e che, vivaddio, qualche domanda dovreste iniziare a porvi.

Premesso quindi che i problemi sono vostri, riconosco che la coda di paglia in fermentazione merita un modicum di autoanalisi, nel dar conto di cosa sia riuscito a combinare nel corso degli ultimi mesi. Con quel che sto scrivendo (qui, qui e qui) ormai da tre anni sguazzo, felicemente ma in alto mare: ho contato 300 pagine,  tanto e troppo, ma alto mare è, e con onde.

Però, dando un'occhiata a quanto ho scritto, sono rimasto molto soddisfatto almeno per la scelta di quelle frasette altrui che si mettono in cima ad ogni capitolo, per anticipare sinteticamente l'idea che seguirà. La mia preferita è il giudizio del narco "El Chaposugli Stati Uniti: “not better than any other corrupt country”. 

Se pur in fieri, l'opera già si dimostra utilissima, permettendomi di raccontare che sto lavorando, e di giustificare qualsiasi lettura che mi incuriosisca e che pretendo sia indispensabile per continuare a scrivere (e negli ultimi mesi belle cose ho letto, e vorrei raccontarne qua, ma son già stanco).

Aggiungo che quel che ad oggi ho scritto, come tutte le grandi opere è già macchina complessa che travalica se stessa, essendo straripata là fuori dove fa molto caldo. Solo devo prestare attenzione, perché mi pare che anche lei stia iniziando, per via del caldo, a fermentare.

martedì 6 luglio 2021

La lunga notte dell'Università di Ferrara

La scorsa settimana mi ha cercato un/a dipendente dell'Università di Ferrara per chiedermi consiglio su cosa fare. A me, che con tale Università non c'entro nulla, se non perché in passato ho chiesto chiarezza sulle gravi accuse di frode scientifica rivolte al suo rettore, Giorgio Zauli (senza mai proncunciarmi sul loro merito).

Siccome non è la prima volta che accade, metto qui in chiaro la risposta che do a tutti in questi casi (ferraresi e non solo), chissà che qualcuno voglia risparmiarsi in futuro la fatica di contattarmi: mettete in fila, in un documento intendo, i fatti di cui siete a conoscenza. Se ritenete che vi siano notizie di reato, segnalatele alla Procura della Repubblica. Alla Corte dei Conti si possono inviare segnalazioni anonime, per eventuali possibili danni erariali, per esempio. E io non sono un giurista: parlate con un avvocato e usate molta prudenza. Non fate chiacchiere, che non son mai belle: attenetevi ai fatti e solo a quelli.

Così ho appreso delle elezioni per il nuovo rettore, o rettrice, che si terranno domani. I candidati sono il Prof. Paolo Pinton e la Prof.ssa Laura Ramacciotti. 

Tutti e due vollero "esprimere solidarietà al Rettore Giorgio Zauli in merito ai recenti e reiterati attacchi comparsi sulla stampa nei suoi confronti." Qui c'è la lista, di cui occupano, rispettivamente, la posizione n. 261 e n. 270.

Fu un attacco alla libertà di stampa, utilizzando peraltro risorse istituzionali dell'Università di Ferrara, da parte del potente contro ai deboli (principalmente, un giovane giornalista locale che tenne la schiena diritta e fece il suo lavoro). Fu una schifezza vile e spregievole: la notte dell'Università di Ferrara durerà ancora a lungo.