venerdì 30 marzo 2012

Meet The Residents


Tornando dal mercato delle erbe di Via Ugo Bassi, con lo zainetto pieno d'arance e di verdura d'ogni genere, incontro un tipo sorridente con una t-shirt dei Residents, mentre porta a spasso il cane.

C'è ancora speranza per questo Paese.

giovedì 29 marzo 2012

La pensilina


Ricevo oggi una triste notizia da un amico:


"Caro Lucio,

non senza dolore, ti comunico che la pensilina carnivora verrà rimossa da piazza Saffi a maggio. Anche se so che è una magra consolazione, girano voci che probabilmente continuerà a cibarsi di piccioni nei pressi della stazione.

Cordialmente,"


A me la pensilina piace ricordarla così, quando sembrava fosse un mostro strano, con dentro un potere tremendo (la stessa forza della dinamite) che dominava i forlivesi col pensiero e con la mano: un mito di progresso lanciato sopra Piazza Saffi.

lunedì 26 marzo 2012

Marchionne @ 60 minutes



Quanti intrecci in questa storia.

25M


25M, le elezioni del 25 marzo in Andalusia e Asturia. Il PSOE perde, ma molto meno rispetto alle attese. E' una vittoria morale e la prima buona notizia da quattro anni a questa parte.

Accordandosi con Izquierda Unida potrà continuare a governare l'Andalusia. Se io fossi Izquierda Unida porrei molte condizioni. Per esempio, con tutti i problemi di corruzione che hanno interessato esponenti e ambienti del PSOE, pretenderei un modello avanzato e coraggioso di open government data, che giochi al rialzo rispetto alla legge sulla trasparenza che sta discutendo il parlamento spagnolo.

Ps. Ricordare questo manifesto, con un Chavez vittorioso nel 2008, è una cattiveria.




domenica 25 marzo 2012

Mario Calderara, che fece fare un giro al Vate


Fu il primo pilota italiano (addirittura, ricevette il brevetto n. 1) e progettista d'aerei. Fu amico dei fratelli Wright, il cui aereo pilotò. D'Annunzio con lui fece il suo primo volo. Si schiantò più volte. Mario Calderara ebbe una vita interessante.

Mario Calderara, aviatore e inventore.

venerdì 23 marzo 2012

La consegna delle mani


Ogni psicologo sperimentale ha sempre con se la valigia delle mani.



Lo psicologo è Marco Bertamini, le cui evenienze esistenziali questo blog segue con molta attenzione (vedi qui). Marco appartiene al circolo ristretto delle persone che partecipano con me a questa bellissima avventura al Truman Show.

Qui Marco mi mostra un quadro di Gaetano Kanisza.


In un elegante appartamento della prima periferia bolognese, Marco consegna le mani a Nicola Bruno, che le osserva e un po' anche le critica: "ma qui, ha perso un po' di colore".


A me sembrano bellissime.


Alla fine, prima della cena per festeggiare la rituale consegna delle mani, una foto ricordo, con la mano posticcia sul cuore.

giovedì 22 marzo 2012

L'idiota e chi non la manda a quel paese



Giardini di cemento di Via del Guasto in una giornata di sole di fine marzo 1985, due studentesse con davanti un giornale. Chiede una: "Ma perché poi le Brigate Rosse hanno ucciso Trantelli". Risponde l'altra: "Boh, se l'hanno ammazzato, una ragione ci sarà".

In un paese dove sulle questioni della riforma del mercato del lavoro han perso la vita almeno due persone (Biagi dopo Tarantelli), vedere un Diliberto che tranquillo dialoga con un'idiota che si è fatta una maglietta con scritto "Fornero al cimitero" (10 minuti e 40) è un brutto spettacolo. Un brutto spettacolo "sulla pelle dei lavoratori", come dice quella a fianco dell'idiota.

De Espanha, nem bom vento nem bom casamento


Portugal renuncia al AVE con España, El País, 22 marzo 2012.

Dalla Spagna, ne' buon vento, ne' buon matrimonio, e neanche buoni treni.



mercoledì 21 marzo 2012

Chi ci racconta il mondo / 2


Sulla cialtroneria del giornalismo italiano, Chiara mi segnala questa vecchia intervista a Tiziano Terzani.

"Una signora firmò anni fa un'intervista, apparsa sul Corriere della Sera (direttore era Stille) con il ministro degli esteri della Cambogia. La lessi, e quel ministro era in realtà un modesto funzionario che il ministero mandava incontro ai giornalisti, e che io conoscevo benissimo: aveva portato i bagagli anche a me. Ancora: sul Manifesto uscì un'intervista col capo dei Khmer Rossi, inventata di sana pianta. Denunciai l'autore all'ordine dei giornalisti, scrissi più volte a Luigi Pintor, ma quel grande scrittore e grande giornalista non si è mai degnato di rispondermi. Ne vuoi un'altra? Giorni fa sulla Stampa è comparsa un'intervista esclusiva a Zahir Shah di Afghanistan, alla vigilia della partenza dell'ex re per il suo Paese. In quell'intervista si attribuivano al vecchio sovrano dichiarazioni antiamericane. Ebbene: l'intervista non era altro che alcuni frammenti di conversazioni, forse mal capite, nel corso di un'incontro che alcune signore avevano avuto con Zahir Shah mentre gli consegnavano del denaro destinato alle donne afgane. Ma la cosa aveva provocato un certo fermento, e l'ambasciata Usa aveva chiesto spiegazioni. Morale: la Stampa non solo non chiese scusa, ma addirittura sentì il parere di un esperto su quelle 'dichiarazioni' avallandole in tutto e per tutto. Il fatto è che si pubblica di tutto, e senza che nessuno controlli. Sarà che io sono stato abituato a un giornale che ha un archivio meraviglioso, e dove le interviste venivano fatte controllare e controfirmare dall'intervistato, prima di essere pubblicate".

Intanto, sul sito di La Repubblica, il "giornalista" Giampaolo Visetti continua a leggere come suo il pezzo di Antonio Talia su un blog, senza citarlo (vedi qui.

Non è che non se ne sono accorti. E' che non glie ne frega niente.

martedì 20 marzo 2012

Chi ci racconta il mondo


Del resto, chi racconta il mondo, in lingua italiana, oggi? Non certo il Manifesto.

Per la Russia, Great East Vibes di Lucia Sgueglia. La Cina, Cineserie di Gianluigi Negro, Ivan Franceschini e Tommaso Facchin. Il mondo arabo, invisible Arabs di Paola Caridi. Il resto, Lettera 22. E per l'Italia, se per esempio vuoi capire qualcosa di TAV, iniziamo da quel che si scrive su lavoce.info.

Tutta gente che non prende un soldo pubblico. Ecco, coi soldi dei contribuenti dovremmo pagare loro, invece del Manifesto.

lunedì 19 marzo 2012

La rendita de Il Manifesto


Me la prendo coi finanziamenti al Manifesto e insieme ai giornali di partito, e Rudi Ghedini mi scrive:
"Il ragionamento è inattaccabile, ma continuo a vedere un differenza fra il manifesto e gli altri. Non solo perché non si tratta di un giornale di partito - e i partiti si sono moltiplicati per 12 i finanziamenti dopo il referendum che li aboliva - ma soprattutto perché si tratta di una cooperativa di giornalista, e in certi casi la forma confina con la sostanza."

Caro Rudi, le società cooperative già sono favorite, come conseguenza dell'articolo 45 della Costituzione. Esiste forse una specificità delle cooperative di giornalisti tale da meritare un vantaggio ulteriore? Magari si, ma all'interno di un ragionamento tutto da sviluppare.

Il punto però è un altro, dato che la legge attuale non favorisce, ma ostacola la cooperazione. Infatti, i contributi sono destinati soltanto alle cooperative che editano una testata da almeno cinque anni (Legge 250/1990, Art. 3).

Scriveva l'Autorità per la Garanzia della Concorrenza e del Mercato nella sua indagine sull'editoria pubblicata nel 2009:
"125. [...] appare problematico il fatto che il rilascio del contributo diretto alle cooperative [...] sia subordinato alla presenza sul mercato da almeno cinque anni. Da un lato, tale previsione può essere letta quale criterio di selezione delle sole iniziative che abbiano dato prova di perseveranza e praticabilità del progetto editoriale. Da un altro lato, tuttavia, appare controintuitivo che un nuovo soggetto editoriale non venga sostenuto nella fase di start-up dell’attività, vale a dire nel momento di massima precarietà ed esposizione finanziaria, e riceva, invece, un contributo alla copertura dei costi quando è presumibile che abbia raggiunto un certo avviamento ed una soglia di diffusione. Nell’ottica di elevare la probabilità che il pluralismo dell’informazione sia arricchito da nuovi soggetti, sembra dunque opportuna una riflessione sulla possibilità di ridimensionare la previsione che ritarda il sostegno alle nuove iniziative editoriali al superamento del quinto anno di attività."

La legge attuale non promuove la cooperazione, come richiede l'Art 45 della Costituzione, ma la ostacola, perché erige una barriera all'entrata per eventuali imprese cooperative che vogliano far concorrenza a Il Manifesto. Il quale gode di una rendita ingiustificata. E' forse anche per questo che è un giornale mortalmente prevedibile e sostanzialmente conservatore?

¡Viva la Pepa!


"El 19 de marzo de 1812 fue una jornada de júbilo que el pueblo gaditano celebró en las calles sin importarle el runrún homicida del cañoneo francés ni el aguacero ventoso que acompañó las celebraciones que festejaron que España daba forma a su recobraba libertad frente a la tiranía."

España quiere ser moderna e ilustrada, di José María Lassalle, El País, 19 marzo 2012.

200 anni fa, la costituzione di Cadice - la "Pepa", dato che era San Giuseppe. E ¡Viva la Pepa! ha anche un uso peggiorativo "probablemente fruto de su uso irónico por los enemigos políticos de los liberales (los absolutistas españoles), [que han] terminado imponiendo su empleo como sinónimo de anarquía o incluso improvisación, desorden o vagancia. Decir de alguien que es un viva-la-pepa, equivale a llamarle irresponsable o despreocupado." (Wikipedia)

La costituzione di Cadice fu sommersa dalla storia infelice del XIX secolo spagnolo. Ma fu "un hito que marca un antes y un después".

domenica 18 marzo 2012

Ma la Sobchak, che fa?



Questo blog ha un interesse per tutto quel che è umano, a trecentosettantasette gradi almeno, e per questo anche la cronaca rosa, anche le dive, a noi ci appassionano e a voi tutto raccontiamo.

Una domanda ci ha frullato in testa per giorni: ma la Sobchak, che cosa sta combinando? Bene, oggi se lo è chiesto anche il New York Times, e così risulta provato che noi persino anticipiamo le tendenze mondiali. Eccome, se le anticipiamo.

In alto, la Sobchak che canta col nostro rapper preferito, Vasia, insieme col giornalista Parfionov. Qui si spiega.

venerdì 16 marzo 2012

La Repubblica delle banane


Mi segnalano: Cliccate ed ascoltate cosa l'inviato di La Repubblica, Giampaolo Visetti, racconta da Pechino. Legge, senza citarlo, un intervento di Antonio Talia, intitolato "Macao Connection: trema la Las Vegas d'Asia" su Agi China.

Questa è la condizione del giornalismo in Italia: scopiazza di qua e di là, e neanche cita. E se non funzionano i media, non può funzionare la democrazia.

giovedì 15 marzo 2012

Lacrime di coccodrillo


Michele Serra fa il Michele Serra e se la prende coi giornalisti.

Dalle pagine de La Repubblica.

SPECTRE


"At a Southern Methodist University conference on the influence of first ladies, Barbara Bush called the 2012 presidential campaign the worst she’d ever seen. “The rest of the world is looking at us these days,” she remarked, “and saying, ‘What are you doing?’” "

(Barbara Bush bashes 2012 presidential contest in first ladies conference at SMU, The Dallas Morning News, 5 marzo 2012.

Molti anni fa proposi la costituzione di un'associazione internazionale dei ghost writer politici. Quelli d'alto bordo, intendo. Con un po' di fortuna, avremmo creato una spesie SPECTRE.

Io non capisco perché le mie idee geniali non vengano mai accolte. Poi, lo spazio politico vuoto te lo occupano delle insulse first lady.

lunedì 12 marzo 2012

EU enlargement



Non è un incidente, ma un segnale dell'assopimento che regna in Commissione (quando finisce la crisi per conto suo? quando ci ridanno l'Euro?). Ah, il dirigente responsabile è un italiano. Ecco che dice.

Comunque, il capoeira, fighissimo.

"Video showing white European woman facing down Chinese, Indian and Brazilian fighters is withdrawn after outcry

The European commission has been forced to withdraw a high-budget video promoting the EU amid accusations that it depicts other cultures in a racist manner.

A row broke out after the enlargement directorate of the European commission, which is responsible for the expansion of the EU, released a video clip that was designed to appeal to young voters."

[...]

European commission criticised for 'racist' ad, The Guardina, 6 marzo 2012.

sabato 10 marzo 2012

Il vento di Nuova Arbat



In queste ore è in corso la manifestazione degli "oppositori" nella Nuova Arbat. Il Responsabile della Sanità della Federazione Russa, il medico Gennadin Onishenko, ieri ha espresso la sua perplessità per l'iniziativa: "Il 10 marzo ci aspettiamo temperature rigide. La riunione di tante persone in un luogo circoscritto fa prevedere l'incremento di malattie. Questo è un fatto". Ha aggiunto il medico: "Si deve ricordare che, praticamente tutto l'anno, in Nuova Arbat c'è un forte movimento d'aria - di fatto, del vento. Il desiderio degli organizzatori della manifestazione di realizzarla proprio in quel luogo, evidentemente non prende in considerazione le conseguenze per la salute". Gennadin Onishenko ha concluso consigliando ai partecipanti di vestirsi con abiti caldi.

In effetti, Nuova Arbat è una strada fredda. Deve essere confortante, per i russi, sapere che le loro istituzioni hanno così a cuore il loro benessere.

Онищенко удивлен решением оппозиции провести митинг на Новом Арбате: там ветер и постоянный сквозняк, Газета.Ru (da Interfax)

martedì 6 marzo 2012

Indian Coffee House, Thiruvananthapuram


La strana vicenda che ha portato due marinai del "San Marco" in carcere a Thiruvananthapuram mi ricorda il monento esatto in cui percorsi le rampe elicoidali dell'Indian Coffee House, nei pressi della stazione dei bus.

Chissà se han raccontato ai due militari che il destino li ha portati nella città di Laurie Baker (e qui, e qui).

Nella prossima vita farò l'architetto. Sempre che la metempsicosi mi procuri qualche dote di percezione plastica in più; altrimenti, mi dedicherò all'architettura bidimensionale.

Peer evaluation



... "an while we are stuck here, with 21 second of music to fill..." Simpatici

lunedì 5 marzo 2012

John Belushi, trent'anni fa



Quando mi capitò di atterrare all'aeroporto di Tirana, e lo vidi intitolato a Madre Teresa, mi risultò evidente che si erano sbagliati.

giovedì 1 marzo 2012

Luci


Uno dei miei primi ricordi - avrò avuto cinque anni o poco più. Cortile di Via Falterona, quartiere Cava - sempre quello. Sole estivo, la Filomena (articolo obbligatorio davanti ai nomi delle bambine) mi prende in giro chiamandomi Lucio Dalla, Lucio Battisti.
Tutt'e due i Luci mi sputava addosso, la Filomena, indecisa su quale dovesse risultarmi più molesto. Che asina.

Io ero un bambino sensibile e permaloso e a me quelle prese in giro non piacevano punto. Forse anche in seguito a quell'episodio, che chissà perché si incise nella memoria, non sono mai stato un fan ne' di Dalla, ne' di Battisti. Però alcune canzoni di Dalla ci hanno segnati: a ognuno la sua, e chiudiamo il discorso.

Tutto questo scritto a Pisa, in una bellissima e vetusta camera d'un albergo da due soldi, in centro, con due computer davanti a me, e io, asino di Buridano in versione cyber, indeciso se affondare le mani su una tastiera, o sull'altra. Ah, nel mio caso, i ricordi li ho su "Anna e Marco", che in due salti andavano fuori dal locale. Saluti.