sabato 27 febbraio 2016

Camminare



"John Francis has been one of the truly epic walkers. Francis was inspired by witnessing an oil tanker accident in San Francisco Bay to eschew motor vehicles for 22 years. Instead he walked. And thought. He was aided by a parallel pledge not to speak which lasted 17 years."

Non credo che del camminare si debba fare un big deal. E' il non camminare che andrebbe problematizzato.

I piedi in alto si erano fermati momentaneamente per far compagnia a Antonio Machado. La frase è da Caminante no hay camino, in "Campos de Castilla". Mi pare nel '69 fu musicata da Joan Manuel Serrat, in un disco tutto dedicato a Machado. Se non l'avete mai sentita vale la pena, è qui.

The slow death of purposeless walking, di Finlo Roher, BBC, 1 maggio 2014.

martedì 23 febbraio 2016

Each One Teach One



Avevo una maglietta che comprai in un lontano febbraio, black history month. C'era scritto, "Each one teach one". Agli schiavi erano negate le scuole, e quelli che sapevano avevano il dovere di insegnare agli altri. Dovrebbe valere anche per noi: each one teach one.

Ieri una signora di 106 anni è andata alla Casa bianca, e al termine di quella lunga marcia, si è messa a ballare.

venerdì 19 febbraio 2016

Tempi



"Scientists declared that 2015 was Earth’s hottest year on record. In a database of
3,116 cities provided by AccuWeather, about 90 percent of them were warmer than
normal." (The Times’s Classic Weather Chart: Now Online With 3,000 Cities, di K.K. Rebecca Lai, 19 febbraio 2016).

Bologna appartiene al 10% delle città che ha registrato una temperatura più bassa della norma.

Lentamente mi informo sul problema del riscaldamento globale. Sino a qualche tempo fa, più mi informavo, e più mi preoccupavo. Ora non più: ho raggiunto un livello di preoccupazione molto elevato ma costante.

La diga di Ridracoli ha tracimato, proprio la notte scorsa. Così, ogni anno, questa grande opera dell'ingegno romagnolo batte il ritmo al tempo. E crea cicli, uguali, e il tempo che cambia non si vede, e forse non c'è.

mercoledì 17 febbraio 2016

Turisti sempre



Questo è il Zero Caffè, in Via Sant'Isaia.



A Porta Saffi c'è questo grande edificio in mattoni, adiacente a un'antica manifattura, che mi ha sempre incuriosito.



Qui ho comprato quattro banane per il viaggio. "Arriva a un euro", mi ha detto. Gli ho dato l'euro e non ho ricevuto lo scontrino. L'ho chiesto. Gli ho lasciato però il sacchetto di plastica.



Ho voluto vedere in quell'alto albero l'origine delle quattro banane. Poi mi sono accorto che non è un banano, anche se assomiglia. Si vede anche lo scontrino.



Il cambiamento ha il volto di donna, sotto un portico di Via Saffi. A volte non capisco la comunicazione pubblicitaria.



E' l'automobile di Schroedinger. Diversamente dal gatto, che non sai se c'è o no, l'automobile di Schroedinger si sdoppia, quando è parcheggiata ai due lati di una cesura quantistica (il confine tra Via Emilia Ponente e Via Saffi).



La Banca Interprovinciale appare solo a certe ore del giorno, sempre in seguito a motivi quantistici. A parte questo, non esiste, e del resto il bambino della foto lo hanno affidato ai servizi sociali.



Si nota che mi sto gradualmente avvicinando a un non-luogo.



Ogni tanto incontri un edificio che sembra che qualcuno lo abbia pensato.



La visuale si apre grazie a un parcheggio con vista a San Luca.



Un angolo caratteristico.



E' la seconda volta in vita mia che mi trovo a pochi metri da un gruppo di delfini che nuota.



Andrea Pazienza visse per lungo tempo qui. Di fianco si trova una sala di slot machine.



Il fiume è gonfio d'acqua. A destra dopo il ponte inizia Via del Triunvirato, dalla quale un bel giorno d'estate partì per l'Olanda con un'auto color celeste.



Un gioco di balconi.



I bidoni, a pensarci bene, sono un elemento ricorrente della città e le danno un certo ritmo estetico.



Si passa sotto la ferrovia.

All'università frequentai un corso in sociologia, e una ricercatrice, tale Pina Lalli, tenne alcune lezioni. Ci parlò di un suo studio sui francesi che andavano nei grandi centri commerciali. Nel tragitto verso quei non-luoghi, per rimarcare il distacco, quasi ritualmente si fermavano in un bar a bere qualcosa. Io dell'università non ricordo molto le lezioni, ma ricordo bene tutti gli aneddoti che ci raccontarono a lezione.

Anch'io, come i francesi, prima di recarmi in un non-luogo mi fermo al bar.



Ho fatto colazione. Il gatto della fortuna l'ho messo io sul tavolo per comporre la foto, che se ci guardate bene è piena di elementi interessanti.



Altrimenti, il posto normale del gatto è a fianco degli accendini con le donne nude. La zampa funziona.



E così sono arrivato in aeroporto.

Di solito quel che scrivo qui contiene una qualche verità profonda. In questo caso, le morali sono addirittura due:

Primo: si può essere turisti sempre. Certo, è particolarmente facile e piacevole quando, come me, si ha la fortuna di vivere in una città d'arte.

Secondo: all'aeroporto ci si arriva facilmente a piedi.

Molte cose chiarisco, ma nel gettar luce talvolta appaiono, prima oscurate, domande ulteriori. Per esempio, la foto sotto è un ritaglio di asfalto del piccolo parcheggio che si trova a pochi metri dall'entrata "partenze" dell'aeroporto. Davvero a due passi. Non ha una spiegazione univoca, insomma, pone una domanda che lascio in sospeso.



sabato 13 febbraio 2016

From Yibeltal



Ieri ho ricevuto una lettera da Yibeltal, busta da posta aerea di quelle che non vedevo da anni.

A Bahir Dar, la città che si affaccia al grande Lago Tana, c'è un bel sentiero lungo la riva. La mattina del primo dicembre scorso ho pensato che avevo il tempo per esplorarlo, prima di partire su un autobus di lunga distanza. Il sentiero, che non è lungo, taglia degli orti ed è alto rispetto alla riva, dal quale è separato da una vegetazione fitta e bassa.

Ho incontrato dei ragazzi seduti per terra che leggevano dei quaderni. A uno di loro ho chiesto chi fossero, e mi ha spiegato che sono studenti e che lì vicino c'è l'università. Abbiamo discorso in inglese, mentre mi accompagnava per un lungo tratto del cammino di ritorno verso la città. A un certo punto abbiam sentito un fruscio tra gli arbusti, c'era un varco, e per un istante abbiam visto un piccolo coccodrillo che veloce scappava. Associerò sempre Yibeltal, studente di psicologia, con quella visione fugace.

Dentro alla busta c'era una cartolina, la foto di un bambino che rema sul Lago Tana, "la fonte del Nilo Blu". E sul retro, gli auguri di Natale, che hanno impiegato più di due mesi per arrivare.

Sono convinto che, così come stan tornando i dischi in vinile, allo stesso modo riprenderemo in mano carta e penna, per spedir i nostri messaggi in buste leggere che sui bordi hanno disegnato una specie di gran pavese tricolore. Non tutti i messaggi, ma solo quelli più belli.



giovedì 4 febbraio 2016

Чайка



Qui, il video sul caso "Chaika".

Qui sotto, il video di Pussy Riot. Qui, una spiegazione (in inglese). Ci devo tornare su. Ma i russi sono bravi, trovano mille strade, o tenui sentieri. Tracce, come nelle storie di Chekov.



"Будь смиренным, будь кротким, не заботься о тленном
власти, данной Богом, сынок, будь навеки верным
я люблю Россию.

Я — патриот!
Живи просто, святому подобно
не ешь скоромное, потребляй скромно
и встанешь на ноги скоро
зампрокурора, прокурор,
комумунистическая партия,
дружба с олигархами.

Я — патриот!
Сам из хабаровского края
и дела решать не в какой-то там вашей гейропе выбираю,
а на родине, в России-матушке предпочитаю
будь смиренным, будь кротким, не заботься о тленном
власти данной Богом, сынок, будь навеки верным
я люблю Россию.


Я — патриот!
Отдыхать конечно приятнее в Греции или Ницце
не поеду на Фарос, говорят там перебои с электричеством,
но если кто меня спросит —

иметь бизнес тут или в загранице
то тут я сторонник российских традиций
кого надо допросим,
порешаем, кирпич вовремя уроним, рыбам скормим,
кто не нужен того похороним
слишком резвых мы на зоне трудоустроим
за своих мы до конца стоим, понял
ведь дружба, брат, это святое
без проблем, брат, уголовное дело твое закрою
тех кто много п*здит зарою
кто будет вы*бываться — уедет под конвоем
надеюсь Володя, Леша Навальный и Петя Павленский тебя больше не побеспокоят
будь смиренным, будь кротким, не заботься о тленном
власти данной Богом, сынок, будь навеки верным
я люблю Россию.


Я — патриот!

Усть например директор в иркутском пароходстве
с нашими интересами не имеет с*ка никакого сходства
директор не отдает пароходы,
а у Господа Бога — свои заходы
гараж, табуретка, веревка, ночь
директору решаем нежно помочь
на погоне — новая звезда
на шее — странгуляционная борозда
сын попросил на рождество не елку, а месторождение соляное —

духовник мне сказал что семейные ценности — это святое
не беспокойся, сыночек
конкурентов, сыночек, мы легко успокоим
будет тебе и кирпичное, и корабельное, и соляное
я хозяин слова
я же говорил, что все устрою
будь смиренным, будь кротким, подумай о тленном
хочешь мочить и не попасться — начальству будь верным
я люблю Россию.
Я — патриот
и если кто меня спросит —

строить или не строить "Новороссию"
конечно строить, чем больше Россия — тем больше удои.


Я — патриот!
И дела выбираю решать не в какой-то там вашей гейропе,
а на родине, в России-матушке предпочитаю
если брать, убивать, воровать
тут я предан родине, и на родине я это делать выбираю
тут поможет прокурор калужской области и хабаровского края
цапок и цеповяз поддержат в краснодарском крае
и это не то что вам в какой-то там Швейцарии
борьбой с коррупцией и, а точнее самой коррупцией я сам тут управляю
я люблю Россию.

Я — патриот
Но жил бы в Швейцарии
и если хочешь позаботиться о своем тленном
путину, сынок, до конца будь верным
я люблю Россию.

Я патриот!
Будь смиренным, будь кротким, подумай о тленном
хочешь мочить и не попасться — начальству будь верным
я люблю Россию".

martedì 2 febbraio 2016

Messina per noi



Molti anni fa visitai Messina. Mi trovavo a Reggio Calabria per un convegno, e con qualche scapigliato in giornata andammo in gita. Messina non è una bella città. Tanti edifici del periodo fascista, e ricordo alcuni slogan del tempo ancora visibili in alcuni di essi. Però ho un bel ricordo di quella giornata, e anche della città, che a suo modo trovai interessante.

Messina ha un'università che spesso mi viene in mente, soprattutto quando se ne parla sui giornali. Ci fu il caso del dottorato al limoncello ("torroncini e bottiglie di limoncello prodotti artigianalmente nei locali dell’Istituto"). Poi test truccati, raccomandazioni, ed altro.

In questi giorni vi ho ripensato, per la vicenda del Prof. Dario Tomasello, accusato di plagio.

E finalmente ho capito che l'Università di Messina svolge un ruolo positivo e anche importante all'interno del sistema universitario italiano. Serve a noi, che lavoriamo in altre università, a farci sentir bene, e per questo ha un effetto benefico sul morale di migliaia di professori lungo la penisola. Anche in questo senso quello italiano è un "sistema" universitario, per il quale vale un punto di vista organicistico: le sue parti svolgono dei ruoli, la cui lista, puntuale e costantemente aggiornata, si trova sicuramente in un faldone segretato al Ministero.

Anche su di me, che lavoro all'Università di Bologna, l'Università di Messina proietta buonumore quotidiano, e mi aiuta anche a porre nella giusta prospettiva certe nostre piccole beghe. Per esempio, la vicenda di un nostro docente recentemente promosso a "emerito", malgrado il suo antico e arcinoto coinvolgimento in un caso di plagio.

Quel che a livello di sistema manca, e il Ministero se ne dovrebbe occupare, è un piano di scambi tra le parti, un commercio interno e baratto, che porti noi a ricevere qualcuna di quelle loro bottiglie di limoncello. Scomparirebbe così un certo retrogusto amaro che, qui a Bologna, qualche anima bella talvolta prova.