martedì 30 giugno 2015

Ubertini Rettore



Ieri sera il Lago Santo di Parma era così. Cena commovente con i 14 amici spagnoli coi quali, nell'ultima settimana, ho percorso il crinale dall'Abetone in poi.

Questa mattina, da soli, hanno proseguito a piedi per Pontremoli. Io mi sono alzato alle 3 e mezzo, e alle quattro ero sul sentiero, al buio. Sono arrivato a Bosco di Corniglio all'alba. In pullman sino a Parma, treno per Bologna, e direttamente al seggio di Via Belmeloro. Secondo turno delle elezioni del prossimo rettore dell'Università di Bologna: sono stato l'elettore più sporco e puzzolente dell'Alma Mater.

Ha vinto Francesco Ubertini. Il mio contributo alla sua elezione è stato fondamentale, anche se non mi verrà riconosciuto: in innumerevoli occasioni sono riuscito a contare sino a dieci, e anche oltre, e a non dire o, peggio, scrivere. Io, mi sono trattenuto. Io, ripetutamente, ho astutamente evitato di combinare guai.

Sono convinto che i prossimi sei anni saranno migliori di quelli ha abbiamo trascorso. Modesta aspettativa, si dirà, perché abbiamo attraversato anni bui. Saranno di molto migliori. Sperare è bello.

lunedì 22 giugno 2015

Zaino Haiku



"A typical haiku is a three-line observation about a fleeting moment involving nature." (Haiku in English, Wikipedia).

Sto preparando il mio zaino-haiku. Pochi chili, pochissimi, per un attimo fuggente in the wild. Tre linee, o persino un monoku, una sola linea di haiku essenziale.

Il passo successivo è incamminarsi senza nulla.

E il passo ulteriore, non incamminarsi, non spostare nulla, solo chinare leggermente la testa di lato.

domenica 21 giugno 2015

Apeninos 2015



Mercoledì sera ci incontreremo all'Abetone e da lì proseguiremo sino al Lago Santo di Parma. Loro caleranno sino a Pontremoli. Io credo che discenderò dal versante emiliano.

Nel 2009, per gli amici spagnoli organizzai un primo viaggio negli Appennini, da Pracchia all'Abetone, al quale io non partecipai. Nel 2010 partimmo da Marradi e proseguimmo sino al diluvio universale, che ci colse sulla cresta sopra il Lago di Ridracoli. Il 2011 fu l'anno del Gran Sasso. Il 2012 lo saltammo, e nel 2013 in cinque andammo in Corsica, perché il nostro concetto di appennino è ampio. L'anno scorso eravamo solo in tre, e ci fu l'avventura sulla Majella e la cima del Monte Amaro.

Alfa e omega, le due foto che aprono e chiudono mostrano dove dieci anni fa quasi esatti trascorsi la prima notte di una lunga camminata che realizzai. Dentro al cimitero di Beverone, in Liguria.

Dieci anni fa camminai del tutto solo, quest'anno sarò con diciassette amici spagnoli. Dieci anni fa dormii praticamente dappertutto. Quest'anno, è tutto prenotato: rifugi, e anche un paio di alberghi. Da queste differenze si potrebbero trarre conclusioni di varia natura. Potrebbe però trattarsi di differenze soltanto apparenti.

giovedì 11 giugno 2015

I taxi di Venezia



A Venezia non ero mai stato in taxi.



Di questa città, è quel che mi ha colpito di più.



In confronto, il terrazzino di Michele è niente.



Anche se ha messo qualche bandiera per dar colore, e sta bene.



E' incredibile come, avvicinandosi all'acqua, cambino completamente aspetto. In pratica, i taxi di Venezia diventano delle barche.

domenica 7 giugno 2015

Fab and I



E' anche grazie a Fab se vado in montagna. Durante il primo anno di dottorato lo caricavo sulla trash mobile, una Honda Accord dell''81, e insieme si esplorava. Tihuana e altri ritagli di Baja, il deserto di Anza Borrego e le montagne parallele alla costa. Lungo i sentieri vicini all'osservatorio di Mount Palomar, sopra San Diego, Fabrizio correva agilissimo, e io arrancavo.

Ieri mattina ci siamo incontrati alla stazione di Pracchia. Lui veniva da Firenze.



Io da Bologna. A Porretta Terme si cambia il treno.



Una breve sosta, ma abbastanza per due passi nel mercatino del piazzale della stazione.



E per conoscere questa bestia.



Si scruta la mappa. Da vero democratico, l'ho lasciato parlare. Una alla volta gli ho cassato tutte le proposte, poi ho lasciato cadere le idee abbozzate, e infine siamo andati esattamente dove volevo io.



Come inizio, mille metri di salita sino al rifugio del Montanaro. Da lì si vede la pianura toscana. La', in mezzo alla foschia, c'è Pistoia.



Un lungo tragitto attraverso la foresta di Mandromini ci ha condotti a Case Selvori. E' un luogo abbandonato dove già due volte ho passato la notte. Mi piace molto.



Siamo risaliti per un sentiero non segnato, selvaggio e molto bello. La foresta fitta ci separava dal crinale. Vi sono altre tracce da esplorare, quella foresta non è inespugnabile.



Poco prima di arrivare al Passo dei Tre termini abbiamo visto questa bestie.



Dal crinale, siamo rimasti abbagliati. Il rifugio Duca degli Abruzzi è ai piedi del cono perfetto del Cupolino.



Dei ragazzi fiorentini avevano portato sulle spalle parabola e proiettore per vedere la finale di non so quale competizione sportiva. Ho fortemente disapprovato. Ho imposto il volume a zero.



Il lago Scaffaiolo, questa mattina.



Giusto per dimostrare che le foto che vedete non le ho prese con gugol.



Siamo saliti in cima al Corno alle Scale. E abbiamo visto e percorso crinali che voi umani, eccetera.



Infine siamo scesi nella valle dell'Orsigna.



Abbiamo incontrato un totem.



Quindi, ho esternalizzato e posto al mio fianco l'io totemico che è in me.



Al ritorno, ho obbligato Fab a correre alcuni chilometri d'asfalto, sino a Pracchia. Una tortura. Una vendetta servita fredda: erano vent'anni che non andavo in montagna con Fabrizio. E questo è il tragitto che abbiamo percorso, parlando di tante cose, così tante che non vale la pena riportarle, ma che aggiungo nei ricordi ai cappuccini bevuti insieme a La Jolla, al Grove Café, a parlare quasi invariabilmente di massimi sistemi o, alla peggio, di sistemi medi.