mercoledì 18 luglio 2012

Rigore


Tra i quotidiani italiani, La Stampa è forse il più attento a quel che avviene nel mondo. Si confronti l'articoletto apparso ieri sulle "minigonne" del Nord Corea (vedi qui) con quanto apparso il giorno prima sul New York Times (vedi qui). Quando si scopiazza si dovrebbe almeno citare.

D* segnala: "La casa editrice Einaudi per pubblicizzare il libro 'La rosa candida' anziché scomodare i critici si affida al commento di un'anonima lettrice di Amazon". E traduce un "greater than life" con "più grande della vita" (vedi qui).

Il mondo lo si racconta con un romanzo, un articolo di giornale, un blog, un commento su Facebook o tracciando linee sui muri. Io spero in queste ultime. Quando le istituzioni 'alte' sono sciatte, conviene camminare per strada con gli occhi attenti sperando in un mondo alla rovescia, dove il rigore e la bellezza, o almeno uno sguardo diverso, si trovano, opera di sconosciuti, scritte sui muri.

(Nella foto: un "Amaducci" a Ferrara, D*).

lunedì 16 luglio 2012

Vélodrome d'Hiver, 70 anni fa


Secondo un sondaggio, la maggioranza dei francesi più giovani non sa che il 16 luglio del '42 oltre 13 mila ebrei furono rinchiusi in un velodromo e spediti a morire nei campi.

"La rafle du Vél'd'Hiv, dont on commémore, lundi 16 juillet, le 70e anniversaire demeure un événement inconnu de 42 % des Français. Parmi les plus jeunes générations, cette proportion est encore plus élevée, selon un sondage réalisé par l'institut CSA pour l'Union des étudiants juifs de France (UEJF)."

La majorité des moins de 34 ans ignorent ce que fut la rafle, di Stéphanie Le Bars, Le Monde, 16 luglio 2012.

E' che settant'anni sono tanti e tutto si dimentica. Tra settant'anni, per esempio, i siriani più giovani avranno quasi dimenticato l'orrore della guerra civile e dei carri armati che oggi presidiano Damasco.

domenica 15 luglio 2012

Come uscire dall'Euro / 3


E naturalmente non dimentichiamo i motivi storici che portarono all'Unione Europea. Nei 1000 anni prima dell'Euro ci siamo "gioiosamente massacrati". In questo video (grazie a Paolo Biffis per averlo scovato) di Centennial Historical Atlas, in pochi minuti si osservano i circa 9000 spostamenti di confine durante il periodo. Ognuno di questi spostamenti si accompagnò a morte e distruzione, sino all'apice delle due guerre mondiali.

Dopo l'ultima guerra si pensò a un'insieme di istituzioni che legassaro le mani alla Germania - non solo, ma all'incirca. Germania che ora si sta arricchendo relativamente al resto dell'Europa, con conseguenze geo-politiche a venire. Ma senza l'Euro, cambiando i prezzi relativi per ridar vita all'Europa mediterranea, daremmo un bel colpo alla costruzione europea.

Un bel dilemma insomma.

Come uscire dall'Euro / 2

Paolo Biffis mi segnala un'intervista a Massimo Guidolin, secondo il quale un'operazione del genere non si può tenere nascosta - insomma, l'uscita "ordinata" non è possibile.

E Massimo mi scrive: "Da un punto di vista economico di breve periodo sono convinto anch'io che uscire dall'Euro sarebbe un vantaggio, ma sarebbe una sconfitta atroce per il lungo periodo, senza speranza di risollevare questo paese, che diventerebbe definitivamente un paese da operetta.
Uscire dall'euro significa rimettere in comando i peggiori, i preti, gli statali, tutti quello che hanno rendite di posizione e che saran ben lieti di evitare qualsiasi deriva verso il merito o le novità."

Ma, rispondo io, dieci anni di deflazione ammazzeranno quel che rimane e accentueranno meccanismi di selezione avversa già in atto: chi ha talento ma non rendite andrà all'estero.

Il punto è che qui hanno ragione tutti, ed è per questo la vicenda è davvero complicata.

sabato 14 luglio 2012

Come uscire dall'Euro

"Italy may be a bigger problem than Greece.
We make our case by using game theory and a cost-benefit study of the relative incentive for a voluntary exit. Our analysis leads to three surprising conclusions. One, Eurobonds are not a Nash equilibrium. Two, while Germany and Austria have the least incentive of any eurozone countries to exit, Italy and Ireland have the most. Three, Germany’s incentive to pay other countries to stay is more limited than meets the eye."


Game theory and Euro breakup risk premium, Bank of America/Merrill Lynch, 10 luglio 2012.

Bank of America/Merrill Lynch hanno realizzato un'analisi in cui sostengono che, insieme con l'Irlanda, l'Italia avrebbe il massimo interesse ad uscire dall'Euro. Lo leggo ora, ma déjà vu, perché da un paio di giorni, colpa del caldo - d'estate sempre ho pensieri strani e tormentati - mi interrogo su come potremmo organizzare un'uscita "ordinata" dall'Euro.

Non sarebbe facile. Per primo, sarebbe il trionfo della menzogna - sino a cinque minuti prima dovresti negare l'evidenza. Poi, i preparativi dovrebbero esser cura di un numero molto ristretta di persone. Vorresti aprire un dibattito per scegliere al meglio, ma sei obbligato a far decidere tutti i dettagli a non più di pochissime persone chiave, per evitare una bank run (ma quanto più bella è l'espressione spagnola, el corralito). Tutto inizierebbe un venerdì sera, con banche e mercati chiusi, con una serie di decreti. Con una scusa si dovrebbe convocare Giuseppe Mussari e Giovanni Sabatini, presidente e direttore generale dell'ABI, e pochi altri. Chiuderli in una stanza, e obbligarli, più o meno, a fare una serie di telefonate. Vi sarebbe un blocco di qualche ore ai siti Internet delle banche, in seguito a un attacco di hacker "servizievoli".

Obiettivo: bloccare ogni operazione bancaria per un certo numero di ore. Le operazioni sull'estero, bloccate sine die. Quelle in Italia, limitate.

Parallelamente, qualcuno avrà dovuto disegnare le nuove lire, dello stesso formato degli Euro di taglia corrispondente, per potere essere distribuite nei bancomat senza modifiche - 1 euro, una neo-lira. Le nuove lire saranno bruttine, perché disegnate più o meno dal primo arrivato alle due di mattino. Non mi è chiaro in quali quantità siano stampabili in tempi brevi, perché non conosco le condizioni tecniche di produzione degli Euro "italiani". La distribuzione delle neo-lire è una delle parti più critiche di tutta l'operazione, considerato che a partire dal lunedì mattino vi sarà chi avrà necessità di soldi per fare la spesa (il pane! il latte!) e per fare pagamenti di ogni genere.

I prelievi bancari sono limitati a piccole quantità, in attesa della distribuzione delle neo-lire, con un cambio, poniamo, tra lo 0.8 e 0.85.

Una funzione essenziale da mettere in piedi riguarda il controllo dei prezzi, da realizzarsi in modi che non ho ben chiari e probabilmente insieme alle associazioni di categoria. Utile sarebbe avere un'opzione per lo scenario peggiore che preveda la distribuzione di beni essenziali a prezzi calmierati.

Il debito è riconvertito, in misura che dipende dalle condizioni legali di emissione, in neo-lire. La Banca d'Italia, va da se, riprenderebbe in mano la funzione di autorità di politica monetaria, con uno statuto da riscrivere, per non parlare delle funzioni del vecchio Ufficio italiano dei cambi: alcuni dei tanti "dettagli".

La sequenza complessiva di provvedimenti da prendere in due giorni, progettati in assoluto segreto, fa tremare le vene ai polsi. E tremano le vene ai polsi anche pensando all'inevitabile deficit di democrazia: per tentare un'uscita ordinata dall'Euro, il parlamento dovrebbe trovarsi di fronte al fatto compiuto. E non potrebbe che approvare i decreti, quando è il momento: avrebbe forse un'alternativa?

Siccome nessuno ha un'idea vera di come andrebbe a finire, un presidente del Consiglio dei ministri previdente, preventivamente considererebbe il problema dell'ordine pubblico, e le varie opzioni, incluse quelle più dolorose. Chiarendosi le idee su cosa voglia ordinare nel caso, per fare un esempio, di qualche assalto ai supermercati, e più in generale, sin dove sia disposto ad arrivare, in coscienza, per garantire l'ordine pubblico. Perché nessuno ha un'idea precisa di come possa funzionare, l'uscita dall'Euro. E chi sostiene il contrario è qualche economista affetto da hubris: comprereste, da uno di loro, l'uscita dall'Euro?

All'incirca così mi comporterei io, ad iniziare da venerdì pomeriggio, 20 luglio, se fossi il Presidente del consiglio e volessi uscire dall'Euro. E preferirei farlo ora che tra sei mesi o un anno. Anche perché venerdì 20 luglio già sarò in vacanza, e così magari riuscirei a delegare a un collaboratore.

Victorio y Lucchino


La tragedia della crisi è che non è distruzione creativa: è distruzione e basta. Il capitale organizzativo e di conoscenze delle imprese che chiudono si perde e dalle ceneri è molto difficile ricostruire.

Victorio y Lucchino, stilisti sivigliani che han contribuito a creare un'idea della città diversa e moderna, sono in crisi. Le processioni della Semana Santa rimarranno. Speriamo che non rimangano solo quelle.

Victorio y Lucchino plantan cara al abismo, Ángeles Lucas, El País, 14 luglio 2012

martedì 10 luglio 2012

El mundo es nuestro



La genaración pa' que..

"Meno male che non abbiamo studiato, perché se avessimo studiato staremmo uguale però peggio, più da coglioni, perché oltre al tempo perso, saremmo più consapevoli della nostra condizione di precarietà".

Riflessione appropriata mentre, travestiti da costaleros, ci si reca in banca per fare un colpo.

Spero di vedere presto il primo lungometraggio di Culebra e Cabeza.

domenica 8 luglio 2012

БТА - Большой Телескоп Азимутальный



Ci fu un'epoca in cui la guerra fredda si combatteva anche costruendo il telescopio dallo specchio più grande. Per usare un'immagine raffinata, non si faceva a chi l'aveva più lungo, ma più largo.

Ne parlo anche qui e qui: può non sembrare, ma qui dentro è tutto collegato e un giorno il grande piano risulterà evidente a tutti.

Год выпуска: 2010, ВГТРК, телеканал `Наука 2.0`
Жанр: документальный
Ведущий, режиссер: Алексей Вершинин

sabato 7 luglio 2012

Fundación Juan March

I podcast di tutte le conferenze tenute presso la Fundación Juan March.

Mi distoglie dall'idea di ascoltarle solo la constatazione che ospite della Fundación Juan March fu anche tale Estrella de Diego, autrice di uno dei libri piç illeggibili che mi sian mai capitati per mano.

In particolare:

Los orígenes medievales de la novela europea - 3, 8, 10, 17 y 22 mayo 2012.

Un recorrido por el Flamenco - 13, 15, 20 y 22 marzo 2012

Voltaire: su vida, su obra, su tiempo - 6 y 8 marzo 2012

Best sellers. Análisis de una literatura popular - 24, 26, 31 enero y 2 febrero 2012

Leopardi: su vida, su obra, su tiempo - 12 y 17 enero 2012

Protagonistas de la arquitectura del siglo XXI - 18, 20, 25 y 27 octubre 2011

Ira e indignación
13 octubre 2011


Unamuno. Proyecto de biografías "Españoles Eminentes" 7, 12 y 14 abril 2011

América fría. La abstracción geométrica en Latinoamérica (1934-1973)

Petrarca: su vida, su obra, su tiempo 11 y 13 enero 2011

LAS QUERELLAS DE LOS HISTORIADORES - 27, 29 abril, 4, 6 y 11 mayo 2010

BARTOLOMÉ DE LAS CASAS - Proyecto de biografías "Españoles eminentes" 13 y 15 abril 2010

MAESTROS DE LA ARQUITECTURA DEL SIGLO XX - 9, 11, 16 y 18 marzo 2010

EL PENSAMIENTO ESPAÑOL ACTUAL - 15 y 17 diciembre 2009

NEUROÉTICA: ¿LAS BASES CEREBRALES DE LA JUSTICIA Y LA DEMOCRACIA? - 10 diciembre 2009

DOSTOYEVSKI: SU VIDA, SU OBRA, SU TIEMPO - 1 y 3 diciembre 2009

LAS MÁSCARAS DE UN GÉNERO. LITERATURA Y AUTOBIOGRAFÍA EN LA ESPAÑA CONTEMPORÁNEA - 13, 15, 20, 22, 27 y 29 octubre 2009

CALDERÓN: SU VIDA, SU OBRA, SU TIEMPO - 19 y 21 mayo 2009

QUERELLAS LITERARIAS - 17, 19, 24, 26 febrero, 3, 5, 10 y 12 marzo 2009

ENTRE EL ENFRENTAMIENTO Y LA TREGUA: ESPAÑA Y EL IMPERIO OTOMANO 18, 20, 25 y 27 noviembre 2008

MANUEL AZAÑA: LITERATURA, ENSAYO, POLÍTICA 17 y 24 noviembre 2008

ORÍGENES DE LA CIVILIZACIÓN: PERSPECTIVAS EVOLUCIONISTAS - 14, 16, 21, 23, 28, 30 octubre, 4 y 6 noviembre 2008

La Ilustración total. Arte conceptual de Moscú, 1960-1990

ESPAÑA Y LA NOVELA - 23 y 25 septiembre 2008

POESÍA Y NOVELA HISPANOAMERICANAS: UNA LITERATURA VIVA 27, 29 mayo, 3 y 5 junio 2008

ESPAÑOLES EMINENTES II 25, 27 marzo, 1, 3, 8, 10, 15 y 17 abril 2008

HISTORIA DE LAS AMÉRICAS - 15, 17, 22, 24, 29 y 31 enero 2008

Eccetera eccetera.

venerdì 6 luglio 2012

mercoledì 4 luglio 2012

культур-мультур



Purtroppo non riesco a seguire la Russia tanto come vorrei. Ma questo rende l'idea.

Titolo: La lotta tra il bene e la neutralità - gramscianamente, contro gli indifferenti. Dal blog di Navalni, quello che le mie due studentesse dalla RUDN non sapevono chi fosse - e poi dicono che all'università non si impara nulla.

Финальная битва между добром и нейтралитетом.

La spending review e gli enti locali


The super consultant of the spending review, dealing with a situation of emergenza ( but not of emergency), eccetera eccetera, propone per i comuni sotto i 5 mila abitanti "l'obbligo rafforzato di mettere insieme le funzioni fondamentali con altri piccoli comuni" e "l'accorpamento delle province" (vedi qui).

Quando si sente la necessità di "rafforzare" un "obbligo" si può intuire come andrà a finire. Ma non è questo il punto. Si insiste a parlare di articolazione territoriale dell'amministrazione pubblica unicamente all'interno di un discorso sui risparmi: è un grave errore.

Il numero e le funzioni dei comuni e delle province dovrebbero determinarsi all'interno di un ragionamento che riguardi la governance pubblica nel suo complesso, la rendicontabilità e la competizione politica, la funzionalità e la leggibilità del sistema, e non soltanto quel che oggi leggiamo sui bilanci degli enti coinvolti.

Del resto, qualcunque progetto non velleitario di riforma avrebbe, almeno nel breve-medio periodo, dei costi aggiuntivi - se non altro, perché il consenso per le riforme si compra.

Giungeremmo allora alla conclusione (minima): accorpare i comuni per portarli dagli 8100 attuali a 2000 ed eliminare le province. Per favorire un buon esito del dibattito accademico dovremmo prima mandare in pensione i tanti colleghi ormai irrimediabilmente bruciati da sovraesposizione giovanile al new public management e al "governo della complessità". Trattandosi della quasi totalità della professione, contribuiremmo anche a un obiettivo accessorio del super consultant - la riduzione della pianta organica. Non avverrà, e anche per questo continueremo a parlare di comuni e di province esattamente come stiamo facendo ora: in modo stupido e improduttivo.

La speding review e il super consultant


I giornali di oggi raccontano gli esiti annunciati della cosiddetta spending review. Si è scelto un termine inglese per comunicare l'eccezionalità e la novità dell'esercizio, quando un buon governo dovrebbe sempre avere un'idea complessiva della spesa pubblica e mai sentire la necessità di ingaggiare un "super consulente" per rimediare.

L'affidamento al "super consulente" (diciamo meglio: stiamo parlando di un super consultant) comunica a sua volta l'inadeguatezza delle istituzioni ordinariamente preposte al controllo della spesa pubblica e rimanda al concetto di emergenza, che è italianissimo ed è per questo che non diciamo "emergency", se non quando vogliamo vagamente riferirci a degli ospedali nel lontano Afghanistan. Tutta l'operazione, insomma, è condotta su un terreno semantico a noi ben noto e, per questo, confortevole.

Una proposta concreta: bandiamo l'uso dell'inglese dal linguaggio governativo. Affidiamoci insomma alla se pur tenue speranza che cambiando il linguaggio si possa modificare l'altrimenti tetragona realtà.

domenica 1 luglio 2012

La via degli entusiasti


Promisi che avrei iniziato a pubblicare le valutazioni dei miei corsi da parte degli studenti (leggi qui). L'osservatorio statistico dell'Università di Bologna ha appena terminato l'elaborazione dei questionari relativi al primo semestre. Ecco quel che mi riguarda (file PDF):

Applied econometrics (8 crediti)

Economia dei media (8 crediti)

Statistics (4 crediti)

In sintesi: i miei corsi quest'anno sono stati considerati più impegnativi rispetto alla media di facoltà (la percentuale di chi ritiene che il carico didattico sia adeguato in relazione ai crediti assegnati è inferiore rispetto alla media di facoltà).

La percentuale di studenti complessivamente soddisfatta è stata superiore rispetto alla media di facoltà (che a sua volta è al di sopra della media d'ateneo).

Ho anche ricevuto i commenti aperti che si trovano nella seconda parte del questionario. A volte tra questi si trova qualcosa di divertente, ma quest'anno gli studenti erano più seri del loro docente e non sono andati fuori tema.

Solo riporto il commento di un anonimo studente di econometria applicata che, tra gli aspetti positivi del corso, dichiara: "Il docente è entusiasta".

Mi è venuta in mente la Via degli entusiasti a Mosca. Prese il suo nome nel 1919, in onore dei tanti rivoluzionari (entusiasti) che la percorsero per uscire dalla città e recarsi, ceppi ai piedi, verso la Siberia.