A una collega del Dipartimento di Scienze Politiche della mia università è stata recapitata una lettera anonima, con una macabra intimidazione. Fatto gravissimo, ed è bene che il Rettore Molari, e il direttore Andreatta, abbiano espresso parole chiare di condanna. E anch'io, nel mio piccolo, ho espresso solidarietà alla collega.
La questione si presta a una considerazione generale. Di cosa ci stupiamo? Qua dentro si sono sempre scritte lettere anonime. Quelle intimidatorie ne sono una versione, certo estrema, ma dentro ai confini del genere.
La lettera anonima è un nostro modus operandi. Se io sono considerato un personaggio strano, in gran (e temo non esclusiva) parte è perché le tante lettere che ho scritto le ho sempre firmate.
Molti anni fa capitò anche a me di essere colpito da una strana lettera anonima. Anzi, era una lettera finta non-anonima (siamo comunque dei creativi). Dirigevo un laboratorio e c'era una certa polemica con un professore che si occupava di temi simili. Un mio messaggio ai miei collaboratori venne "captato," stampato, e spedito al Rettore a mio nome. Mi chiamarono dalla sua segreteria, dato che avevano mangiato la foglia, e si convenne che la lettera non meritasse la consegna.
Potrei fare altri esempi di lettere anonime di cui ho avuto notizia nel corso degli anni. Da noi si fa così. Qua dentro, le persone disposte a metterci la faccia quasi non esistono. Sarebbe utile riflettere sia sui motivi, sia sulle implicazioni.
Docente minacciata per un concorso dell’università di Bologna. In una busta una zampa di volpe: “Vattene dal dipartimento, puoi farti male” Ilaria Venturi, La Repubblica, 25 giugno 2023.
PS (27 giugno 2023). Quel che è sopra, scrivevo ieri, immodificato. Leggo oggi sul Corriere di Bologna (a firma Marina Amaduzzi) un "virgolettato" della collega del dipartimento di Scienze Politiche: "«Ho letto sui siti e sui giornali le dichiarazioni di solidarietà del rettore Giovanni Molari e del direttore del mio dipartimento Filippo Andreatta, ma non ho ricevuto neppure una mail».
Se è così, è grave. Io capisco la prudenza e il riserbo per una questione ovviamente molto delicata, ma i vertici cosiddetti politici dovrebbero esserci anche per piantare doverosi "paletti". Stabilendo per cosa siamo, e per cosa viceversa non siamo. E questo non solo può, ma deve essere fatto ora.