lunedì 21 dicembre 2015

42, senza divagare



Quest'anno ha regalato tanti passi, addirittura in quattro continenti. Ci voleva una celebrazione, e ieri ho chiuso dicembre con un tributo, un rito, e un sacrificio di buon auspicio.

Sveglia alle 4:07 (le cose si devono sempre iniziare ai sette). Alle sei e qualcosa arrivo a Castelluccio, che si trova sopra Porretta Terme, e da lì mi incammino, al buio.

Sopra le luci ancora accese di Monteacuto, la prima alba mostra, lontano, il Corno.



Si fa giorno, e il sentiero dalla Madonna del Faggio sale ripido e raggiunge una parete verticale tagliata da una bella cascata.



Al Pian dello Stellaio la neve si deposita e rimane sempre più a lungo.



Lì, celebro la conquista del crinale guardandomi i piedi, non ritenendo opportuno, per via del freddo, scoprirmi l'ombelico.



Proseguo lungo il crinale e osservo la valle dell'Orsigna.



Mangio un panino davanti a una antica pietra di confine che si trova a Porta Franca. E' un luogo dove mi sono fermato tante volte, perché mi piace sedermi a cavalcioni sul confine. Piede destro in Toscana, sinistro in Emilia, e testa da nessuna parte.



Proseguo oltre il Monte Gennaio. Il Corno, che sembrava così lontano, è ora più vicino.



La Toscana è immersa nella nebbia.



Salgo sino al Passo dello Strofinatoio, sul quale hanno steso una coperta di neve.



Ecco il Corno alle Scale. Ora è a due passi, guardandolo penso a quanto sembrava lontano, e rifletto. Rifletto e ragiono, e improvvisamente mi appare in tutta evidenza una verità, una legge, anzi, "la Prima legge di Picci". Prendete nota.


Prima Legge di Picci:

Quel che si manifesta ad occhio nudo, per quanto sia lontano, è raggiungibile a piedi rapidamente
.



Proseguo sul bordo di quel che una volta era un ghiacciaio, sino al Lago Scaffaiolo.



Il lago è ghiacciato.



Questo sono io, seduto sulle acque. Camminarvici sopra sarebbe stato solo un déjà vu.



Dal Lago, voltandomi indietro, vedo nuovamente il Corno, ma dalla parte opposta rispetto alla partenza: l'ho superato ampiamente. Riflettendo su questo nuovo fatto, stabilisco il:

Primo corollario alla prima Legge di Picci

Quel che si manifesta ad occhio nudo, per quanto sia lontano, è superabile a piedi abbastanza rapidamente.

E' già l'ora di pranzo. Sosta con la faccia al sole, i cani del rifugio che vogliono il mio panino. Svogliato ce lo dividiamo, la parte più grande a me. Mi alzo e inizio il tragitto di ritorno.



Le vecchie pietre di confine mi piacciono molto.



Una faggeta. Ricordo di aver visto un bosco con i tronchi tutti torti. Si chiama "il bosco degli alberi danzanti" e si trova dalle parti di Kaliningrad. Molto bizzarro. Qui da noi i tronchi sono ragionevolmente dritti.



Il sole è ormai basso, e decido una provocatoria incursione sino al confine della Contea di Monte Cavallo. Come è noto, essa è attualmente dominata dalle forze del male.



Come tramonta il sole dalla Contea di Monte Cavallo, così sconfiggeremo il male, e innanzitutto riotterremo l'apertura della fontana pubblica che hanno fagocitato per dispetto.



La chiesa di Castelluccio: come ero partito col buio, col buio ritorno.

Quest'anno ha regalato tanti passi ed è stato bello ringraziare il dio delle camminate e rivolgere un auspicio per il futuro. Ieri, giorno centrale nella settimana dei Saturnali, ho realizzato una specie di rito pagano. Non ho sacrificato un bue, o altro animale alla moda degli antichi. Ho invece sacrificato un po' me stesso, perché alla fine ero stanco, alla fine il bilancio è di 42 km, percorsi senza divagare.

Senza divagare, si procede verso la meta (una meta qualunque). E' un procedere che ci rende parte di un disegno superiore, anche se futile, governati, come si è, dalla legge fondamentale del camminare (la Prima Legge di Picci e il suo Corollario).

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