venerdì 22 gennaio 2016
La terra dei sentieri inclinati
In quell'ora in cui si alza il sole le straducce del centro di Siviglia sono quasi buie.
Passo per il luogo di una "novella esemplare" di Cervantes, e mi si sente, se non dentro la novella, sicuramente esemplare.
Stazione Santa Justa, due ore d'auto, e si è in montagna.
Con personaggi come Fernando.
E Ángel e Fátima.
E con personaggi come Antonio, la montagna si arrende.
Dal puerto de las Viñas scendiamo lungo il bordo del Llano del Republicano. Un nome che ci è congeniale, e anche per questo il luogo è molto bello.
Soprattutto col sole e il cielo blu andaluso.
L'Arroyo de la Venta porta l'acqua delle ultime piogge abbondanti.
Ci sono le pecore, con Belén.
C'è una mucca che ci guarda.
Siamo qui! Siamo qui!
E siamo in tanti, mentre pranziamo in cima al passo.
Alcuni si improvvisano lettori di una novella del Decamerone. Masetto, "con bella persona e con viso assai piacevole", è Manolo.
Dal picco si guarda a nord. LLano de Libar e del Republicano, grandi rettangoli bordati di montagne.
Sono stato numerose volte da questi parti, e sono contento di esserci ancora.
Col sole basso ritorniamo.
Costeggiando rocce impervie.
Raggiungiamo il Llano del Republicano che è quasi buio, ma c'è la luna, e senza luci raggiungiamo le auto. E' terminata un'altra camminata di Correcaminos, organizzazione multinazionale che io non solo rappresento, ma incarno, in Italia.
Poi, cena al Cortijo, la "venta" di Algodonales. Questo è il cocido di tagarnina, il mio preferito, il piatto che rimetterebbe in sesto Sancho Panza appena atterrato dopo i voli con le coperte.
Dopo la montagna, il mare.
Questo è il famoso mare inclinato di Cadice. Evidente è l'errore degli antichi: il mondo continua un po', oltre le Colonne d'Ercole, e solo dalle parti di Cadice inizia ad inclinarsi. Da lì, nuotando mezzo chilometro circa, si cadrebbe nel baratro. E' per questo che a Cadice conviene fermarsi.
Cadice è una citta cosmopolita. Vi passò anche José Martì
Ma è anche graziosa come una cartolina, se le cartoline esistessero ancora.
Dicevo che Cadice ha il mare inclinato. Ma imponendo la forza gravitazionale delle mie ginocchia, riesco a raddrizzarlo.
Siviglia, invece, ha un fiume biforcuto e ben orizzontale, e da un po' di tempo ha anche un'enorme torre.
E' la torre Pelli, e a me non dispiace, perché mi piaciono le cose nuove.
Sono andato a correre, come facevo, al parco dell'Alamillo, e ho riattraversato il ponte detto "della salute", per motivi che non appaiono evidenti in questa foto.
Quando corro lungo il fiume, guardo i murales, e ce ne sono di simpatici.
All'Ambigu ho cenato con Andrea.
Questo "kebab" è gestito da uno che tirò una scarpa ad Erdogan. Sono contrario alla violenza ma, considerato che una scarpa non fa male, mi spiace che non lo abbia colpito.
Ho pascolato molto nell'Alameda. Sono contento che questo bel negozio di libri resista, ma mi spiace quest'anno di non averci comprato qualcosa, come accade di solito. Dovrò tornare.
Soldi gratis, senza garanzie, nell'Alameda.
All'ombra delle due colonne, forse d'Ercole. Forse, incamminandosi da queste, nella direzione giusta, il sentiero si fa inclinato, e non me ne sono mai accorto.
Una palma sbuca dalla Casa de las Sirenas.
E a due passi c'era la casa di Monipodio, quartier generale dei ladroni di Rinconete e Cortadillo. Un'altra novella esemplare di Cervantes, personaggio che forse si riesce ad incontrare, da queste parti, solo imbucando il sentiero che si fa inclinato, o nuotando quanto basta oltre Cadice, giusto prima di cadere nel baratro..
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Che bello questo post, mi ricorda molto i miei nello stile, nei contenuti riconosco di avere miglia e miglia di nuove strade da percorrere. Complimenti a tutti quelli che camminano e che traggono così tanto piacere dall'attività. Ciao
RispondiEliminaUn abrazo, compadre!! Te estaremos esperando siempre.
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