domenica 17 luglio 2016

Di là



Ritengo di aver concluso l'esplorazione della foresta di Mandromini. La mappa qui sopra è un'unione di tutti i percorsi, realizzati in un arco di forse quattro anni. Vi sono molte tracce ripetute, come quella che porta a Case Silvori. Altre, sono state calpestate una volta sola, come la folle discesa per il torrente Verdiana, il settembre scorso.

A voler essere pignoli non tutto è stato visto, ma molto si, della foresta che si trova di là dal crinale, oltre il passo del Cancellino. L'ho esplorata bene perché è molto bella.

Anche di qua dal crinale, dalla parte emiliana di quel passo, c'è una foresta fitta e selvaggia. E' bella, ma meno dell'altra, mi dico, e per questo vi vado raramente. Ho però il dubbio di essere parziale, e di preferire quel che si trova di là, perchè è nascosto dalla cresta degli appennini e per questo più separato da dove vivo. Quando guardo dalla cima, non vedo verso da me, ma la Toscana, e a volte il mare Tirreno. Ieri pomeriggio, dalla cima del Cornaccio, spuntavano anche le cime della Corsica.

Per chiarire: quando Leopardi scrisse l'Infinito, se invece di mettersi in quel colle dal quale guardare di là, avesse guardato l'orto di casa, la poesia sarebbe venuta diversa e meno pregnante.

Ieri e oggi ho percorso molta strada (54 km) e soprattutto con molto dislivello: 3400 metri in salita, e ancor più in discesa (vedi qui). E ho perlustrato anche di qua: per la prima volta sono salito sul Monte Grande. Spunta lì in mezzo, coperto sino alla cima da faggi, ed è bello anche lui, ma ha meno poesia.



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