In questi mesi presiedo una commissione di concorso, per un numero limitato di specialisti che un'importante amministrazione dello Stato vorrebbe assumere.
La prova scritta si è avuta in settembre, presso la Fiera di Roma, che si trova non lontano da Fiumicino. Ci si arriva abbastanza agevolmente con lo stesso treno che porta all'aeroporto. Alla stazione, intendo. La fiera, che è una cattedrale nel deserto, è poi raggiungibile a piedi scavalcando svincoli, parcheggi e erbacce.
Per terra, mezzi rotti, si trovano gli avanzi di concorsi precedenti, sempre per altre importanti amministrazioni dello Stato. Così lo Stato accoglie: con squallore.
Le prove dei concorsi sono lunghe, poniamo cinque ore. In tutto l'enorme spazio della fiera non si trovava un bar aperto. Noi commissari siamo riusciti a pranzare in un centro commerciale a un paio di chilometri di distanza, grazie alla gentilezza di una tecnica che ci ha prestato l'auto. Per i malcapitati candidati c'è solo qualche "macchinetta".
Molto peggio è andata alla SNA, la scuola superiore dell'amministrazione. In un loro concorso recente, i computer non erano in grado di aprire file PDF e 900 candidati sarebbero stati rimandati a casa (*). Ora, non vorrei infierire, ma l'errore è grave, ed è un errore di incuria: primo, cerchi di non complicarti la vita basando un concorso sull'apertura di un documento che dipende da un altro "pezzo" di software. Secondo, che fai, non verifichi tutto prima? Mah.
Forse un'incuria simile a quella che traspare dai cartelli mezzi rotti e dall'immondizia che accoglie i candidati che, facendo un favore allo Stato (così è), sostengono un costo per partecipare ai concorsi. Lo Stato dovrebbe trasmettere di sé un'idea dignitosa: perché spesso non ci riesce?
Di questi tempi siamo inondati di soldi del PNRR, per progetti mirabolanti che non poche volte (e sospetto, spesso) hanno come obiettivo lo spendere i soldi del PNRR. E' tutto un lavorio di "economia circolare" insomma, a vari livelli, come nel caso di quel collega che, capo di una grossa cordata, avrebbe messo ai voti di intascarsi 40 mila euro per il suo disturbo (negati, e nel mio dipartimento universitario si ridacchia pieni di schadenfreude). Purtroppo, non c'è progetto o finanziamento che possa aiutarci ad imparare a spender meglio e ad avere più cura. Non so se parlarne di più serva. Vero è che, nel dibattito pubblico, si parla di quante risorse da allocare dove, ma molto poco, mi pare, della qualità della spesa e di come migliorarla. O forse è una mia impressione, mentre ripenso ai cartelli sfasciati e allo squallore dei concorsi alla Fiera di Roma.
(*) I guai al concorso pubblico della Scuola nazionale dell’amministrazione Durante una prova i computer non erano in grado di aprire i PDF, e i circa 900 candidati sono stati rimandati a casa. Il Post, 30 ottobre 2023.
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