Claudio Caprara e io abbiamo un a tenue comunanza di trascorsi: lui, in un grande partito di massa, io, ho respirato l'aria di un piccolo partito di massa (così lo definì Togliatti). In comune, l'idea di un'etica condivisa, venata di moralismo, che molti ex-comunisti del PCI (non Claudio) hanno combattuto diventando più realisti del re, e più faccendieri dei socialisti di Craxi - che per primo ci arrivò, e in questo senso fu un innovatore.
I moralisti in Italia perdono sempre. Al massimo si costruiscono una posizione di nicchia, e diventano, nella loro scelta di carriera, immorali. Non abbiamo ancora veramente imparato a parlare di responsabilità collettive e di etica pubblica senza rischiare, a ogni pié sospinto, di essere moralisti, di perdere ancor prima di iniziare.
Mi pare che, in Italia, dovremmo trovare l'intelligenza, la fantasia, per imparare a rivoltare queste carte.
In bocca al lupo al Dogma Televisivo di Nessuno TV.
Nessun commento:
Posta un commento