Oramai solo rimangono le camminate per monti a scandire il tempo, ora che non ho più tempo, ora che della Spagna in mano tengo solo un ritaglio. Qui, sulla diga del Tavizna, mentre abbozzo una via di fuga.
Proprio qui andarono a costruire una diga, epoca di Primo de Rivera, senza accorgersi preventivamente che il fondo dell'invaso è calcareo. Non poteva riempirsi. Rimase la diga, inutile, quasi all'entrata di una grotta enorme.
L'apertura del cancello, il salto della recinzione, il gesto.
Avanti. Io, senza ombrello, non consono alla mia sensibilità estetica.
Ecco dove eravamo.
Per lungo tratto, a costeggiare la linea di treno Boadilla-Algericas, che già percorsi, e lasciamo perdere.
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