mercoledì 21 marzo 2012

Chi ci racconta il mondo / 2


Sulla cialtroneria del giornalismo italiano, Chiara mi segnala questa vecchia intervista a Tiziano Terzani.

"Una signora firmò anni fa un'intervista, apparsa sul Corriere della Sera (direttore era Stille) con il ministro degli esteri della Cambogia. La lessi, e quel ministro era in realtà un modesto funzionario che il ministero mandava incontro ai giornalisti, e che io conoscevo benissimo: aveva portato i bagagli anche a me. Ancora: sul Manifesto uscì un'intervista col capo dei Khmer Rossi, inventata di sana pianta. Denunciai l'autore all'ordine dei giornalisti, scrissi più volte a Luigi Pintor, ma quel grande scrittore e grande giornalista non si è mai degnato di rispondermi. Ne vuoi un'altra? Giorni fa sulla Stampa è comparsa un'intervista esclusiva a Zahir Shah di Afghanistan, alla vigilia della partenza dell'ex re per il suo Paese. In quell'intervista si attribuivano al vecchio sovrano dichiarazioni antiamericane. Ebbene: l'intervista non era altro che alcuni frammenti di conversazioni, forse mal capite, nel corso di un'incontro che alcune signore avevano avuto con Zahir Shah mentre gli consegnavano del denaro destinato alle donne afgane. Ma la cosa aveva provocato un certo fermento, e l'ambasciata Usa aveva chiesto spiegazioni. Morale: la Stampa non solo non chiese scusa, ma addirittura sentì il parere di un esperto su quelle 'dichiarazioni' avallandole in tutto e per tutto. Il fatto è che si pubblica di tutto, e senza che nessuno controlli. Sarà che io sono stato abituato a un giornale che ha un archivio meraviglioso, e dove le interviste venivano fatte controllare e controfirmare dall'intervistato, prima di essere pubblicate".

Intanto, sul sito di La Repubblica, il "giornalista" Giampaolo Visetti continua a leggere come suo il pezzo di Antonio Talia su un blog, senza citarlo (vedi qui.

Non è che non se ne sono accorti. E' che non glie ne frega niente.

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