domenica 1 maggio 2016

Esaurire Madrid



Ho un'affinità con il situazionismo, e ammiro Georges Perec, che una voltà tentò di esaurire un luogo parigino registrandolo ossessivamente per ben tre giorni. Provo per lui anche la simpatica dovuta a chi era così disordinato con le sue carte, e indeciso su cosa buttare.

Ma la mia pratica di esaurimento dei luoghi, sperimentata e affinata, non ha nulla di situazionista. Al contrario di Perec, i luoghi io li esaurisco non certo fermo immobile, ma in vorticoso movimento. Diversamente da Perec, e questo conta, mi muove un fine non estetico, ma eminentemente pratico.

Mi sono fermato a Madrid il mese scorso, all'andata e al ritorno da un viaggio, e ho registrato i movimenti nel corso di due giornate e mezzo. Madrid è una grande città ma se vi percorri a piedi settanta chilometri, ti rendi ben conto che esaurirla è possibile: tutto quel che potresti desiderare vedere, prima o poi, ti capita davanti casualmente. Cammini, e dici, "toh, la sede della Real Academia". "Guarda un po', Calle Génova. La sede del Partido Popular". E così via.

Non sei più tu che cerchi nella città, ma è la città che trova te.

In questo modo, ho calcolato che il centro di una grande capitale può essere esaurito con una marcia di una cinquantina di chilometri. Per esaurirne la periferia, si dovrebbe arrivare grosso modo a duecento chilometri, oppure sono necessari dei compromessi. Per esempio, a Madrid volevo vedere coi miei occhi quel che fu la Ciudad lineal, il progetto urbanistico interessantissimo di un visionario, Arturo Soria. Per questo, ho dovuto realizzare una lunga deviazione dal centro - la grande asola della mappa qui sotto. Sapevo che quell'area è stata fagocitata dalla città, e che non avrei visto nulla di notevole. Ma non importa, volevo esaurire anche la Città lineare.

Che cosa si esaurisce, camminando. Da quando leggo di architettura e di urbanismo, lo spazio ha acquistato un'altro motivo di interesse e un'altra dimensione. Le città hanno più strati, a saperli percepire.

Una domanda alla quale non so ancora rispondere, è se in una escursione singola si possano visitare contemporaneamente più strati di una città. Temo di no, o che almeno vi sia un limite. Le implicazioni sarebbero preoccupanti: ponendo infatti che una capitale disponga di cinque strati, e che gli strati siano percepibili uno alla volta, per esaurire il suo centro sarebbe necessario camminare per circa duecentocinquanta chilometri, e per farsi un'idea anche delle periferie, stiamo parlando di mille chilometri a piedi.

Se così stessero le cose, l'esaurimento di una città, da salutare camminata, diverrebbe un'attività dai tratti forse patologici.

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