sabato 4 giugno 2016

Confuso eclettismo



Sto scrivendo il capitolo di un libro collettaneo. Il titolo che ho scelto è "Gosssip, Reputation, and the Internet". L'idea di potermi presto fregiare del titolo di esperto in gossip (certificato da una molto prestigiosa casa editrice anglosassone) mi pone semplicemente in fregola.

Cercando una citazione dai Promessi Sposi, che ricordavo vagamente a memoria, mi sono ricordato di averne in casa una traduzione in inglese. Ho notato che la traduzione di Gutenberg è incompleta, ma la mia stampata, di Digireads, pare buona - anche se neppure rende noto il nome del traduttore. La riporto qui sotto, prima tradotta, e poi nell'originale. Dal Capitolo XI; è un brano significativo.

I Promessi sposi del Manzoni è uno dei pochi libri che ho letto più di una volta. Insieme a qualcosa di Philip Dick, a la Historia abreviada de la literatura portátil di Vila-Matas. Mi piace l'idea che questi tre autori in qualche modo stiano insieme nella mia testa. Dimostra un certo confuso eclettismo, no?


In inglese:

"One of the greatest consolation of this world is friendship, and one of the pleasure of friendship, is to have some one to whom we may entrust a secret. Now, friends are not divided into pairs, as husband and wife: everybody generally speaking, has more than one; and this forms a chain of which no one can find the first link. When, then, a friend meets with an opportunity of deposing a secret in the breast of another, he, in his turn, seeks to share in the same pleasure. He is entreated, to be sure, to say nothing to anybody; and of such a condition, if taken in the strict sense of the world, would immediately cut short the chain of these gratifications: but general practice has determined that it only forbids to entrust a secret to everybody but one equally confidential friend, imposing upon him, of course, the same conditions. Thus, from confidential friend to confidential friend, the secret threads its way along this immense chain, until, at last, it reaches the ear of him or the whom the first speaker exactly intended it should never reach. But some highly favoured men there are who reckon these blessing by the hundred, and when the secret comes into the hands of one of these, the circles multiply so rapidly that it is no longer possible to purse them."


In italiano:

"Una delle più gran consolazioni di questa vita è l'amicizia; e una delle consolazioni dell'amicizia è quell'avere a cui confidare un segreto. Ora, gli amici non sono a due a due, come gli sposi; ognuno, generalmente parlando, ne ha più d'uno: il che forma una catena, di cui nessuno potrebbe trovar la fine. Quando dunque un amico si procura quella consolazione di deporre un segreto nel seno d'un altro, dà a costui la voglia di procurarsi la stessa consolazione anche lui. Lo prega, è vero, di non dir nulla a nessuno; e una tal condizione, chi la prendesse nel senso rigoroso delle parole, troncherebbe immediatamente il corso delle consolazioni. Ma la pratica generale ha voluto che obblighi soltanto a non confidare il segreto, se non a chi sia un amico ugualmente fidato, e imponendogli la stessa condizione. Così, d'amico fidato in amico fidato, il segreto gira e gira per quell'immensa catena, tanto che arriva all'orecchio di colui o di coloro a cui il primo che ha parlato intendeva appunto di non lasciarlo arrivar mai. Avrebbe però ordinariamente a stare un gran pezzo in cammino, se ognuno non avesse che due amici: quello che gli dice, e quello a cui ridice la cosa da tacersi. Ma ci son degli uomini privilegiati che li contano a centinaia; e quando il segreto è venuto a uno di questi uomini, i giri divengon sì rapidi e sì moltiplici, che non è più possibile di seguirne la traccia."

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