martedì 30 maggio 2017
Biafrano
50 anni fa iniziò la guerra del Biafra, quando gli Igbo tentarono di secedere dalla Nigeria. La televisione, ormai nelle case di tutti gli italiani, trasmise foto angoscianti di bambini malnutriti - forse, fu il primo caso di poverty porn televisivo e di massa.
Per anni, si disse "magro come un biafrano". E "biafrano" mi chiamava mio padre, perché ero un bambino scheletrico. Credo per la prima volta, con quella guerra la politica internazionale entrò nella mia vita.
lunedì 29 maggio 2017
Padri accademici, in senso stretto
Il Fatto Quotidiano racconta l'esito del noto(rio) concorso per Prof ordinario presso l'eccellentissimo IMT di Lucca, sottotitolando: "Coincidenze - Il padre del vincitore, Lattanzi è stato anche lo sponsor del direttore Pietrini". Lattanzi padre è il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che dell'IMT è importante finanziatore.
Aggiunge il Fatto Quotidiano, a firma Luigi Franco, che a quel concorso hanno partecipato solo due candidati - quando il livello accademico è eccellente, in molti si tirano indietro per evitare brutte figure: noi accademici siamo umani. La sconfitta è una "Professoressa dell'Università di Bologna che ha ottenuto un punteggio inferiore [...]".
Trattasi della Prof.ssa Federica Farneti (qui i verbali del concorso).
Fu nominata ricercatrice presso la Facoltà di Economia di Forlì dell'Università di Bologna il 1o marzo del 2005, quando Preside della stessa era suo padre (dal 2000 al 2006, recita l'Annuario dell'Università di Bologna).
Son quelle situazioni in cui non sai se sia più opportuno congratularsi, o esprimere solidarietà. E sia chiaro: le uniche eventuali colpe son quelle dei colleghi che, se non sono d'accordo, lasciano passare. Per il resto, è tutto impeccabile.
Aggiunge il Fatto Quotidiano, a firma Luigi Franco, che a quel concorso hanno partecipato solo due candidati - quando il livello accademico è eccellente, in molti si tirano indietro per evitare brutte figure: noi accademici siamo umani. La sconfitta è una "Professoressa dell'Università di Bologna che ha ottenuto un punteggio inferiore [...]".
Trattasi della Prof.ssa Federica Farneti (qui i verbali del concorso).
Fu nominata ricercatrice presso la Facoltà di Economia di Forlì dell'Università di Bologna il 1o marzo del 2005, quando Preside della stessa era suo padre (dal 2000 al 2006, recita l'Annuario dell'Università di Bologna).
Son quelle situazioni in cui non sai se sia più opportuno congratularsi, o esprimere solidarietà. E sia chiaro: le uniche eventuali colpe son quelle dei colleghi che, se non sono d'accordo, lasciano passare. Per il resto, è tutto impeccabile.
La verticale du pouvoir
Oggi all'Eliseo si incontreranno Macron e Putin. Anche Macron sembra attratto dall'idea della "verticale del potere" ("вертикал власти"): il cui "rafforzamento", in Russia, è stato "l'insieme di misure, prese sotto Eltsin e Putin, con il fine di centralizzare e rafforzare il potere [centrale]". *
Macron è reduce da una testosteronica stretta di mano con Trump, in cui nessuno dei due, mollando per primo la presa muscolare, ha voluto dimostrarsi pollo. Macron ha dichiarato che ma poignée de main avec Trump, ce n'est pas innocent. Mi pare per lui un buon inizio, e i due ci han regalato un bel quadretto degno del miglior Chaplin (in alto).
In Italia il termine "verticale del potere" non ha avuto corso. Il dibattito che si è avuto è riassunto dal termine "governabilità", e dal tentativo di "garantirla". Ci si lamenta per i lacci e lacciuoli che ostacolano la realizzazione delle chiare visioni strategiche dei nostri statisti - siano essi frapposti da piccoli partiti con potere di veto o, che so io, dal TAR del Lazio. Ma forse l'idea che ci sia un potere "verticale", anche per la nostra storia recente, per il momento ci mette in imbarazzo. Dopo tutto, nella scenetta in alto, è raffigurato uno dei nostri.
* "комплекс мер, предпринятых в России в период президентства Б. Н. Ельцина и В. В. Путина с целью централизации и укрепления власти."; Wikipedia.
venerdì 26 maggio 2017
Progetto-Mondo
"A History of Southeast Asia", di Anthony Reid, è molto bello. Invoglia a presentarsi alla frontiera tra Bangladesh e Burma per proseguire sino alla Nuova Guinea - quattro mesi dovrebbero bastare.
Negli ultimi anni, ogni volta che ho viaggiato oltre l'Europa, per prepararmi ho letto un libro di storia. Vorrei avere un'idea generale della storia mondiale, e così ho letto di America latina, Africa, Oriente, e ho approfondito certi temi che riguardano gli Stati Uniti. E' un "progetto-mondo" per capire meglio il problema della corruzione su scala globale, che sempre più vedo come un punto d'entrata per considerare altro. Così, il mio dichiarato interesse per la corruzione diventa una scusa e un'etichetta, messa lì tanto per far presto a rispondere quando mi chiedono "di cosa ti occupi?". E i viaggi ora li chiamo "di studio", che è anche un bel modo per togliersi d'impiccio.
Miguel de Unamuno disse che "El fascismo se cura leyendo y el racismo se cura viajando", forse parafrasando il Pío Baroja di "El carlismo se cura leyendo y el nacionalismo, viajando". Lascio perdere il carlismo, che porterebbe fuori strada, e considero invece l'attualità mai sopita del nazionalismo. Viaggiamo, colorando ogni paese dove mettiamo piede, come nella mappa qua sopra. E' un'operazione geografico-contabile in cui si abdica non al nazionalismo, ma certo a un'idea di spazio-nazione per noi così scontata da risultare inavvertita. Scontata per noi, a quasi quattro secoli dalla Pace di Westfalia, ma non per luoghi periferici rispetto al sistema che si cristallizzò allora. Per esempio, nel Sud-Est asiatico l'idea di nazione si è consolidata molto più recentemente - con l'"high colonialism" e poi, come racconta James Scott nel suo bellissimo "Seeing like a State", con l'high modernism. Ora, almeno in questo l'occidente ha vinto, e viviamo in un pianeta a forma di mosaico, con tasselli dalle dimensioni estremamente variabili.
Molti anni fa pensai di scrivere qualcosa su un concetto di polity multipla e virtuale. Un modello in cui ciascuna persona possa scegliere frazionalmente le sue comunità di appartenenza, territoriali o virtuali. Ciascuna di esse con diritti e doveri individuali, e quindi anche con conseguenze impositive - immaginiamo una "dichiarazione dei redditi" frazionata tra diverse entità, per esempio. Non ne feci nulla, e forse fu meglio così. Ma mi domando in quanti modi un "progetto mondo" possa essere declinato, diversamente dalla mappa là in alto, da quel "Risiko" che nel modo più ovvio, ma anche banale, traduce graficamente l'obiettivo di ciascuno di noi: il dominio della Galassia.
Se allunghiamo lo sguardo, non appare così ovvio che la rivoluzione neolitica, con le sue potenti implicazioni ed esigenze di organizzazione dello spazio, dovesse portare all'attuale mosaicizzazione del pianeta: chissà che cosa avrebbe predetto un ipotetico intellettuale ancora infreddolito per via dell'ultima glaciazione appena conclusa, se avessimo chiesto come avremmo organizzato lo spazio planetario 13 mila anni più tardi.
Tasselli da colorare, per una minoranza se pur numerosa di privilegiati che, tra i sette miliardi che siamo, è in grado di viaggiare. Privilegiati che possono ringraziare tale neolitica rivoluzione per aver creato un surplus da distribuire, secondo parti vantaggiosamente ineguali. Un surplus che permette a loro, ma non alla motitudine esclusa, di abitare quell'enorme megalopoli nomade e fluttuante che si chiama Megaturismo: 1 miliardo e duecento milioni di persone transeunti in uno spazio globale museizzato e anestetizzato. Abitanti che individualmente, colorandone i tasselli, certifica la vigenza del mosaico globale, ma al tempo stesso collettivamente la nega, costituendo un'enorme comunità fluttuante e senza confini.
Non è scontato che rimarrà così - ne' per la mosaicizzazione nazionale, ne' per tutto il resto. Forse anche per questo mi pareva sensato pensare ad altre mappe e geografie, sovrapposte e non esclusive. Immaginare le nostre esistenze spartite tra comunità d'elezione e, tra queste, chissà, l'enorme "Megaturismo": la più grande megalopoli, itinerante, che l'umanità abbia mai creato: stanze d'albergo e ostelli, treni e rent-a-car, classe turistica sugli aerei e Fontana di Trevi. Forse, è questa l'unica comunità che potrebbe veramente vincere il Grande Risiko, se solo riuscissimo a museizzare tutto il pianeta.
Anni fa non feci nulla di quell'idea. Terminato però il mio progetto-mondo sulla corruzione, forse diventerò un geografo - categoria professionale che, dei viaggi, ha bisogno come l'aria. Vorrei infatti tanto visitare Megaturismo, ma iniziando, fino a quando è possibile, per le campagne attorno, per quel che i romani avrebbero chiamato il saltus: altrove, insomma, che è poi l'unica idea di viaggio possibile.
giovedì 25 maggio 2017
Modello 730: detrazioni gatto
Per la prima volta ho presentato la dichiarazione dei redditi dal sito dell'Agenzia delle Entrate. Le banche dati sono in gran parte collegate: per esempio, lo scontrino della farmacia, se collegato al codice fiscale, te lo ritrovi automaticamente nel modello "precompilato".
Dieci anni fa presentai la dichiarazione dei redditi in Spagna. Ad occhio e croce, erano più avanti di noi di quasi un decennio. C'era già il "precompilato"; prendevi un appuntamento (gratuito) con Hacienda, e insieme a un addetto controllavi ed eventualmente integravi i dati già presenti per completare la dichiarazione.
Ho letto da qualche parte, ma non ricordo dove, che negli Stati Uniti sono più arretrati di noi, anche a causa della lobby dei consulenti fiscali che difendono il loro ruolo di intermediari tra cittadini e amministrazione del fisco.
Spero che questo scritto varrà come prova, in qualunque sede, della mia buona fede, quando l'Agenzia delle Entrate mi chiamerà e mi chiederà conto delle detrazioni per gli studi universitari della mia gatta. E' che bisogna conoscerla, Macarena.
Scherzi a parte, speriamo bene. E comunque, la cifra esorbitante spesa dal veterinario l'estate scorsa sarebbe stata almeno in parte detraibile, se il codice fiscale nella fattura fosse stato giusto. Insomma, è stata solo una partita di giro, no?
mercoledì 24 maggio 2017
Caproni-Moroni C2 "SCUD"
Gli aerei di Bruce McCall. Vedi qui. Sopra, il "voltagabbana". Lo sento così nostro.
Grazie a Luca Pazzi.
lunedì 22 maggio 2017
Un'intervista che trasuda eleganza
Ibc, il contrappasso di Flavio Delbono «La mia accusatrice indagata», Il Corriere di Bologna, 22 maggio 2017.
Sono orgoglioso di essere un outsider, nel mio luogo di lavoro. O per meglio dire: son loro che son molto fuori.
Sono orgoglioso di essere un outsider, nel mio luogo di lavoro. O per meglio dire: son loro che son molto fuori.
venerdì 19 maggio 2017
I cazziatoni della naia
A me l'Accademia della Crusca piace assai.
[...] le caserme, come osserva Marco Biffi, autore dell’articolo sul linguaggio militare nell’Enciclopedia dell’Italiano Treccani, sono state anche un veicolo di diffusione di termini d’uso regionale nell’italiano comune:
"Il gergo di caserma (o meglio un gergo di caserma, in parte nazionale e in parte caratterizzato localmente) è stato infatti condiviso dalla quasi totalità della popolazione maschile dal 1861 al 1° gennaio 2005; la gergalità, variamente assorbita nel periodo di ferma, è stata quindi in parte esportata anche nella lingua comune, con una sedimentazione in diacronia che copre tutti i 144 anni di leva obbligatoria (o naia, appunto, come si dice a partire da un uso gergale diffuso tra gli alpini e poi divenuto popolare dopo la prima guerra mondiale).Gli esempi di parole di caserma entrate nella lingua comune sono numerosi, con connotazioni locali evidenti soprattutto tra Ottocento e inizi del Novecento, quando era marcata la prevalenza di ufficiali piemontesi e napoletani provenienti dai principali eserciti preunitari: sono, ad es., piemontesismi battere la fiacca, cicchetto,marcare visita,piantare una grana, ramazzare, mentre più rari sono i napoletanismi, come arrangiarsi o fesso; ma varie sono anche le formazioni gergali con materiale linguistico italiano: mettere la firma, lavativo, pignolo, scalcinato, sfottere."
È giusto cazziare qualcuno?, a cura di Antonio Vinciguerra, Redazione Consulenza Linguistica, Accademia della Crusca. 17 maggio 2017.
martedì 16 maggio 2017
Omicidi
Da tempo vorrei dare una buona occhiata ai dati sugli omicidi. Qui trovo un bel riassunto a livello mondiale.
Homicides, di Max Roser.
I dati italiani più recenti, se non sbaglio, mostrerebbero in media una riduzione progressiva dell'incidenza degli omicidi, con una convergenza tra sud (dove tutt'ora sono più frequenti, ma con un miglioramento più marcato) ed il nord.
Da questo punto di vista, viviamo in uno dei paesi più sicuri del mondo. Altra questione sono gli "omicidi" da incidente stradale. Con calcolo approssimato (fatto ora, letteralmente, sul retro di una busta), in Italia ci sarebbero sette ammazzati sulle strade per ogni omicidio. Ma devo controllare meglio.
PS. 17 maggio: Sulla tendenza degli omicidi in Italia, vedo ora, appena uscito: L’inarrestabile declino degli omicidi, di Marzio Barbagli e Alessandra Minello, La Voce.info.
Homicides, di Max Roser.
I dati italiani più recenti, se non sbaglio, mostrerebbero in media una riduzione progressiva dell'incidenza degli omicidi, con una convergenza tra sud (dove tutt'ora sono più frequenti, ma con un miglioramento più marcato) ed il nord.
Da questo punto di vista, viviamo in uno dei paesi più sicuri del mondo. Altra questione sono gli "omicidi" da incidente stradale. Con calcolo approssimato (fatto ora, letteralmente, sul retro di una busta), in Italia ci sarebbero sette ammazzati sulle strade per ogni omicidio. Ma devo controllare meglio.
PS. 17 maggio: Sulla tendenza degli omicidi in Italia, vedo ora, appena uscito: L’inarrestabile declino degli omicidi, di Marzio Barbagli e Alessandra Minello, La Voce.info.
domenica 7 maggio 2017
Respondeat superior
"Most histories of American corporate criminal liability start there - the Industrial Revolution, the rise of the regulatory state, and the Supreme Court’s
landmark 1909 decision in New York Central & Hudson River Railroad v. United States. In New York Central, the Court upheld the constitutionality of the
Elkins Act, a federal statute regulating railway rates that imposed criminal liability on corporations that violated the statute’s mandates. In sweeping
language, the Court rejected the corporation’s contention that, as an entity, it could not commit a crime, finding Congress had expansive power to regulate
interstate commerce that included the authority to impose criminal sanctions.
The Court was untroubled by the legal fiction that an entity could neither take criminal action nor possess criminal intent. Instead, the Court adopted the civil
law doctrine of respondeat superior, holding that a corporation could constitutionally be convicted of a crime when one of its agents had committed a criminal act (1) within the scope of his or her employment, and (2) for the benefit of the corporation. That standard remains good law to this day." (*)
Più ci penso, e più mi convinco che nella prossima vita sarò un giurista. Anche.
(*) Diskant, Edward B. "Comparative corporate criminal liability: Exploring the uniquely American doctrine through comparative criminal procedure." The Yale Law Journal (2008): 126-176.
landmark 1909 decision in New York Central & Hudson River Railroad v. United States. In New York Central, the Court upheld the constitutionality of the
Elkins Act, a federal statute regulating railway rates that imposed criminal liability on corporations that violated the statute’s mandates. In sweeping
language, the Court rejected the corporation’s contention that, as an entity, it could not commit a crime, finding Congress had expansive power to regulate
interstate commerce that included the authority to impose criminal sanctions.
The Court was untroubled by the legal fiction that an entity could neither take criminal action nor possess criminal intent. Instead, the Court adopted the civil
law doctrine of respondeat superior, holding that a corporation could constitutionally be convicted of a crime when one of its agents had committed a criminal act (1) within the scope of his or her employment, and (2) for the benefit of the corporation. That standard remains good law to this day." (*)
Più ci penso, e più mi convinco che nella prossima vita sarò un giurista. Anche.
(*) Diskant, Edward B. "Comparative corporate criminal liability: Exploring the uniquely American doctrine through comparative criminal procedure." The Yale Law Journal (2008): 126-176.
Pass Island
L'altro giorno sono tornato dalle Filippine. Ho trascorso alcuni giorni a Manila, dove tra l'altro ho parlato di corruzione internazionale all'Asian Development Bank, e all'University of the Philippines Diliman.
Qui sotto ci sono io all'Asian Development Bank.
Nel tempo libero a disposizione ho esplorato un po' Manila.
In apertura, la foto di un autista di Jeepney che si riposa. Le Jeepney nacquero originariamente modificando le Jeep che i soldati americani portarono al termine della seconda guerra mondiale. Sono molto interessanti, sotto più punti di vista.
Qui sotto, la "triade" del trasporto a Manila: Jeepney, strada, e ferrovia sopraelevata. Manila è una costellazione di centri urbani - uno sprawl per certi versi paragonabile a Los Angeles o a San Diego. Ha 12 milioni di abitanti ed è estremamente congestionata. A differenza per esempio di Bangkok, non ha una metropolitana.
L'altro giorno ho visitato Quiapo. C'è una chiesa molto famosa, dove una volta all'anno si recano masse enormi per venerare il "Cristo nazareno nero". Nelle stradine limitrofe si trova un mercato dove si vende pesce seccato e tanto altro - pare anche sostanze che procurano l'aborto. Ho scattato qualche foto.
Manila, molto caotica, è un interessante luogo "totale". Ma è anche stancante: approfittando del ponte lungo, sono andato al mare, nell'isola di Coron. (*)
Per la prima volta nella mia vita ho "circumnuotato" un'isola. Si chiama Pass Island, pare perché era il punto di passaggio delle imbarcazioni da guerra giapponesi - alcune delle quali, affondate, sono ora luoghi amati dai sommozzatori. Pass Island è molto piccola e il giro si fa rapidamente. Ma è il principio che conta.
Qui sotto, un breve video fatto da un drone che si trova su Internet. Fa capire bene, credo, perché quell'isola mi è parsa perfetta. Ma mi sbaglio: il concetto di "insularità" e di "perfezione" si sposano solo in un'idea di turismo da cartolina, come se i luoghi si trovassero in una teca. Mettiamola così: casualmente mi son trovato a Pass Island. Per abitudine, ho iniziato a nuotare, costeggiandola in senso antiorario, e dopo un po' mi son ritrovato nel punto di partenza. Questa è Pass Island: un'isola che si fa circumnuotare con facilità. Tutto qua.
(*) A scanso di equivoci: a mie spese, e la mia "missione" a Manila costerà al contribuente italiano poche decine di Euro - aereo e albergo a Manila sono stati offerti dall'ospite.
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