venerdì 19 maggio 2017
I cazziatoni della naia
A me l'Accademia della Crusca piace assai.
[...] le caserme, come osserva Marco Biffi, autore dell’articolo sul linguaggio militare nell’Enciclopedia dell’Italiano Treccani, sono state anche un veicolo di diffusione di termini d’uso regionale nell’italiano comune:
"Il gergo di caserma (o meglio un gergo di caserma, in parte nazionale e in parte caratterizzato localmente) è stato infatti condiviso dalla quasi totalità della popolazione maschile dal 1861 al 1° gennaio 2005; la gergalità, variamente assorbita nel periodo di ferma, è stata quindi in parte esportata anche nella lingua comune, con una sedimentazione in diacronia che copre tutti i 144 anni di leva obbligatoria (o naia, appunto, come si dice a partire da un uso gergale diffuso tra gli alpini e poi divenuto popolare dopo la prima guerra mondiale).Gli esempi di parole di caserma entrate nella lingua comune sono numerosi, con connotazioni locali evidenti soprattutto tra Ottocento e inizi del Novecento, quando era marcata la prevalenza di ufficiali piemontesi e napoletani provenienti dai principali eserciti preunitari: sono, ad es., piemontesismi battere la fiacca, cicchetto,marcare visita,piantare una grana, ramazzare, mentre più rari sono i napoletanismi, come arrangiarsi o fesso; ma varie sono anche le formazioni gergali con materiale linguistico italiano: mettere la firma, lavativo, pignolo, scalcinato, sfottere."
È giusto cazziare qualcuno?, a cura di Antonio Vinciguerra, Redazione Consulenza Linguistica, Accademia della Crusca. 17 maggio 2017.
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