Lo acquistai (*) a Los Angeles per 25 dollari un vent'anni fa, e da allora credo di averlo aperto non più di un paio di volte. Non ricordavo neppure bene che cosa fosse, se una divagazione di 700 pagine su "La guerra del Peloponneso", o l'opera stessa, commentata. È la seconda, corredata da mappe che permettono di localizzare le vicende. Bello.
E così ho iniziato a rileggere Tucidide (la prima volta mi dissi, ma che libro incredibile, e la disfatta in Sicilia mi è rimasta come scolpita in testa).
Con le mappe svolgerà meglio il suo ruolo di guida turistica involontaria della Grecia - guida retrospettiva, con un piano geografico, e uno temporale, che suppongo essere tra di loro disciplinatamente ortogonali.
Le mie guide turistiche preferite sono state, nel tempo:
India: Naipaul, A million mutinies now. Arundhaty Roy, The God of Small Things (Kerala), e The ministry of utmost happiness (Delhi).
Colombia: un po' Álvaro Mutis, un po' Garcia Márquez .
E poi menziono il bellissimo Giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, che ho terminato di leggere un paio di giorni fa e che mi ha mostrato Ferrara.
Per altri luoghi del mondo dovrò pensarci sopra. Ci vorrebbe un libro, o almeno un pamphlet, che serva come guida delle guide, che altrimenti ci si perde.
(*) Robert B. Strassler (ed.), 1996. "The Landmark Thucydides. A comprehensive guide to the Peloponnesian war". Simon and Shuster.
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