Lo scorso gennaio scrivevo che la Russia è il Paese più trasparente del mondo. Mi riferivo alla presenza di media sofisticati e alla disponibilità (in buona misura grazie alla corruzione) di banche dati riservate molto utili per realizzare eccellenti attività di giornalismo investigativo.
Risulta che "lo era". In questi mesi il governo ha stretto i bulloni (*), intraprendendo azioni giudiziarie strumentali verso giornalisti indipendenti per render loro la vita impossibile. Dopo aver tentato di assassinare l'oppositore Navalny - fatto, mi pare, provato oltre a ogni ragionevole dubbio - lo ha messo in galera, dichiarando illegale il suo movimento.
La Russia continua ad affascinarmi. Da un lato, una gran forza governativa pare indicare che, lassù, tutto è possibile. Allo stesso tempo si osserva tanta debolezza, come è emerso in modo palmare nella gestione (o non gestione) della pandemia. Non si sono avute reali misure di contenimento anche per non creare malcontento, che sarebbe inopportuno tanto più ora, con le importanti elezioni legislative del 19 settembre alle porte. E il prezzo in termini di mortalità è stato spaventoso: a fine anno i morti potrebbero avvicinarsi allo 0.5% della popolazione (qui).
Le statistiche ufficiali manifestano una forma di strabismo. Da una parte vi sono i dati chiaramente mendaci sui morti giornalieri. Si è evitato, per così dire, di disturbare il popolo, i cui umori il Cremlino scruta sempre con attenzione. Ma il senso di falsa sicurezza diffuso da quei dati verosimilmente ha contribuito ad aumentare il numero dei morti: in queste pagine, alla fine quasi sempre mi occupo di dati, ed eccone allora una nuova categoria: "i dati che uccidono".
Dall'altra parte si hanno le statistiche, altrettanto ufficiali, sulle "morti in eccesso", il cui contenuto è ben diverso: ad oggi si è avuto oltre mezzo milione di morti (qui). Equivale allo 0.35% della popolazione; in Italia, dove la popolazione è sensibilmente più anziana e quindi più vulnerabile, siamo forse allo 0.25%. E fuori di polemiche nostrane su questo o quel politico, da noi le cose sono andate molto male ma, anche rispetto al male, in Russia si è avuta una catastrofe.
E' sorprendente la tolleranza della Russia verso la morte dei suoi cittadini, la cui aspettativa di vita alla nascita, del resto, è di oltre dieci anni inferiore a quella degli italiani (dati del 2019). Malgrado tutto questo, o forse chissà anche per questo, che interessante che è la Russia. Ma quante morti, sempre, e quanto dolore.
(*) Mi segno l'espressione in russo, che sempre dimentico, e che qui si spiega simpaticamente: Закручивать гайки
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