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XI giorno (mercoledì 10 agosto 2005) - Rif. Duca degli Abruzzi - Cascina di Spedaletto

Marcia: 10 ore 20 minuti

Cambia il tempo. Mi sveglio presto, il rifugio è in mezzo alla nebbia e sferzato dal vento. Dopo colazione, alle 8 meno venti, parto. Conosco bene la strada, anche se praticamente non la vedo, sino al passo dello Strofinatoio prima e del Cancellino poi, e vado avanti sotto raffiche di vento e di pioggia. Prendo il sentiero '20' per aggirare da sud il Monte Gennaio. Supero il Rifugio del Montanaro e inizio la lunga
discesa che conduce a a Pracchia. Vi arrivo verso l’ora di pranzo. Mi fermo, compro e mangio un paio di panini e un grappolo d'uva enorme, decido di non fermarmi al posto tappa e di proseguire sino alla Cascina di Spedaletto, dove un tempo c’era un posto tappa, ma ora pare non più. E’ una scelta non del tutto razionale, ma ormai vado avanti come viene. Raggiungere la Cascina è quasi una sfida personale, dopo che anni prima mi ero trovato da tutt'altra parte (attenzione a chiedere indicazioni: gli indigeni confondo "Cascina di Spedaletto" con "Ospedaletto", che si trova sul Limentra, molto distante).
Supero Pracchia, oltre la stazione, e inizio a salire lungo la strada asaltata. E' un percorso interminabile e faticoso che mi porta al Passo di Collina. Vi sosto brevemente, poi proseguo. Lungo un misto di strada asfaltata, sterrata e sentiero, arrivo alle 7 e un quarto alla Cascina. Che è una casa privata, punto. Almeno la padrona di casa gestisce un ristorante, dove mangio bene, una bistecca frutto della cucitura di tre mucche, o così mi è sembrato. Convinco la padrona di casa-ritoratrice a permettermi dormire nella chiesetta e a prestarmi una coperta. Dormo molto bene.