venerdì 31 marzo 2017
E Carrero volò
La Spagna più "facha" talvolta offre storie incredibili. "Tuitera" condannata per aver preso in giro la morte di Carrero Blanco. Che volò. E volò e volò, e ringrazino gli spagnoli se volò: come sarebbe stata la "transizione" se non avesse volato? Che democrazia avrebbero?
Si chiama "regicidio", e in certi casi, come quello, è legittimo e giusto.
"Creo, sinceramente, que es un error enfocar la defensa de esta tuitera con el argumento de que su actuación era inocente porque "solo era humor". ¿Y si no lo fuera… qué? ¿Acaso no es legítimo alegrarse de la muerte de Carrero Blanco?"
No es solo Carrero Franco, di Carlos Hernández, 30 marzo 2017, El Diario.
giovedì 30 marzo 2017
Il plagio, ai tempi del frullatore
(Pensierino su due storie che riguardano politici-accademici e plagio, in questi giorni)
Non distinguere tra "plagio-criminale" e "plagio-negligenza" (*), insomma non graduare le responsabilità, come sempre si dovrebbe, è parte del sistema in vigore che porta alla "scomparsa del plagio" (qui descritto nella sua incarnazione bolognese).
Il plagio "scompare" per il fallimento dell'istituzione, che non lo giudica mai (e quando lo fa, invoca strumentalmente la legge sulla privacy per non render noto il giudizio), per cui nulla viene mai determinato, e quindi graduato per livelli diversi di responsabilità.
Segue che chiunque sia accusato può arrampicarsi sugli specchi - al riguardo esiste una casistica interessante e persino divertente, da Stefano Zamagni a Francesco Boccia - mimizzando le proprie (eventuali, come sempre) responsabilità, del resto così oscillanti, in un mondo dove esse non vengono mai chiarite. E segue il moralismo che fa di ogni erba un fascio. Ma siccome ogni erba non è un fascio, il "frullatore", anche lui mentendo, e rendendo il plagio indistinto e generalizzato, lo condanna all'irrilevanza.
Il fallimento istituzionale e il moralismo si riflettono l'uno nell'altro; criminali e moralisti sono funzionali gli uni con gli altri.
Che interessante, il plagio.
(*) Sul plagio che è "negligenza". Si inizia con le "ricerche" copia-e-incolla alle scuole medie, si dirà, senza che il rigore venga insegnato. Ma noi professori universitari non possiamo certo prendercela con i docenti che ci hanno preceduto nel ciclo degli studi, perché anche noi, dimostratamente, non facciamo la nostra parte per insegnare a scrivere, e a citare. E del resto, noi plagiamo all'incirca impuniti. Ma nel nostro mestiere, il rigore è indispensabile.
Non distinguere tra "plagio-criminale" e "plagio-negligenza" (*), insomma non graduare le responsabilità, come sempre si dovrebbe, è parte del sistema in vigore che porta alla "scomparsa del plagio" (qui descritto nella sua incarnazione bolognese).
Il plagio "scompare" per il fallimento dell'istituzione, che non lo giudica mai (e quando lo fa, invoca strumentalmente la legge sulla privacy per non render noto il giudizio), per cui nulla viene mai determinato, e quindi graduato per livelli diversi di responsabilità.
Segue che chiunque sia accusato può arrampicarsi sugli specchi - al riguardo esiste una casistica interessante e persino divertente, da Stefano Zamagni a Francesco Boccia - mimizzando le proprie (eventuali, come sempre) responsabilità, del resto così oscillanti, in un mondo dove esse non vengono mai chiarite. E segue il moralismo che fa di ogni erba un fascio. Ma siccome ogni erba non è un fascio, il "frullatore", anche lui mentendo, e rendendo il plagio indistinto e generalizzato, lo condanna all'irrilevanza.
Il fallimento istituzionale e il moralismo si riflettono l'uno nell'altro; criminali e moralisti sono funzionali gli uni con gli altri.
Che interessante, il plagio.
(*) Sul plagio che è "negligenza". Si inizia con le "ricerche" copia-e-incolla alle scuole medie, si dirà, senza che il rigore venga insegnato. Ma noi professori universitari non possiamo certo prendercela con i docenti che ci hanno preceduto nel ciclo degli studi, perché anche noi, dimostratamente, non facciamo la nostra parte per insegnare a scrivere, e a citare. E del resto, noi plagiamo all'incirca impuniti. Ma nel nostro mestiere, il rigore è indispensabile.
domenica 26 marzo 2017
I'm waiting
I'm waiting for a rebirth of wonder
Grazie a Lucia Simonato, che non vedo da tanto e da troppo, per avermi ricordato questa poesia, e che ancora stiamo aspettando.
Buon 98esimo compleanno, Lawrence Ferlinghetti.
I Am Waiting
I am waiting for my case to come up
and I am waiting
for a rebirth of wonder
and I am waiting for someone
to really discover America
and wail
and I am waiting
for the discovery
of a new symbolic western frontier
and I am waiting
for the American Eagle
to really spread its wings
and straighten up and fly right
and I am waiting
for the Age of Anxiety
to drop dead
and I am waiting
for the war to be fought
which will make the world safe
for anarchy
and I am waiting
for the final withering away
of all governments
and I am perpetually awaiting
a rebirth of wonder
I am waiting for the Second Coming
and I am waiting
for a religious revival
to sweep thru the state of Arizona
and I am waiting
for the Grapes of Wrath to be stored
and I am waiting
for them to prove
that God is really American
and I am waiting
to see God on television
piped onto church altars
if only they can find
the right channel
to tune in on
and I am waiting
for the Last Supper to be served again
with a strange new appetizer
and I am perpetually awaiting
a rebirth of wonder
I am waiting for my number to be called
and I am waiting
for the Salvation Army to take over
and I am waiting
for the meek to be blessed
and inherit the earth
without taxes
and I am waiting
for forests and animals
to reclaim the earth as theirs
and I am waiting
for a way to be devised
to destroy all nationalisms
without killing anybody
and I am waiting
for linnets and planets to fall like rain
and I am waiting for lovers and weepers
to lie down together again
in a new rebirth of wonder
I am waiting for the Great Divide to be crossed
and I am anxiously waiting
for the secret of eternal life to be discovered
by an obscure general practitioner
and I am waiting
for the storms of life
to be over
and I am waiting
to set sail for happiness
and I am waiting
for a reconstructed Mayflower
to reach America
with its picture story and tv rights
sold in advance to the natives
and I am waiting
for the lost music to sound again
in the Lost Continent
in a new rebirth of wonder
I am waiting for the day
that maketh all things clear
and I am awaiting retribution
for what America did
to Tom Sawyer
and I am waiting
for Alice in Wonderland
to retransmit to me
her total dream of innocence
and I am waiting
for Childe Roland to come
to the final darkest tower
and I am waiting
for Aphrodite
to grow live arms
at a final disarmament conference
in a new rebirth of wonder
I am waiting
to get some intimations
of immortality
by recollecting my early childhood
and I am waiting
for the green mornings to come again
youth’s dumb green fields come back again
and I am waiting
for some strains of unpremeditated art
to shake my typewriter
and I am waiting to write
the great indelible poem
and I am waiting
for the last long careless rapture
and I am perpetually waiting
for the fleeing lovers on the Grecian Urn
to catch each other up at last
and embrace
and I am awaiting
perpetually and forever
a renaissance of wonder
Lawrence Ferlinghetti, “I Am Waiting” from A Coney Island of the Mind.
sabato 25 marzo 2017
Lettera aperta al Magnifico Rettore Prof. Federico Visconti
La lettera, pubblicata il 24/3/2017, da personale è divenuta collettiva. Può essere letta ed eventualmente sottoscritta accedendo a questo indirizzo:
Lettera aperta al Magnifico Rettore dell'Università Carlo Cattaneo Prof. Federico Visconti
Gli allegati di seguito riportati rimangono invariati e rilevanti. (LP; modificato il 28/3/2017, ore 16:50).
Allegato
LIUC PAPERS N. 158, DICEMBRE 2004 - ECONOMIA E ISTITUZIONI, 16 - The regulation of local public services between authority and market: United States and tax increment financing. The case of Chicago
Le prime pagine come appaiono nella copia cartacea acquisita dall'Università di Bologna:
La prima pagina dello stesso "Liuc paper N. 158" come appare ora presso il sito dell'Università "Carlo Cattaneo"
Enfasi in rosso non presente nel testo pubblicato presso LIUC; data di creazione del file, secondo le "proprietà" del medesimo: 16 dicembre 2016.
mercoledì 22 marzo 2017
Bisanzio dappertutto
(immagine tratta da *)
Riporto dal blog del Dr. Caitlin R. Green. In marrone, i confini dopo le conquiste di Giustiniano. I punti neri corrispondono ai "early Byzantine items and contemporary imitations found outside of the boundaries of the mid-sixth-century empire".
In questa fase mi sto interessando di estremo oriente, per cui riporto:
"China was, for example, mentioned by Roman and early Byzantine writers from the first century BC onwards and it is included not only in Ptolemy's second-century AD Geography (which mentions parts of Southeast Asia too), but also on the Tabula Peutingeriana, a fascinating map that seems to have had its origins in the Late Roman period. Moreover, Roman and especially Chinese sources make several references to Hellenistic, Roman and early Byzantine entertainers, merchants and/or embassies being present in China and Southeast Asia, including a mission in 166 AD that arrived via the south coast—probably entering China via Vietnam and claiming to have been sent by the Roman emperor Andun (Antoninus Pius or Marcus Aurelius Antoninus?), although this was perhaps really a commercial action that chose to represent itself this way—and numerous seventh- and eighth-century Byzantine embassies to Tang China." (*)
Conto sulla reincarnazione, perché vorrò essere archeologo non una, ma molte volte: anche con specializzazione tardo-antica.
Non spero invece nella metempsicosi, perché l'affrancamento dell'anima dal corpo mi infastidirebbe.
(*) A very long way from home: early Byzantine finds at the far ends of the world, Blog di Caitlin R. Green, 21 marzo 2017.
martedì 21 marzo 2017
Non-linearità pre-prandiali
Dovrò andare a Praga a fare una presentazione in apertura di un convegno. Ho un problema "narrativo": ci sono due temi, ciascuno dei quali è strumentale all'altro. O ne scelgo arbitrariamente uno come titolo (fingendo una struttura narrativa lineare), oppure tento una presentazione circolare.
Per esempio, inizio mostrando le "drawing hands" di Escher, chiedo al pubblico di mimarle, da soli o in coppia; insomma, genero quanta più baraonda in sala è possibile. Quando la situazione è fuori di controllo, scappo inosservato verso il buffet, minacciando con la mia pistola ad acqua i responsabili del catering di risucchiarli in un'incrinatura del tessuto spazio-temporale, se non mi servono anticipatamente.
Idee e proposte migliorative benvenute. Lavoriamoci insieme, ognuno iniziando dalla parte che vuole: poi vi offro il pranzo, anzi il brunch.
sabato 18 marzo 2017
Iniziare a viaggiare
Claudio: "sette minuti di cui puoi fare quel che vuoi.. se hai il coraggio". Coraggio?
Appaiono: Miltos Manetas e Umberto Giangrandi, coi quali abbiamo parlato a lungo a Bogotá. Sofia Mendoza, che gentilmente ci ha ospitati a Iza, nel Boyacá. Una bellissima ragazza dal vestito rosso, con la quale ho parlato a lungo, ma che non ha voluto aprir bocca.
Chiudo con Colombia e America Latina, almeno per un po': bisogna sempre passare ad altro. Ieri mi arrivato questo libro. Sono in una fase della mia vita in cui sento l'esigenza di iniziare a viaggiare.
Whataboutism: eallorismo? Cacnasciotismo?
"Whataboutism", o, "какнасчётизм":
"President Trump has developed a consistent tactic when he's criticized: say that someone else is worse."
[...]
"This particular brand of changing the subject is called "whataboutism" — a simple rhetorical tactic heavily used by the Soviet Union and, later, Russia. And its use in Russia helps illustrate how it could be such a useful tool now, in America. As Russian political experts told NPR, it's an attractive tactic for populists in particular, allowing them to be vague but appear straight-talking at the same time." (*)
Interessante, anche se mi pare che la tattica sia usata in un ambito più generale. E, come fallacia logica, dovremmo essere pronti ad individuarla e a contrastare. Quindi innanzitutto è opportuno che abbia un nome anche in italiano. "Eallorismo"? (da non confonder col "benaltrismo", che un concetto diverso.
Oppure, perché non usare per una volta la lingua russa invece dell'inglese? "Cacnasciotismo" (dove "s" e "c" si pronunciano separate).
(*) Trump Embraces One Of Russia's Favorite Propaganda Tactics — Whataboutism, di Danielle Kurtzleben, NPR, 17 marzo 2017.
какнасчётизм, da Wikipedia (in russo).
"President Trump has developed a consistent tactic when he's criticized: say that someone else is worse."
[...]
"This particular brand of changing the subject is called "whataboutism" — a simple rhetorical tactic heavily used by the Soviet Union and, later, Russia. And its use in Russia helps illustrate how it could be such a useful tool now, in America. As Russian political experts told NPR, it's an attractive tactic for populists in particular, allowing them to be vague but appear straight-talking at the same time." (*)
Interessante, anche se mi pare che la tattica sia usata in un ambito più generale. E, come fallacia logica, dovremmo essere pronti ad individuarla e a contrastare. Quindi innanzitutto è opportuno che abbia un nome anche in italiano. "Eallorismo"? (da non confonder col "benaltrismo", che un concetto diverso.
Oppure, perché non usare per una volta la lingua russa invece dell'inglese? "Cacnasciotismo" (dove "s" e "c" si pronunciano separate).
(*) Trump Embraces One Of Russia's Favorite Propaganda Tactics — Whataboutism, di Danielle Kurtzleben, NPR, 17 marzo 2017.
какнасчётизм, da Wikipedia (in russo).
venerdì 17 marzo 2017
Colombia
Ho sopportato per due settimane i suoi cinque chili di macchina fotografica con protesi ottiche. Non tanto per il peso, che ha portato lui - eccetto nella salita rocciosa verso il "Pueblito", in mezzo alla giungla del Tayrona: l'unica soddisfazione è stata potergli rinfacciare, ogni dieci metri di ascesa, la situazione insostenibile e il mio sacrificio.
Quel che mi ha ferito è stata l'offesa alla mia estetica dell'equipaggiamento essenziale: quattro chili scarsi, affinati in anni di studi teorici ed empirici.
Ora almeno Claudio Caprara è al lavoro per spremere, con spremiagrumi elettronico, un succo di bits e bytes, dai quei suoi cinque chili di ferraglia e vetro.
Qui trovano i curiosi un resoconto fotografico che dura sette minuti.
Nella foto: al Canyon di Chicamocha, coi miei quattro-chili, quasi invisibili. E' una ricerca estetica verso una configurazione di viaggio sempre più leggera. In prospettiva, per risparmiare peso, io stesso non andrò, e così si avranno 70 kili in meno. A quel punto, avrò trovato il Viaggio Puro, Ideale e Immateriale. La soluzione è questa ed ovvia: devo solo trovare qualcuno che mi porti in giro lo zainetto.
giovedì 16 marzo 2017
Aeroporto di Forlì
"Sull’ex-aeroporto di Forlì è tempo di dire “basta” e di affermare l’ovvia, da anni risaputa, verità: l'aeroporto non ha futuro, e quindi l’area che occupa è a disposizione. Per esempio, per creare un grande bosco, a ridosso della città."
Continua a leggere l'intervento di Giliberto Capano e mio sull'ex aeroporto di Forlì.
(Foto: Istituto Luce. Inaugurazione del nuovo aeroporto alla presenza del capo del governo S. E. Mussolini, che conversa con Starace. 20 settembre 1936)
mercoledì 15 marzo 2017
Crinale
Ieri pomeriggio, volando verso Bologna. L'aereo ha attraversato gli appennini reggiani, che si vedono in basso. Non riesco a riconoscere bene i monti; forse, l'Alpe di Succiso.
Più in alto, i monti modenesi, sopra al Lago Santo per esempio. Poi, andando verso sinistra, la zona non innevata corrisponde all'Abetone. In alto a sinistra si vede il cono del Cimone e il Libro aperto, e subito sopra, si intravede il Corno alle Scale.
Anche quest'anno ha nevicato poco. E noi continuiamo come se nulla fosse.
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