mercoledì 2 marzo 2022

Cipollino e l'Ucraina

"Russia launched what Vladimir Putin called a “special military operation” into Ukraine from the east, south, and north. “When you invade a sovereign nation, that is a war crime,” said Condoleezza Rice, who served as U.S. national security adviser from 2001 to 2005." 

Mi rendo conto che sto assillando chi passa per queste pagine con la storia di Cipollino, di Gianni Rodari, che sto leggendo in un "tandem linguistico" con una molto simpatica signora che vive a 466 km da Mosca. Ma sono uno persona maniacale vittima delle sue fissazioni: come tutti voi, del resto.

E' ormai da un anno che con questa signora ci vediamo - non solo per Cipollino, che si avvia  verso la fine: prima ci eravamo dedicati alla Dama di picche di Pushkin. E' un anno che ci conosciamo e avevamo tutti e due avuto il tatto di mai neppure accennare a temi di politica. Perché parlare di Putin quando si ha per le mani Pushkin, e persino Cipollino? Con la guerra in corso, credo però che sarebbe stata una forzatura non farlo: questo ho pensato ieri l'altro, prima di incontrarla.

Ha iniziato lei, con un accenno alla situazione difficile, per poi passare subito al racconto della fuga e del ritorno del suo cagnolino, di cui in passato mi ha inviato brevi video mentre scava sotto la neve. E' davvero un cane simpatico. Infine abbiamo parlato della guerra, senza mai fare il nome di Putin. Le ho detto che nel 2003 condannai l'aggressione americana in Iraq, e che ora sono contro l'aggressione russa in Ucraina. Lei mi ha accennato agli abusi Ucraini nelle province di Donetsk e di Lugansk. Ho fatto presente che in nessun modo si giustifica un'invasione, e non era in disaccordo. Ci siamo poi trovati d'accordo nel considerare la guerra una cosa disastrosa, per gli Ucraini e anche per i Russi. Per chi tra loro è stato mandato a combattere, e anche per chi sta a casa. Dopo questi discorsi, le ho detto, "dai, torniamo al nostro Cipollino", e anche in questo ci siamo trovati molto d'accordo.

In alto, Harper's Magazine, nel suo "Weekly Review", ricorda qualcosa a Condoleezza Rice, che porta responsabilità gravissime per la guerra in Iraq. Alla fine, quel che ci si ricorda dipende da chi vince - o magari perde, così come persero gli Stati Uniti in Iraq prima che in Afghanistan, ma è abbastanza potente da incassare. E la logica di potenza influenza come si racconta la storia, e per questa via, la nostra idea di quel che è etico e di quel che non lo è. Niente che non sappiarmo, ma forse è da tenere presente, mentre condanniamo la criminale invasione russa all'Ucraina, come dobbiamo. 

E poi, torniamo a Cipollino. Anzi, visto che con questa tristezza un po' d'allegria non guasta, al Barone Melarancia, che nel disegno in alto si vede contento, mentre nella cantina del castello ruba bottiglie di vino pregiato ai suoi ospiti.


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