ci penserò sopra
venerdì 21 febbraio 2025
America
lunedì 6 gennaio 2025
"Governance" e università: un interessante abuso linguistico
Una parola inglese si aggira per l’università italiana: “governance”. Si è molto diffusa negli ultimi anni e l’uso frequente merita attenzione per quanto rivela.
Qualche esempio di questa moda linguistica. Un rettore recentemente ha scritto al corpo docente che ha “condiviso con la governance e con il direttore generale gli orientamenti che seguiremo per il futuro”. Si sente inoltre dire che una certa scelta riflette l’”orientamento della governance”, o che una professoressa, essendo delegata a qualcosa, fa parte della “governance di dipartimento”. Nell’università italiana, con governance si indicano quei professori che hanno responsabilità di governo di qualche tipo, vuoi in seguito a elezione (per esempio, i direttori di dipartimento, i membri del senato accademico, sino al rettore) vuoi in seguito a delega (per esempio, i prorettori, che sono nominati dal rettore).
È un’adozione dall’inglese non necessaria, perché la nostra lingua dispone del termine “dirigenza”, di altri affini, e di duttilità abbondante per esprimere tutte le sfumature del comando, del governo, del potere, e dei meccanismi del suo esercizio. Con quale severità considerare il caso, nei termini sin qui descritti, dipende dall’opinione che si ha circa la responsabilità pedagogica dell’università, in particolare rispetto al buon uso della lingua.
Ma è interessante altro: in inglese “governance” non corrisponde a “dirigenza”. Si riferisce ai modi di governo di un’entità, non alle persone che concretamente governano. Ad esempio, si può dire che una certa governance è più o meno orizzontale, inclusiva, o trasparente. Mai che un primo ministro “appartiene alla governance” di un Paese.
Un uso simile risulterebbe incomprensibile all’estero. Infatti, a cercare su internet l’espressione “belongs to the governance”, tra i pochi risultati che emergono ne troviamo solo uno che corrisponde all’utilizzo affermatosi da noi: si legge nella versione in inglese del curriculum di un tal professore di un'ateneo nordestino. È un ingegnere, e potremmo allora ironizzare dell’ingegnosa università italiana che si è inventata una “governance” tutta sua. Per il gusto di affondare un colpo, potremmo attingere alla stagione d’oro del cinema italiano, menzionando l’Alberto Sordi dell’”Americano a Roma” che si crede poliziotto di Kansas City, ma è solo un tale Nando Mericoni che parla un inglese inventato: “lui vuol far l’americano”, cantava, in anni simili, Renato Carosone. Rimanendo al cinema, secondo Nanni Moretti chi parla male, male pensa, lasciando intendere che errori linguistici riflettono una confusione di pensiero più profonda. Tale critica sarebbe facile, ma non nobile, come non lo è il trarre soddisfazione dall’ignoranza altrui. Inoltre, i professori universitari italiani non sono generalmente ignoranti e conoscono l’inglese abbastanza bene. E però “governance” è un termine specialistico, anche se molto orecchiato: questo spiega la possibilità che, anche all’università, si sia potuto affermare un suo significato travisato.
Constatare una possibilità è una cosa; spiegarne le ragioni, un’altra. E per tentare di spiegare, è necessario fare un passo indietro per osservare lo sfondo, il contesto insomma in cui a un certo punto si è preso a dire “governance” al posto, per esempio, di “dirigenza”. L’università vive una lunga fase avviata dall’ultimo tentativo di riforma maggiore, la “legge Gelmini” del 2010. Essa tentò di ovviare al tradizionale autogoverno accademico, giudicato inefficace, adottando forme di direzione più professionali, che in ogni ateneo avrebbe dovuto presidiare un potente consiglio di amministrazione. La riforma ha fallito e il vecchio autogoverno è rimasto, ma cambiando natura.
I consigli di amministrazione contano poco, e in 60 atenei italiani (su 61) sono presieduti dallo stesso rettore, sia a rifletterne la centralità, sia a suggellare il fallimento del legislatore. Le uniche elezioni contese sono per il rettore stesso, che con un mandato che la legge fissa a ben sei anni è molto potente dentro l’università, ma risulta debole fuori. Non è infatti rieleggibile, e ambizioni future - carriera politica o incarichi non universitari ben retribuiti - consigliano una tessitura esterna attenta.
Prevalgono forme di cooptazione, eventualmente a seguire elezioni in cui raramente il numero dei candidati supera il numero degli eletti. Segue che i professori, soprattutto se hanno qualche responsabilità istituzionale, vivono una dissonanza cognitiva che risolvono come possono. Il professore neoeletto al senato accademico, candidato unico, desidera ringraziare pubblicamente gli elettori “per la fiducia accordata” senza sentire imbarazzo. Allo stesso tempo, il professore di scienze politiche, che con l’occhio destro ha studiato la relazione che sussiste tra la concorrenza elettorale e la qualità della democrazia, desidera evitare al sinistro il dispiacere di constatare che, nel proprio ateneo, la democrazia si accende, e brevemente, solo ogni sei anni.
In questa situazione, l'utilizzo di “governance” accorre in soccorso, perché utilmente nasconde, ed è un esempio di quel che George Orwell chiamò “bipensiero”: la capacità psicologica (e il desiderio) di accettare due credenze opposte come vere. Parlare di “dirigenza” porterebbe alla luce, attirando l’attenzione sulla pratica di governo e sulla verticalità del potere: chi dirige sovrasta coloro che sono diretti. Non così con governance, che è termine antico ma dalla popolarità recente, al punto che nel corpus dei libri di Google ha raggiunto per frequenza d’uso la parola “democracy”. E nel diffondersi ha assunto una certa sfumatura. Indica il modo del governo qualunque esso sia – per esempio si può parlare della governance di una dittatura – ma oggi tende ad accompagnarsi a descrizioni desiderabili ai più, e si parla di “governance inclusiva”, “partecipativa”, “sostenibile”, “equa”, eccetera. A causa di tali associazioni frequenti, parlando di governance e punto si lascia intendere che questa è orizzontale, moderna, e manageriale: esattamente come il legislatore richiese, ma a un’università maestra in quel che un noto studioso (pensando a certe tribù asiatiche) chiamò “l’arte di non farsi governare”.
Se la “governance” è più a la page rispetto al governo di dirigenti obsoleti abbarbicati sulle vette del potere, questo non solo si spersonalizza ma diventa come inafferrabile. Infatti, se una certa scelta è “orientamento della governance”, si sottintende che è incontestabile, perché quel che è inclusivo, equo, sostenibile, moderno e manageriale, non può errare. E a ben vedere, per questa via, del potere si chiude il cerchio, se esso realizza un desiderio che non è moderno, ma antico e come primordiale: l’irresponsabilità.
Nota
Il dato che riguarda i consigli di amministrazione delle università italiane è tratto da Giovanni Barbato, Giliberto Capano e Matteo Turri. Un bilancio della riforma Gelmini. Solo in un cda su 61 il presidente non è rettore. Il Sole 24 Ore, 29 aprile 2024. Il “noto studioso” è James Scott, con riferimento al suo “L’arte di non essere governati. Una storia anarchica degli altopiani del Sud-est asiatico” (Einaudi, 2020). Ringrazio gli amici (tutti anonimi e nessuno dirigente) che, avendo commentato una prima versione di questo scritto, mi hanno permesso di migliorarlo.
Figure
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Nel 2024
Nel 2024 ho continuato quel che considero la mia esplorazione (turistica) di Turistopoli, sempre con l'idea che anche questo sia un progetto e che prima o poi ne uscirà qualcosa. Scelgo una fotografia per ciascun dei viaggi più lunghi.
A Bandung, nell'isola di Java, ho visitato il luogo dove si tenne la conferenza del 1955 - ora museo di quell'evento. A due passi c'è l'hotel Savoy Homann, un bell'esempio di Art Deco. L'architetto è Albert Albeers.
In Senegal ero al seguito di Cinemovel a mostrare "Io Capitano", il film di Garrone. Ne parla questo articolo de Il Guardian, con belle fotografie. Scelgo una foto mia, sabbia e polvere.
E' nei pressi del villaggio di Mérina Dakar, uno dei tanti luoghi dove si è mostrato il film. Se lo cerchi sulla mappa vedi che è proprio sperduto. Il viaggio in Senegal, attraversando poi il Gambia per arrivare in Casamanche, mi ha dato molto da pensare, e la solita voglia che mi è presa anche in passato, le poche volte che sono stato in Africa sub-sahariana: di tornarci.
Il 2024 è stato anche l'anno in cui ho pubblicato un libro nella cui copertina appaiono distanti le due torri del parlamento a Brasilia. Ho provato molto piacere, in agosto, a visitarlo, grazie ai buoni uffici di un'amica che ci lavora.
La foto mostra, dal 23esimo piano, la "scodella" della camera dei deputati. Si intravedono anche delle persone che stanno lavorando sul tetto. Dietro si vede il palazzo Itamaraty, ministero degli esteri, anche lui di Oscar Niemeyer. Molti anni fa riuscì ad entrare anche lì. Mi sto trasformando in una specie di groupie di Niemeyer.
A Brasilia, in agosto, sono rimasto svariati giorni a lavorare, e poi ho visitato brevemente Salvador de Bahia, dove non ero mai stato.
Nel 2024 ho nuotato con due tartarughe. Oltre a quella incontrata a Bali, mi è capito che in settembre, non così lontano da una riva di Stampalia, mentre nuotavo ne abbia vista una che si muoveva placida pochi metri sott'acqua. Mi sono immerso per avvicinarmi, ci sono riuscito, ma poi lei ha preso velocità e si è allontanata. Tornando dalla nuotata forse due ore dopo l'ho rivista nella stessa zona. Speravo di incontrarla nuovamente nei giorni successivi e di farmela amica, e l'ho cercata, ma invano. Se dovessi scegliere una sola foto di Stampalia sarebbe però dei melograni maturi che raccoglievo e mangiavo mentre camminavo.
I tulou sono costruzioni, spesso dalla pianta circolare ma talvolta quadrata, che si trovano in Fujian. Questa pagina dell'Unesco ne parla e mostra alcune belle foto.
Ho visitato brevemente Guadalajara, in Messico, a cavallo tra novembre e dicembre. Scelgo un mural di Orozco.
Si legge "libertà" e "riforma", e l'ho scelto per questo. Non andavo in Messico da molto tempo ed è stata una buona occasione per riprendere contatto con quel Paese.
Nel 2024 ho letto bei libri e ne ho in testa altri da leggere quest'anno, e il progetto avventato di imparare qualcosa del mandarino. Ma a parte qualche inezia così, non faccio mai piani per l'anno nuovo, dato che penso che le cose arrivino per conto loro se e quando ne hanno voglia. Posso prevedere che nel 2025 viaggerò meno rispetto all'anno terminato.
Proseguendo per il crinale che si trova oltre Monte Poggiolo si arriva a un bivio. Se si volta a sinistra, si scende per ripidi tornanti, da dove si osservano gli stessi calanchi di prima ma dal punto di vista opposto.
Ho proseguito per la strada del Rio dei Cozzi - poche ore fa - sino a Terra del Sole e sono rientrato. Ho pensato che nel 2025, con la bicicletta azzurra forse farò giri più lunghi. Se capiteranno, vorranno farsi fare insomma.
giovedì 26 dicembre 2024
La distinzione
L'ultimo ventennio di mancato adeguamento dello stipendio è il riflesso della nostra diminuita influenza, politica e sociale. E ora tutti pretenderebbero di andare in pensione a 70 anni: che il resto dell'Italia (ostinata bolla autoreferenziale incistata nella grande realtà dell'università) cancelli anche questo nostro tratto di distinzione (conferatur Pierre Bordieu) è l'affronto finale.
domenica 8 dicembre 2024
La disuguaglianza nel lunghissimo periodo
La disuguaglianza è cresciuta tra il tardo paleolitico e la fine dell'impero romano. La linea orizzontale a destra (indicata con G = 0.695) "indicates the mean of 20 estimates of wealth inequality for the year 2000 from Davies et al. (2008))"
Interessante la stima dell'indice di Gini, "based on the size of dwellings, the size of storage areas (where these can be identified), land ownership, and the value of goods buried with the dead."
domenica 1 dicembre 2024
Feria Internacional del Libro de Guadalajara
Sono alla fiera del libro di Guadalajara, in Messico. Ora capisco perché la si definisse "la piú importante dell'America latina". È grande, enorme, suntuosa. Ci sono incontri molto interessanti: per esempio con Mia Couto (qui sotto).
Sono arrivato a Guadalajara ieri. Mi hanno sistemato al diciottesimo piano di un bell'albergo a la piscina è sei piani sotto. Vi ho trascorso abbastanza tempo per riprendermi dal viaggio. Ieri vi ho incontrato un signore coi baffi e una certa pancia con il figlio, di sette o otto anni. Abbiamo fatto amicizia, e mentre io a fine vasca viravo non lontano da lui, lui si immergeva e mi salutava con la mano. Anch'io, a virate alterne, lo salutavo con la mano, prima di stendere del tutto il braccio, e siamo andati avanti così per un po'. Anche oggi sono andato in piscina e ho incontrato nuovamente padre e figlio. Si chiama Samuele ed è un bambino simpatico, e del resto fa simpatia anche il padre. Mi ha detto che è originario dell'Honduras, ma vive in California, a Salinas, che mi ha descritto come "la capitale della lattuga". Abbiamo parlato di California, citando luoghi noti a tutti e due. E poi di Honduras, di crimine, di traffico di droga e di armi.
Post scriptum. Alla Feria del libro si è anche concluso qualcosa. Un bell'incontro, con tanta gente, a fare il punto del dibattito sulla corruzione e le politiche anticorruzione. Presenti Toby Mendel, Manuel Villoria, Robert Klitgaard, Mauricio Merino, Norma Julieta del Río Venegas, e Lourdes Morales.
Questo articolo menziona la tesi principale che ho proposto, che la giornalista definisce "provocadora": "poco hemos explorado entre las causas de la corrupción, la función que ésta tiene como herramienta para gobernar, para generar consensos, para el mantenimiento del control político".
lunedì 18 novembre 2024
Aspettative razionali: una generazione perduta?
domenica 17 novembre 2024
Scrivere con l'acqua
Ci tornerò, su questo e su altri viaggi di questo anno che si conclude. Basti dire, per ora: quanta eleganza nello scrivere con l'acqua, per terra.
Così a Pechino domenica scorsa, vicino a piazza Tiananmen. Tian (天) significa "cielo" e rimanda all'idea del "mandato del cielo" (天命; pinyn: Tiānmìng;), che è centrale nel pensiero politico cinese.
Apprendo che un momento chiave nello sviluppo di questa idea si sarebbe avuto col passaggio dalla dinastia Shang alla dinastia Zhou, in seguito alla vittoria militare di quest'ultima sulla prima. La decisione di agire sarebbe venuta nel 1059 a.C., osservando una rarissima congiunzione dei cinque pianeti principali. I Zhou avrebbero giustificato il loro attacco sostenendo che i Shang erano ormai corrotti e ormai privi del "mandato del cielo". Quante idee da approfondire, in sole poche righe.
domenica 20 ottobre 2024
Rethinking Corruption
Luciano Da Ros ha scritto una recensione su "Rethinking Corruption", uscito qualche mese orsono.
Siccome è molto generosa, la cito.
Taking corruption and anti-corruption seriously. Brazilian Political Science Review. 2024 (19)1
giovedì 19 settembre 2024
Telecomandi
Questa è la settimana dei telecomandi.
"Ramzan Kadyrov ha affermato che Elon Musk ha "disabilitato a distanza" il Cybertruck, che il capo della Cecenia sostiene che il proprietario della Tesla gli abbia regalato in agosto (Musk ha negato di aver fatto un regalo del genere). Secondo Kadyrov, l’auto si trovava “nel distretto militare nord” e stava “effettuando missioni di combattimento”, ma a causa del blocco ha dovuto essere “rimorchiata”."
Da Meduza.io: originale:
Рамзан Кадыров заявил, что Илон Маск «удаленно отключил» Cybertruck, который, как утверждал глава Чечни, владелец Tesla подарил ему в августе (Маск отрицал, что делал такой подарок). По словам Кадырова, автомобиль находился «на СВО» и «выполнял боевые задачи», но из-за отключения его пришлось «отбуксировать».
martedì 17 settembre 2024
James Scott
domenica 25 agosto 2024
Elvis Costello e i suoi trentanove brani
Ci informa Il Post che Elvis Costello compie 70 anni.
Quando vidi il suo concerto al Fox Theater di Atlanta ne aveva 28. Al termine di 4 (quattro) bis avrebbe cantato 39 (trenatnove) brani (questo il running order). Aggiungiamo l'opening act dei Talk Talk.
Il tutto, per $ 9,75. 25 centesimi a brano, con Talk Talk gratis.
Foto in alto: pubblicata l'indomani dal quotidiano locale. in basso, biglietto. "Da Internet", ma forse da qualche parte conservo ancora il mio. E sì, il Fox Theater era, e immagino ancora sia, "fabulous".
domenica 11 agosto 2024
Turistopoli a Bologna e la "musica del Sindaco"
E' accaduto che in un'"opinione" sul New York Times, Ilaria Maria Sala abbia molto criticato Bologna, affermando che è diventata un "inferno turistico". Che sia cambiata e, al pari di altre, sia diventata una città "a ciambella" di cui è meglio evitare il centro - il cosiddetto "quadrilatero" - è ben noto a chi ci vive. Quali conclusioni trarne, chissà. Le città di trasformano, e avere città col buco dentro è un fatto nuovo che potrebbe anche risultare interessante.
All'opinione tranchant espressa su un così fastidiosamente prestigioso quotidiano, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha risposto piccato, affermando in buona sostanza che va tutto bene.
Nel breve video (in basso: per sfondo, il gran edificio del Comune) si ascoltano a tutto volume le prime note di una famosa canzone, ricordo di un'Italia remota. L'altro giorno, sabato 10 agosto, a mezzogiorno circa. Il "quadrilatero" di Bologna è da evitare anche per la musica assordante e spesso mediocre che l'allegro ottimismo di Lepore obbliga ad ascoltare. E' la "musica del Sindaco", perché basterebbe un'ordinanza che impedisca la musica amplificata e con "basi". Così non solo si rispetterebbe la libertà dei passanti, ma forse si creerebbe spazio per un'offerta musicale più ricca ed esperta.
Ma, penserà forse il Sindaco, quanto è pittoresca la vera musica italiana, gridata ai turisti volenterosamente in cerca dell'autentica Bologna e della mortadella identitaria. E qui a Bologna, e anzi proprio nel centro della ciambella, non solo va tutto bene, ma anche abbiamo il cielo in una stanza.
Ps. valga come appunto per "Turistopoli" (qui, qui, qui, e qui) che chissà, prima o poi, scriverò per davvero.
sabato 20 luglio 2024
Una intervista
Kickback: Lucio Picci on the need to rethink the current anti-corruption paradigm
A dire il vero è già passata una settimana, ma col caldo io procedo molto a rilento.
Prof. Liz Dávid-Barrett è la direttrice del Centre for the Study of Corruption all'Università del Sussex.
sabato 6 luglio 2024
Il "server" Buonaiuti
Molti anni fa fui responsabile di un laboratorio all'Università di Bologna, che aveva un buon numero di "server", di computer che erogano servizi insomma, linux. Li feci chiamare coi nomi di quei professori. "Buonaiuti", per i miei collaboratori e anche per me, era un computer sempre acceso che, ronzante, faceva il suo lavoro.
Recentemente a Bologna il Cardinale Zuppi ha organizzato una messa in sua memoria, in una cripta, un po' segretamente. Del resto, ci racconta l'agenzia di stampa Adista (specializzata in cose di chiesa), Buonaiuti fu scomunicato e non è mai stato riabilitato. Non fu neppure riassunto all'università, dopo la guerra, per un inghippo legato al fatto che era cittadino vaticano, e che non ho ben capito (si cerchi la sua voce su Wikipedia, dalla quale emerge che era sicuramente persona interessante).
Una “riabilitazione criptica”: la messa di Zuppi per Ernesto Buonaiuti, di Eletta Cucuzza, 20 giugno 2024.