martedì 7 febbraio 2006

Gianfranco Bracci

Questa è una storia lunga, ma non è colpa mia, è colpa di Bracci.

Il 14 agosto 1994 alle 4 di pomeriggio arrivai in treno a Pracchia, sui monti tra Bologna e Pistoia. Mi diressi verso il posto tappa della Grande Escursione Appenninica (Gea) di Cascina di Spedaletto. Mi persi, mi diedero istruzioni sbagliate e mi trovai col buio in un borgo, dove il gestore del ristorante locale mi lascio aperta la jeep per dormirci.


L'estate scorsa infine sono arrivato a Cascina di Spedaletto. Il Posto Tappa non c'e' più e ho dovuto dormire sul pavimento di una chiesetta. Ci sono arrivato perché più esperto, e perché avevo una buona carta dei sentieri, non quella "compressa" che era allegata al libro (ora fuori stampa) di Bietolini e Bracci, "La Grande Escursione Appenninica", che è qui al mio fianco.


Bracci e Bietolini progettarono la Grande Escursione Appenninica, il sentiero che va dalla Liguria siano all'Umbria. Tre giorni fa Bracci ha lasciato un messaggio: dopo tanto tempo il cerchio si è chiuso. Gli ho potuto rinfacciare la strada sbagliata di 11 anni fa, e aggiungo ora la vicenda del mattino dopo, quando il padrone del ristorante, vedendomi ancora in giro & per questo rispettabile, mi offrì un piatto caldo se gli avessi lavato i piatti del pranzo. Cortese ringraziai, declinai l'offerta di lavoro, e in quel giorno col caldo di ferragosto in autostop tornai a Bologna.


Ho visto il sito di Gianfranco Bracci e ho deciso che un giorno vorrò essere come lui. Non un camminatore della domenica, ma un vero camminatore. Non un Forrest Gump dilettante di Romagna, ma uno per cui il "far nulla" buddista è cosa normale da (non) farsi camminando, e del resto me lo scrive Bracci stesso: "dopo il terzo giorno le gambe vanno da sole e si entra in una fase onirica del viaggio".


Oggi si è chiusa per davvero sta vicenda, il sentiero interrotto per Cascina, il posto tappa che non trovavo, e che ora non esiste più.


Senza Gianfranco Bracci, che mi hai aperto il sentiero, gli ho scritto esagerando soltanto un po', invece di camminare sul crinale passerei il tempo sotto l'ombrellone a Bellaria-Igea Marina. Anche quella sarebbe un'altra storia, è vero, ma preferisco questa.

5 commenti:

  1. ma guarda guarda chi si rivede... :))
    e pensare che mi capita proprio ora che non vivo piu' a bologna. eh i casi della vita!!!
    e questa e' l'unica (o quasi) parola che conosco di russo: Богатырь !
    (deformazione professionale)
    ciao e complimenti per la carriera!
    marina (ex merlettaia)

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  2. Богатырь, l'eroe, l'ercole delle favole. Ciao marina, a.k.a. Merlettaia, a.k.a. Maddalena

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  3. Se vuoi un'esperienza onirica di viaggio ti invito a passare il tempo sotto l'ombrellone (io prediligo quelli di Lido di Classe) leggendo Moby Dick davanti alla calma piatta del nostro mare*

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  4. Salve Lucio,
    ...guarda che se ti sei perso...nel 1994 non è colpa mia o di Bietolini...ma solo tua! La cartina era fatta parecchio bene, eri tu che - forse stanco - ha sbagliato strada. Grazie per i complimenti...anche se immeritati.
    Un abbraccio
    Gianfranco Bracci

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  5. >...guarda che se ti sei perso...nel 1994 non è colpa mia o di Bietolini...ma solo tua!
    >La cartina era fatta parecchio bene, eri tu che - forse stanco - ha sbagliato strada.

    Quando ci si perde si deve sempre trovare un colpevole

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