giovedì 11 settembre 2008

Achille Ardigò

kljds

Ricordo Ardigò mentre camminava verso la sua classe, per i cortili di Palazzo Hercolani. Studente dei primi anni di scienze politiche, non seguì i suoi corsi, ma bastava il suono dei  nomi dei suoi punti di riferimento - Habermas, e soprattutto Luhmann - a ricordarci il rigore e la difficoltà dello studio, a noi che a quel rigore e a quella difficoltà ci affacciavamo.


Forse il suo limite fu di non aver saputo creare una scuola. I sociologi dell'Università di Bologna, con tutte le eccezioni possibili, sono mediamente mediocri. A differenza degli economisti, non hanno goduto di un vero termine di confronto internazionale, e si sono potuti dedicare a una forma pura di autoreferenzialità corporativa.


Morto Andreatta, morto Ardigò, si difende coi denti, senza rigenerarsi, la nobiltà decaduta dell'intellettualità bolognese. Un Mulino stanco, che però stampa il libro che ancora serve non per il dibattito, ma per la visibilità e per la carriera. Relazioni tra gente che si conosce da una vita, figli e parenti, blasoni sbiaditi.


Alla fine aveva ragione il Cardinal Biffi: se non altro intellettualmente, Bologna pare sazia e disperata. E forse ormai non più del tutto sazia.


E' morto Achille Ardigo', un "laico" cattolico, di Alberto Melloni, Il Corriere della Sera, 11 settembre 2008

5 commenti:

  1. hai deciso di non tornare in Italia o sei serenamente consapevole del fatto che ti leggono solo iparenti stretti e in Svizzera?
    d*

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  2. al contrario: sto iniziando a prepararmi per il rientro

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  3. ero d*
    lo sono ancora

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  4. gli armamenti te li fanno passare alla frontiera?

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  5. nessuna arma, sono fiducioso in una resa incondizionato modello rivoluzione di velluto

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