mercoledì 15 agosto 2012

I bravi ragazzi che vogliono fermare il declino


Venne il giorno in cui Enrico la Talpa decise di contrastare il declino degli anni di piombo fondando un'organizzazione di ben intenzionate persone, che con buon senso chiamò i Bravi Ragazzi. Con acume scelse, per simbolo della nuova associazione, una ben riconoscibile stella.

Le cose si complicarono abbastanza quando lui e i suoi sodali decisero di recarsi dal pollaio in cui vivevano sino alla città, per presentare le loro idee. Marciarono così dietro a un grande striscione in cui campeggiavano le iniziali dell'allegra brigata, simmetricamente collocate subito sotto al felice simbolo, che aveva cinque punte.

Altri tempi, altri anni di piombo: nel 2012, altri bravi ragazzi propongono un manifesto per fermare il declino, in cui auspicano "la creazione di una nuova forza politica – completamente diversa dalle esistenti – che induca un rinnovamento nei contenuti, nelle persone e nel modo di fare politica". Come? Avviando "un processo di aggregazione politica libero da personalismi e senza pregiudiziali ideologiche, mirato a fare dell’Italia un paese che prospera e cresce." Per questo invitano "le persone e le organizzazioni interessate, per costruire quel soggetto politico che 151 anni di storia unitaria ci hanno sinora negato e di cui abbiamo urgente bisogno".

Una forza politica completamente diversa? Niente pregiudiziali ideologiche? Ma dai! Ne' personalismi - che cosa sono? Il non saper volersi bene? E la storia, 150 anni di essa, ci ha negato tutto questo? Geniale, come non esserci arrivati prima.

Seguono dieci proposte "per la crescita", che penso siano state scritte in fretta. Una fretta inspiegabile, considerata anche la benevolenza di "Italia Futura" guidata da Luca Cordero di Montezemolo (vedi la lettera pubblicata ieri dal Corriere), che avrebbe ben potuto dare in prestito le doti di comunicatore affinate in quella grande scuola che fu la gestione dei mondiali di calcio del 1990. Rincuora almeno che, malgrado l'italiano un po' sciatto, la lettera al Corriere dimostri che i sostenitori di "Fermare il declino" dispongono del realismo politico che ci vuole per affrontare, sin da ora, il problema cruciale delle alleanze.

La maggior parte dei firmatari sono economisti, come me. Sono sempre più d'accordo con quei colleghi non economisti che ci accusano di vivere in un universo parallelo.

Curiosità: tra i primi firmatari troviamo anche il portavoce del Tea Party Italia, tale Giacomo Zucco.

1 commento:

  1. L'apparentamento con Italia Futura a me non è piaciuto neanche un po'.

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