domenica 20 settembre 2015
Un bosco bello / 2
Sono tornato al bosco di Mandromini per studiarlo ulteriormente.
Potrebbe essere una pulsione ossessiva-compulsiva, quest'idea di pettinare un bosco passo a passo. Bosco enorme, il progetto di una vita, la vita di un ossessivo compulsivo.
O forse è una nobile ambizione, che mi porterà ad essere il più grande esperto della Galassia di quel bosco bello. Obiettivo secondario rispetto al governo, della Galassia, si dirà. Ma si va per tappe intermedie, dal torrente al bosco, dal bosco alla Galassia. Datemi tempo.
Il torrente è il Verdiana. Cercavo un passaggio alto sulla valle ma non l'ho trovato. Allora ho deciso di calarmi per il Verdiana. Arrivare al solco del torrente, poco sotto la fonte, è stato faticoso (ormai m'ammazzavo). Arrivatovi, verso l'alto si vedeva quel che vedete in alto.
Verso il basso, quel che vedete in basso.
Non so se offre l'idea dell'avventura che si preannunciava. Una specie di penetrazione nella valle per la via breve. Non è stato facile, per l'asperità dei luoghi.
Da quando ho scoperto che anche il mio telefono ha una fotocamera davanti, ho capito la logica dei selfie. E' che si deve sperimentare, per capire.
Questo parallepipedo di pietra in mezzo a un bosco fitto fitto e a lato di un torrente, per un verso è privo di senso, e per l'altro, è la prova dell'esistenza degli UFO.
La difficoltà maggiore nel discendere il Verdiana è stato superare questa cascata. Subito dopo, ho ritrovato un guado che già conoscevo e ho risalito il monte.
Questo è trailfood. Ho iniziato a portarne con me sempre, anche in città. L'idea è che si è sempre in cammino, e ci si deve nutrire. L'idea è, superare la distinzione tra vita in città e traversate estreme. "Montagnizzare la città" (?).
Ho cercato una traccia che mi portasse in cima al Monte Cornaccio. Così ho rivisto il bosco bello dall'alto.
La salita è stata dura.
La vista dei monti che chiudono il bel bosco.
Arrivato in cima, si vede una traccia, che doveva essere un sentiero. Io ovviamente, salendo, non l'avevo vista e procedevo a sentimento.
Mi sono anche seduto, in cima, su quel cippo di confine.
E mi sono fermato un a godermi la vista. Si vedono le città della toscana.
Avevo in mente altre ricerche - un taglio nel bosco da esplorare, soprattutto - ma le ho dovute rimandare. Così, sole basso e aria calma, mi son goduto un bel pezzo del crinale. Sopra si vede il contrafforte de La Riva. A destra, le acque vanno direttamente in Adriatico, e a sinistra, arrivano al Po.
Il Lago Scaffaiolo.
Il tramonto, ma continuo a camminare.
Ho proseguito lungo il crinale.
Le città della Toscana fanno molta luce. Così sono arrivato al Rifugio di Porta Franca. Come mi avvicino alla porta del bivacco per entrarvi, vedo un bel topo che entra dalla fessura. Io mi sono stancato di dormire coi topi, al rifugio di Porta Franca (vedi qui). Ho optato per il molle lusso borghese di un letto in camerata. E ho chiacchierato amabilmente, incluso di temi quali l'animismo, e come andare a piedi da Bologna a quel rifugio, in modo quasi indolore.
Il giorno successivo, che poi sarebbe oggi, mi sono diretto verso Porretta Terme per prendere il treno. Qui si vede il Pian dello Stellaio.
Sono passato dal Rifugio di Montecavallo, al quale ero molto affezionato, ma che ora è sotto il controllo delle Forze del Male. Sono entrato per combattere il male, e il male mi ha dato del figlio di buona donna. Potrà sembrarvi eccessivo, ma è così. Sono cose normali, quando si combatte il Male.
Quando percorro un certo sentiero che conduce a Porretta, sempre mi fermo qualche minuto nell'aia di una bella casa persa tra i monti. A chi se ne va, la casa saluta con un "ciao", e una faccia triste.
So che anche voi vorrete calarvi come Indianagions per il Verdiana, salire il Cornaccio, e dormire coi topi. Ecco allora dove dovete andare. Qui sotto.
E se seguirete il mio esempio, sarà per voi solo una tappa intermedia, rispetto al vostro progetto finale.
Tenendo presente che il vostro progetto non è il governo della Galassia, perché quello è già preso.
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