mercoledì 5 ottobre 2016

Plagio e regole: votano gli studenti



Giovedì 6 ottobre

I risultati del voto, corso in Economia dei media

I risultati del voto - corso in Quantitative methods.

Risultato complessivo: circa l'85% di "Si" (al rispetto delle regole) in entrambi i corsi.

Al termine, un mio ex-studente mi ha intervistato - vedi in fondo a questa pagina.

Mercoledì 5 ottobre
(Per chi non conosce i fatti, c'è un breve riassunto in fondo).

Per i motivi che ho espresso in una (ormai arcinota) lettera, non mi considero legittimato dall'Università di Bologna a fare rispettare ai miei studenti le regole di base dell'integrità accademica - in primis, il "non copiare".

Ho quindi chiesto loro di esprimersi, con una votazione che avrà luogo domani. Se la maggioranza si dichiarerà a favore del rispetto delle regole, tutti dovranno rispettarle. Altrimenti, eviterò di vigilare, non sentendomi legittimato a farlo.

La legittimità di quel che facciamo è importante, e quando manca da una parte, la si cerca da un'altra. Così ho chiesto ai miei studenti di fornirmi quella legittimità che l'Università di Bologna mi nega: non potendo in classe rappresentare l'Alma Mater, rappresenterò loro. Del resto, mi autorizza una gloriosa tradizione: lo studium bolognese, che fu associazione di studenti, come nel bassorilievo sopra.

Ho discusso con i miei studenti, sia in classe, sia privatamente. Non abbiamo parlato soltanto di regole, ma anche, in un certo senso, di chi siamo. Che cosa vuol dire essere un'università? Se noi professori fossimo solo degli erogatori di servizi formativi, e gli studenti dei clienti, la mia "provocazione" sarebbe del tutto fuori luogo: il plagio accademico solo sarebbero "panni sporchi" che noi professori dovremmo lavare in privato.

Ma io sono sempre stato convinto che questo luogo incredibile dove lavoro sia qualcosa di diverso e, forse, di più. E ho apprezzato le opinioni dei miei studenti, su un tema che, si potrà dire, nulla aveva a che fare con il punto di partenza - il plagio, le regole, la responsabilità istituzionale. In questa settimana abbiamo così avuto l'occasione di ragionare su cos'è l'università, e quale il nostro ruolo e le nostre responsabilità. Mi è parso un fatto positivo.

Domani, in ciascuno dei due corsi che insegno, sulle regole decideranno gli studenti, a maggioranza e a scrutinio segreto. Io sono convinto che le regole siano importanti, e non per moralismo, ma perché sono utili: per molti motivi, una comunità che non rispetta e che non interiorizza un insieme di regole non va da nessuna parte. Per questo, spero che domani vi sia un'ampia maggioranza di "si". Ma qualunque risultato si avrà, credo, farà riflettere.

Comunicherò i risultati in questa pagina domani (giovedì) non appena mi sarà possibile.



Riassunto

Ho scritto ai miei studenti per denunciare la presenza, all'Università di Bologna, di un "sistema di impunità" del plagio accademico, e ho posto una questione di coerenza, e di legittimità, riguardo al rispetto delle regole anche da parte loro (qui la lettera).

La settimana scorsa, dopo che della questione hanno molto parlato i mezzi di informazione, in Italia e all'estero (vedi la rassegna stampa) il Rettore Ubertini ha rotto quattro mesi di silenzio, per non smentire una virgola dei fatti che ho riportato.

Tutto era iniziato prima dell'estate, quando, con uno sparuto gruppo di colleghi, abbiamo chiesto al Rettore di chiarire i fatti riguardo alla consegna del titolo di "emerito" a un professore che in passato l'Università di Bologna aveva affermato essersi macchiato di gravi episodi di plagio accademico (vedi qui). Stiamo ancora aspettando che il Rettore Ubertini risponda. 

Un'intervista



Di Matteo Traballoni, giovedì 6 ottobre.

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