mercoledì 26 ottobre 2016

Meridian, Mississippi



La Raytheon ha annunciato che, "qualora la Forza Aerea statunitense dovesse scegliere il T-100", l'aereo verrà assemblato a sarà assemblato a Meridian, Mississippi (vedi qui).

Il governatore dello Stato è Phil Bryant, un repubblicano. Meridian è nel distretto elettorale MS3, e vi saranno elezioni l'8 novembre. L'incumbent è un repubblicano, Gregg Harper, e lo sfidante democratico è Dennis Quinn - a sua volta un ex-Repubblicano (vedi qui). Pare che le chance del democratico siano quasi nulle.

I contributi di Raytheon per il ciclo elettorale 2016 sono qui.

In alto, City Hall, a Meridian, dove forse qualcuno saprebbe mettere insieme questa informazioni e trovarne un senso, che io fatico a trovare. Io prima di scegliere avrei atteso l'8 novembre, per esempio, ma sicuramente mi sfugge qualcosa.



domenica 23 ottobre 2016

AT&T e Time Warner



Nel 2000 vi fu la sfortunatissima fusione tra American on Line e Times Warner. Una simile fusione, in sedicesimo, si ebbe in Italia. Coinvolse Telecom Italia, La Sette (TV), Pagine Gialle, e il portale Virgilio. Andò a finire male anche quella, in parte per ragioni politiche: toccare i fili della televisione in Italia non porta(va) bene.

La notizia dell'acquisizione di Time Warner da parte di AT&T è di quelle importanti; in un certo senso vendica, 16 anni dopo, l'idea di espansioni "diagonali" di quel tipo. Nel mentre, abbiamo assistito al trionfo delle "piattaforme" e alla graduale espansione nel settore della creazione dei contenuti da parte di alcune tra le principali - Amazon, Apple, ecc.

Da vedere se il regolatore americano permetterà quest'unione. Una buona prova per la futura presidentessa degli Stati Uniti.

giovedì 13 ottobre 2016

Problemi di comunicazione pubblica



Da leggere con attenzione le dichiarazioni del Presidente Renzi alla Camera (ANSA, 12 Ottobre 2016).

A) "Il fatto che gli ingegneri in Italia costino meno che altrove è un fatto di competitività. Se una brochure del ministero fa notare che si spendono meno soldi nel costo del lavoro perché è più basso che in altri paesi come Germania e Olanda è un fatto di competitività".

B) "Il vero dramma italiano è che in questi anni il differenziale tra ciò che va agli imprenditori e ciò che prende il lavoratore è troppo basso".

Se è vero "A" (il costo degli ingegneri, per chi li assume, da noi è basso) ed è vero "B" (gli imprenditori in Italia guadagnano troppo poco in più, rispetto al già poco che - vedasi al punto "A" - costano e verosimilmente guadagnano i loro ingegneri), segue che fare una brochure per invogliare ad investire in Italia è un bello spreco di carta.

Al massimo, si invogliano investimenti nel settore della comunicazione pubblica, considerata l'ormai netta impressione che da noi latiti un'offerta di qualità. E così forse si capisce anche la logica sottostante il fertility day: puntare il dito su un problema d'offerta, ma passando dal lato della domanda. Molto astuto.

lunedì 10 ottobre 2016

По Уссурийскому краю



По Уссурийскому краю, ovvero, "Nella terra degli Ussuri". E' il diario che racconta i viaggi di Vladimir Klavdiyevich Arsenyev nel 1902 e 1907 nell'estremo oriente russo.

Di Arsenyev scrive Michelle Nijuis sul New Yorker ("A fuller vision of Russia's Far East"):

"As an officer in the Imperial Russian Army, Arsenyev was charged with inventorying the natural resources and strategic advantages of the territory, which China ceded to Russia in the mid-nineteenth century. But he is best remembered for his popular accounts of his adventures, which transported his compatriots to forests and steppes where Chinese and Korean were spoken as often as Russian."

La Nijuis aggiunge:

"In one of the book’s most memorable scenes, Arsenyev and the tracker Dersu Uzala, a member of the indigenous Nanai people, are caught in a blizzard after Arsenyev disregards his companion’s warnings. Dersu Uzala takes charge of the situation, building a shelter out of a stand of reeds and, as Arsenyev freely admits, saving both of their lives. (In 1972, the Japanese director Akira Kurosawa made an Academy Award-winning film about the pair’s exploits.)"

Di Dersu Uzala abbiamo persino una foto, che ripropongo dal New Yorker, insieme alla didascalia: "Dersu Uzala, left, and another expedition member at a trapper’s cabin".

E così arriviamo al Dersu Uzala di Kurosawa, e io stesso sono colpito dalla quantità di collegamenti che si stabiliscono in queste pagine, e senza sforzo alcuno. Anzi, se qui c'è uno sforzo, è per mantenere le cose semplici e sotto controllo, che altrimenti questo blog sarebbe tutto uno schizzare fuori tangente, anziché l'esercizio di sobrietà che a tutti risulta.

Non ho letto По Уссурийскому краю. Da circa sei mesi sono impegnato con Anna K., ma quando avro terminato con lei (proprio oggi è andata di nascosto a trovare il figlioletto, nel giorno del suo compleanno), chissà che non decida di lanciarmi anche nella terra degli Ussuri, e di Dersu, che ne deve sapere a pacchi di escursioni; escursioni selvagge, come quelle che piacciono a me.

giovedì 6 ottobre 2016

"Economia dei media" ha votato



Anche gli studenti di "economia dei media" hanno votato. E' un corso del primo anno della laurea magistrale in "Mass media e politica", sempre alla scuola di Scienze Politiche del campus di Forlì dell'Università di Bologna.

Erano 44, e hanno votato tutti. Il quesito, lo stesso di prima "Sei favorevole a che nel corso di economia dei media si rispettino le regole di integrità accademica (innanzitutto: non copiare, non plagiare)?

I "Si" sono stati 38, e i "no" 6. Il volere della maggioranza varrà per tutti.

In alto, le operazioni di voto, che si sono svolte regolarmente. Qui sotto, la commissione delle scrutatrici al lavoro. Per ultimo, il verbale conclusivo.

Qui, i risultati dell'altro corso.

Perché si è votato lo spiego qui.



"Quantitative methods" ha votato



Gli studenti di "quantitative methods" hanno votato. E' un corso di econometria applicata alle scienze sociali che insegno (in inglese) principalmente a studenti del corso di laurea magistrale in Scienze internazionali e diplomatiche, ma che è mutuato anche da studenti iscritti ad altri corsi di laurea. Circa un terzo degli studenti è straniero. Quest'anno, sono abbastanza numerosi i russi (vedi sotto).

Il quesito era: "sei favorevole a che nel corso in quantitative methods si rispettino le regole di integrità accademica (innanzitutto: non copiare / non plagiare)".

Erano presenti 54 studenti. I "Si" sono stati 42, e i "No", 8. Tre voti nulli, e un non votante, contato come "astenuto".

L'esito è chiaro: in questa classe, rispetteremo le regole.

Riporto quel che era scritto in uno solo dei tre voti annullati: "Putin 146%". Siamo all'università, e una dose di goliardia, anche nelle cose serie, per me non è fuori luogo.

In alto, le operazioni di voto. Qui sotto, le scrutatrici al lavoro e, in fondo, quel che potremmo all'incirca chiamare il verbale dei risultati. Nel pomeriggio, vedremo cosa decideranno gli studenti dell'altro corso che insegno.

Perché si è votato lo spiego qui.

Qui, i risultati dell'altro corso.




mercoledì 5 ottobre 2016

Plagio e regole: votano gli studenti



Giovedì 6 ottobre

I risultati del voto, corso in Economia dei media

I risultati del voto - corso in Quantitative methods.

Risultato complessivo: circa l'85% di "Si" (al rispetto delle regole) in entrambi i corsi.

Al termine, un mio ex-studente mi ha intervistato - vedi in fondo a questa pagina.

Mercoledì 5 ottobre
(Per chi non conosce i fatti, c'è un breve riassunto in fondo).

Per i motivi che ho espresso in una (ormai arcinota) lettera, non mi considero legittimato dall'Università di Bologna a fare rispettare ai miei studenti le regole di base dell'integrità accademica - in primis, il "non copiare".

Ho quindi chiesto loro di esprimersi, con una votazione che avrà luogo domani. Se la maggioranza si dichiarerà a favore del rispetto delle regole, tutti dovranno rispettarle. Altrimenti, eviterò di vigilare, non sentendomi legittimato a farlo.

La legittimità di quel che facciamo è importante, e quando manca da una parte, la si cerca da un'altra. Così ho chiesto ai miei studenti di fornirmi quella legittimità che l'Università di Bologna mi nega: non potendo in classe rappresentare l'Alma Mater, rappresenterò loro. Del resto, mi autorizza una gloriosa tradizione: lo studium bolognese, che fu associazione di studenti, come nel bassorilievo sopra.

Ho discusso con i miei studenti, sia in classe, sia privatamente. Non abbiamo parlato soltanto di regole, ma anche, in un certo senso, di chi siamo. Che cosa vuol dire essere un'università? Se noi professori fossimo solo degli erogatori di servizi formativi, e gli studenti dei clienti, la mia "provocazione" sarebbe del tutto fuori luogo: il plagio accademico solo sarebbero "panni sporchi" che noi professori dovremmo lavare in privato.

Ma io sono sempre stato convinto che questo luogo incredibile dove lavoro sia qualcosa di diverso e, forse, di più. E ho apprezzato le opinioni dei miei studenti, su un tema che, si potrà dire, nulla aveva a che fare con il punto di partenza - il plagio, le regole, la responsabilità istituzionale. In questa settimana abbiamo così avuto l'occasione di ragionare su cos'è l'università, e quale il nostro ruolo e le nostre responsabilità. Mi è parso un fatto positivo.

Domani, in ciascuno dei due corsi che insegno, sulle regole decideranno gli studenti, a maggioranza e a scrutinio segreto. Io sono convinto che le regole siano importanti, e non per moralismo, ma perché sono utili: per molti motivi, una comunità che non rispetta e che non interiorizza un insieme di regole non va da nessuna parte. Per questo, spero che domani vi sia un'ampia maggioranza di "si". Ma qualunque risultato si avrà, credo, farà riflettere.

Comunicherò i risultati in questa pagina domani (giovedì) non appena mi sarà possibile.



Riassunto

Ho scritto ai miei studenti per denunciare la presenza, all'Università di Bologna, di un "sistema di impunità" del plagio accademico, e ho posto una questione di coerenza, e di legittimità, riguardo al rispetto delle regole anche da parte loro (qui la lettera).

La settimana scorsa, dopo che della questione hanno molto parlato i mezzi di informazione, in Italia e all'estero (vedi la rassegna stampa) il Rettore Ubertini ha rotto quattro mesi di silenzio, per non smentire una virgola dei fatti che ho riportato.

Tutto era iniziato prima dell'estate, quando, con uno sparuto gruppo di colleghi, abbiamo chiesto al Rettore di chiarire i fatti riguardo alla consegna del titolo di "emerito" a un professore che in passato l'Università di Bologna aveva affermato essersi macchiato di gravi episodi di plagio accademico (vedi qui). Stiamo ancora aspettando che il Rettore Ubertini risponda. 

Un'intervista



Di Matteo Traballoni, giovedì 6 ottobre.

martedì 4 ottobre 2016

Bribes



Non sono un bibliofilo feticista, non annuso la carta dei libri, e se non arriverò mai a bruciarli nel camino, come faceva il Pepe Carvalho di Montalbán, principalmente è perché non ho un camino.

Ma a volte cado nella trappola. Un collega americano mi avevano segnalato il quasi dimenticato "Bribes", di John T. Noonan, Jr., e ho scoperto che in Italia l'unica copia disponibile si trova all'Università di Torino. Grazie a quella stupenda biblioteca-boutique che si trova nel secondo cortile, o, a voler scavare un buco in diagonale dal pavimento, a dieci metri circa dal mio ufficio, me l'hanno spedita in prestito inter-bibliotecario. Da un paio di settimane la sto leggendo.

Parla della storia della corruzione, a partire dagli albori della civiltà, ed è la rara opera di un erudito o, come si direbbe in inglese, di un polymath. E' un libro unico in più di un senso, ma mi piacerebbe conoscere quell'ora anziano giudice ed accademico statunitense che, qualche decennio orsono, lo scrisse.

Sono riuscito a comprarne una copia negli Stati Uniti, è arrivata ieri, e ammetto ora il piacere che provo nel possedere questo oggetto. La copia appartenne alla biblioteca di uno sconosciuto community college. Ma nulla è sconosciuto oggi - vedi qui - e tutto si trova su Internet, anche libri da 839 pagine, scritte, decenni orsono, da un personaggio forse geniale, e sicuramente con una vena di follia.