lunedì 20 aprile 2020

Il "modello ping-pong", un mese dopo

Oggi sul Corriere della Sera Margherita de Bac, a proposito del numero di infetti da coronavirus che diminuisce, ma molto lentamente, racconta che gli "esperti avevano aspettative più alte".

E in particolare Giovanni Rezza, del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, conferma "che l’attenzione va spostata tra le mura domestiche dove i contatti sono molto ravvicinati e possono caratterizzare «la coda dei casi»."

Esattamente quanto supponevo un mese fa esatto, qui: Il “modello ping-pong”: perché col coronavirus stiamo sbagliando".

Ma l'Italia era accecata dal pensiero del "tutti a casa" come soluzione catartica, e a Roma v'era un encefalogramma piatto, oggi ben condito dal florilegio di task force.

(Task force: se c'è di mezzo un termine in inglese, la fregatura è assicurata: ricordate la spending review? vedi qui e qui).

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