venerdì 25 dicembre 2020

Libri quest'anno

Ieri ho terminato di leggere "Ohio" di Stephen Markley. Una bastonata, "wild, angry, devastating" (sotto). Siccome ognuno in un libro legge quel che vuole e soprattutto quel che può, io vi ho ritrovato un po' di High School - tutta la storia vi gravita attorno. Quei legami, e le feste dai nomi in codice (Homecoming, Prom), l'alcol e le droghe, e gli sport, dai quali fui escluso per mia incapacità non soltanto sportiva.

('Ohio' Is A Wild, Angry, Devastating Debut, di Michael Schaub. NPR, 28 agosto 2018.)

Anobii, dove annoto i libri che leggo, calcola statistiche, secondo le quali nell'anno che si chiude ho letto un po' meno del solito. E' che quest'anno sono stato impegnatissimo, mettiamola così.

E' stato l'anno di alcuni autori italiani che conoscevo poco o per nulla. Giorgio Bassani e la sua Ferrara. Il "Deserto dei tartari" di Buzzati. E il bel "Tempo di uccidere" di Flaiano. Mi pare che quel periodo, all'incirca a cavallo tra anni '30 e anni '50, abbia molto da raccontare dell'Italia. O forse, ha raccontato a me qualcosa solo perché l'avevo mal ascoltato. Mi piace anche come sono scritti, quei libri, con un registro che oggi suona ricercato e attento e che trovo gradevole.

E' stato l'anno di Albert Hirschman, di cui ho letto alcuni libri. Fu un personaggio molto interessante, sia per quel che scrisse, sia per il tipo di intellettuale che rappresentò, sia per la sua storia personale, che attraversò quella dell'Italia. Ho riletto "Il Principe" di Machiavelli, e alcuni libri su Russia e Brasile (uno in bozze che verrà registrato in futuro: dalle statistiche non si scappa). A tutti i libri che ho letto ho dato il voto massimo, non credo per generosità, piuttosto perché se un libro non mi piace, non lo termino e non ne rimane traccia.  

Un libro sulla storia del Sud-est asiatico mi ha accompagnato tra Tailandia, Laos e Vietnam in gennaio, e uno sulla storia dell'India, in un duro viaggio tra Delhi e Calcutta in febbraio. 

Bello è stato anche "I russi sono matti" di Paolo Nori, così come "The spatial logic of social struggle" di Nikoalus Fogle. Toccano temi ben diversi ma, mi è parso, uniti da un filo di cui ho scritto qui.

Ho per le mani un paio di libri ancora, ma saranno registrati nel 2021, se mi piaceranno.

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